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E Crimi disse: “Me ne infischio di Di Maio”

Redazione

Gerarchi minori crescono. Dopo la Liguria la nuova frontiera della tensioni nel M5s sono le Marche

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"Di Maio è contrario? Francamente me ne infischio". La scorsa settimana nel pieno della bufera (altro che via col vento) dell'accordo ligure anche Crimi, il burocrate Vito Crimi cancelliere di tribunale prestato alla politica, ha perso le staffe. E al telefono con i vertici liguri del Pd, preoccupati dal veto del ministro degli Esteri su Ferruccio Sansa, ha mostrato i denti. Ora, la scena può sembrare surreale perché del pacioso capo politico dei grillini tutto si può pensare tranne che sia un uomo d'azione. Ma così è andata. Dopo aver capito con qualche ora di ritardo il gioco di Di Maio su Sansa e dopo essersi confrontato con Beppe Grillo, ha praticamente ridotto a doloretto intercostale Di Maio. "Luigi non vuole Ferruccio? Pazienza, tranquilli: andiamo avanti".

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"Di Maio è contrario? Francamente me ne infischio". La scorsa settimana nel pieno della bufera (altro che via col vento) dell'accordo ligure anche Crimi, il burocrate Vito Crimi cancelliere di tribunale prestato alla politica, ha perso le staffe. E al telefono con i vertici liguri del Pd, preoccupati dal veto del ministro degli Esteri su Ferruccio Sansa, ha mostrato i denti. Ora, la scena può sembrare surreale perché del pacioso capo politico dei grillini tutto si può pensare tranne che sia un uomo d'azione. Ma così è andata. Dopo aver capito con qualche ora di ritardo il gioco di Di Maio su Sansa e dopo essersi confrontato con Beppe Grillo, ha praticamente ridotto a doloretto intercostale Di Maio. "Luigi non vuole Ferruccio? Pazienza, tranquilli: andiamo avanti".

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Una zampata che ha lasciato un po' interdetti i dem della Liguria, ma che di sicuro li ha rincuorati. E pazienza insomma se il titolare della Farnesina non farà campagna elettorale nel golfo dei poeti o sotto la lanterna. D'altronde quando Crimi ottenne le redini del Movimento attraverso un meccanismo di successione sovietico, seppur in maniera contorta e convulsa tenne a specificare: non sarò un passacarte, avrò pieni poteri. E dunque eccoci qua. Liguria chiusa, un discreto pesto giallorosso, ora mancano le Marche. Sull'Adriatico la specialità della casa è il brodetto. E quindi un'altra zuppa M5S-Pd da mettere a tavola. Zingaretti spinge per trovare un accordo con i grillini affinché non vinca la destra di Francesco Acquaroli, noto per una cena nostalgica. Ci sarebbe da andare tutti, dicono dal PD, su Maurizio Mangialardi, scuola Ance e sindaco di Senigallia. Ma prima deve ritirarsi Gian Mario Mercorelli, candidato M5S destinato al terzo posto e comunque fondamentale sulla bilancia. Crimi – spinto da Conte in versione bomber europeo – in queste ore medita il blitz. Infischiandosene, appunto, di Di Maio. Francamente.

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