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"Il M5s vuole prendere in giro tutti i genovesi", ci dice la ex grillina Salvatore

Valerio Valentini

Parla la consigliera regionale, già leader del M5s ligure. "I miei ex colleghi sono degli ipocriti. Colpa del Pd? Al Mit ci sono due nostri sottosegretari. Dormono tutti? E Conte e Di Maio cosa hanno da dire ai familiari delle vittime?"

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"Scioccata", dice. Ma più che per il fatto in sé, "che per certi versi era ovvio, stando così le cose", Alice Salvatore si dichiara "scioccata dall'indignazione ipocrita che sulla questione del Ponte di Genova stanno dimostrando gli esponenti del M5s". Che poi, in effetti, sono i suoi ex colleghi. "Ma io con loro non c'entro più niente, non voglio più avere niente a che fare", dice la consigliera ligure, un tempo fedelissima di Davide Casaleggio, poi  entrata in rotta di collisione col nuovo corso governista del M5s fino ad abbandonare la brigata a cinque stelle e lanciare un suo movimento, "Buonsenso", in vista delle regionali di settembre. "Quando comunicai le miei dimissioni dal M5s, dissi che lo facevo anche perché avevo capito che la revoca ad Aspi non sarebbe mai arrivata. Risposero col silenzio".

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"Scioccata", dice. Ma più che per il fatto in sé, "che per certi versi era ovvio, stando così le cose", Alice Salvatore si dichiara "scioccata dall'indignazione ipocrita che sulla questione del Ponte di Genova stanno dimostrando gli esponenti del M5s". Che poi, in effetti, sono i suoi ex colleghi. "Ma io con loro non c'entro più niente, non voglio più avere niente a che fare", dice la consigliera ligure, un tempo fedelissima di Davide Casaleggio, poi  entrata in rotta di collisione col nuovo corso governista del M5s fino ad abbandonare la brigata a cinque stelle e lanciare un suo movimento, "Buonsenso", in vista delle regionali di settembre. "Quando comunicai le miei dimissioni dal M5s, dissi che lo facevo anche perché avevo capito che la revoca ad Aspi non sarebbe mai arrivata. Risposero col silenzio".

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E invece?

"E invece i fatti di oggi parlano chiaro. Hanno avuto due anni per procedere alla proroga. E non hanno voluto farlo. Ora, è inevitabile che sia Aspi a gestire il nuovo Ponte, visto che il viadotto ricade sulla A10. E' uno schiaffo a tutti i genovesi, far finta che nel M5s non si sapesse nulla che sarebbe andata così".

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Non ci crede?

"Suvvia, siamo seri. Davvero possiamo credere che, mentre la ministra dei Trasporti De Micheli, del Pd, portava avanti la pratica, nessuno del M5s si accorgeva di nulla? Dentro quello stesso ministero dei Trasporti c'è un viceministro grillino, Giancarlo Cancelleri, e un sottosegretario, pure lui grillino, che è addirittura ligure, e cioè Roberto Traversi. Dormivano tutti?".

 

Dunque hanno assecondato questa scelta, secondo lei?

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"E' evidente. Basti pensare che ieri Conte, mentre diceva che il dossier Autostrade era bloccato, si vantava anche di aver inserito la Gronda tra le opere prioritarie. Ora, al di là del fatto che il M5s è sempre stato contrario alla Gronda, segnalo che, da contratto, per realizzare quell'infrastruttura lo stato si impegna a prorogare la concessione ad Aspi di questa tratta autostradale fino alle soglie del 2050. Altro che la guerra ai Benetton. Credono davvero che i genovesi siano dei fessi? Di Maio diceva che chi non vuole revocare la concessione ad Aspi sarebbe dovuto passare sul suo cadavere. Dov'è, oggi Di Maio? Ero presente all'incontro in cui Conte promise ai familiari delle vittime che avrebbe fatto di tutto per revocare la concessione. Dov'è, oggi Conte? I familiari delle vittime sono furiosi, in questo momento. Anche perché oggi, con ogni probabilità, dovranno subire anche un'altra beffa".

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Quale?

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"Il pronunciamento della Corte costituzionale, che quasi sicuramente dichiarerà illegittimo l'articolo 35 del Milleproroghe, quello con cui si ponevano le premesse per la revoca".

 

Non vorrà mica dire che la Consulta è al soldo dei Benetton...

"No, di certo. Semmai è il decreto ad essere stato scritto coi piedi, con la fretta, anziché seguire un iter legislativo più ponderato attraverso il Parlamento. D’altronde siamo una Repubblica parlamentare".

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