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Berlusconi, il leader dei due mondi

Claudio Cerasa

Non si vede, ma c’è. Il grande show dei nemici del patto del Nazareno impegnati a costruire un asse con il Cav. contro le derive alla Bolsonaro

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Nella gentile lettera inviata oggi al nostro giornale, Silvio Berlusconi smentisce di voler fare manovre di palazzo, smentisce di voler offrire una stampella al governo, smentisce di voler creare un nuovo grande centro e, pur non negando le sensibilità diverse rispetto ai suoi alleati, smentisce anche di voler mettersi in competizione con Matteo Salvini. La lettera del Cav. è ricca di spunti e a suo modo conferma un fenomeno interessante che ha a che fare con il particolare momento storico vissuto da Berlusconi: la sua nuova, sorprendente e improvvisa centralità all’interno del panorama della politica italiana.

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Nella gentile lettera inviata oggi al nostro giornale, Silvio Berlusconi smentisce di voler fare manovre di palazzo, smentisce di voler offrire una stampella al governo, smentisce di voler creare un nuovo grande centro e, pur non negando le sensibilità diverse rispetto ai suoi alleati, smentisce anche di voler mettersi in competizione con Matteo Salvini. La lettera del Cav. è ricca di spunti e a suo modo conferma un fenomeno interessante che ha a che fare con il particolare momento storico vissuto da Berlusconi: la sua nuova, sorprendente e improvvisa centralità all’interno del panorama della politica italiana.

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La centralità del Cav. non ha un suo riflesso diretto nei sondaggi (Forza Italia ormai vale quasi la metà di Fratelli d’Italia) ma ha una sua rilevanza se si osserva invece il modo in cui il Cav. sembra essere diventato indispensabile come non mai tanto per i suoi alleati quanto per i suoi avversari. I suoi alleati hanno bisogno di Berlusconi non per questioni legati al consenso di Forza Italia ma perché, per quanto Meloni e Salvini possano essere popolari, e lo sono, il centrodestra senza Berlusconi è un centrodestra destinato a cadere nella trappola mortale della conventio ad excludendum. E Meloni e Salvini sanno che possono giocare a fare i discoli antieuropeisti solo perché fanno parte di una coalizione in cui vi è anche una traccia del Ppe, costruita cioè in modo tale da rendere le promesse antieuropeiste poderose sulla carta ma meno realistiche nella realtà.

 

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Ma la novità delle ultime settimane è che in Parlamento chi sembra avere un bisogno disperato del sostegno del Cav. ancora più forse di quanto non ne abbiano bisogno Meloni e Salvini sono proprio gli avversari di Berlusconi, che da settimane tentano in tutti i modi di far avvicinare il Cav. alla maggioranza di governo. C’è chi lo fa con discrezione, provando a coinvolgere Forza Italia nei voti divisivi come quelli registrati ieri alla Camera sul provvedimento che rifinanzia le missioni internazionali. C’è chi lo fa con meno discrezione, provando a sfruttare l’europeismo di Forza Italia per votare in Parlamento il sì alla linea di credito concessa dal Mes sulle spese sanitarie. C’è chi lo fa con ancora maggiore sfacciataggine, provando a far avvicinare Forza Italia al perimetro della maggioranza promettendo a Berlusconi uno strumento, come quello del proporzionale, che permetterebbe al partito del Cav. di avere in futuro ancora più centralità di quanta ne ha oggi.

  

Tra chi cerca di sedurre con sfacciataggine il Cav. non c’è soltanto il partito di Matteo Renzi – partito che il Cav. guarda con simpatia perché garantendo la stabilità della legislatura, in cui Forza Italia ha grosso modo gli stessi parlamentari della Lega, garantisce al Cav. di contare nella nomina del prossimo presidente della Repubblica più di quanto possa contare Salvini – ma c’è anche curiosamente quel pezzo di Pd che proprio cinque anni fa ai tempi del mitico patto del Nazareno iniziò a bombardare il renzismo accusando l’allora leader del Partito democratico di voler tradire la gloriosa storia della sinistra italiana.

 

Cinque anni dopo il mondo è splendidamente cambiato e la stessa sinistra che vedeva come fumo negli occhi l’accordo con il Caimano oggi non perde occasione per chiedere a Berlusconi di replicare nel nostro paese lo stesso schema adottato un anno fa quando Forza Italia, insieme al Pd e al M5s, scelse di votare a favore di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea. Una “maggioranza Ursula”, come si dice, difficilmente prenderà forma in questa legislatura, a meno che dopo le prossime regionali il segretario del Pd, cosa che piacerebbe molto anche a Matteo Renzi, non trovi il coraggio di proporsi direttamente lui come presidente del Consiglio per provare ad allargare la maggioranza di governo. Ma ciò che il nostro caro Cav. non potrà invece smentire facilmente è che la centralità del suo partito oggi è legata al raggiungimento di un obiettivo prioritario che è incidentalmente l’opposto di quello perseguito da Salvini: la salvaguardia di questa legislatura e la possibilità di avere una voce in capitolo quando tra un anno e mezzo questo Parlamento cercherà un modo per far sì che il dopo Mattarella somigli più a Ursula von der Leyen che a Jair Bolsonaro. E’ il Nazareno, bellezza.

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