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Orfini, apri gli occhi

Redazione

I “no” non bastano. Spunti per tornare a un sano realismo sul dossier libico

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"Non intendo chiudere gli occhi di fronte alla barbarie”, ha detto ieri a Montecitorio il deputato del Pd Matteo Orfini nel motivare il suo voto contrario al rifinanziamento della Guardia costiera libica. Ciò su cui invece bisognerebbe aprire bene gli occhi è riconoscere che il dossier libico è una questione complessa, che va affrontata con la giusta dose di realismo. Dire tout court che la Guardia costiera libica non merita di essere finanziata perché invece di combatterlo alimenta il traffico di esseri umani è solamente una parte della storia. L’altra è che il partito di cui Orfini fa parte, tramite l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, aveva sottoscritto con la Libia anche un altro pezzo di accordo che non ha mai visto una completa realizzazione. Si sta parlando, per esempio, dei cosiddetti “Progetti delle municipalità libiche”. Tra gli obiettivi c’era quello di sottrarre manodopera alle reti criminali, inclusa quella coinvolta nel traffico di esseri umani. Questa parte dell’accordo sottoscritto tra Italia e Libia dal governo Renzi è rimasta incompleta per poi essere abbandonata.

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"Non intendo chiudere gli occhi di fronte alla barbarie”, ha detto ieri a Montecitorio il deputato del Pd Matteo Orfini nel motivare il suo voto contrario al rifinanziamento della Guardia costiera libica. Ciò su cui invece bisognerebbe aprire bene gli occhi è riconoscere che il dossier libico è una questione complessa, che va affrontata con la giusta dose di realismo. Dire tout court che la Guardia costiera libica non merita di essere finanziata perché invece di combatterlo alimenta il traffico di esseri umani è solamente una parte della storia. L’altra è che il partito di cui Orfini fa parte, tramite l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, aveva sottoscritto con la Libia anche un altro pezzo di accordo che non ha mai visto una completa realizzazione. Si sta parlando, per esempio, dei cosiddetti “Progetti delle municipalità libiche”. Tra gli obiettivi c’era quello di sottrarre manodopera alle reti criminali, inclusa quella coinvolta nel traffico di esseri umani. Questa parte dell’accordo sottoscritto tra Italia e Libia dal governo Renzi è rimasta incompleta per poi essere abbandonata.

 

Stesso discorso vale per la sorveglianza delle frontiere meridionali del paese, che ora con il decreto missioni dovrebbe invece trovare nuovo vigore. Insomma, il sostegno alla Guardia costiera andava letto come uno tra diversi tasselli di un quadro ad ampio spettro. Con il susseguirsi dei governi, l’Italia ha deciso invece di lasciare la via del realismo e di gettarsi in quella dello scontro ideologico: da una parte ci sono i beceri attacchi dei sovranisti contro i migranti, dall’altra i “no” senza alternative di Orfini & Co.. E’ tempo di tornare a un approccio equilibrato: finanziare la Guardia costiera libica ma pretendere anche di monitorare il suo operato, così come chiedere una riforma del memorandum con Tripoli, sono compromessi che ci permetteranno di vigilare sulle sorti dei migranti e di sapere cosa succede davvero nei centri di detenzione. “ Il disimpegno rischia di non cambiare nulla se non perpetrare una pericolosa situazione il cui prezzo sarebbe pagato unicamente dalle vittime di quella tragedia”, ha detto ieri Graziano Delrio. Ecco cosa significa governare un fenomeno e non “chiudere gli occhi davanti alla barbarie”.

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