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Prove (ancora) di modello Ursula

Carmelo Caruso

In Senato si vota sul decreto Missioni ed è spaccatura al governo. Leu e orfiniani non ci stanno. Soccorso di FI. Mulè: "Non è maggioranza Ursula ma minoranza Pierino"

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Soccorso dell’opposizione (nuovamente) o fragilità del governo e del Pd che si divide su se stesso? Non si può dire che anticipi il famigerato modello, ma è quasi certo che oggi pomeriggio, al Senato, si svolgeranno prove di maggioranza allargata a Forza Italia e sperimentata in Europa (da applicare in Parlamento), quella che tutti conoscono come maggioranza Ursula.

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Soccorso dell’opposizione (nuovamente) o fragilità del governo e del Pd che si divide su se stesso? Non si può dire che anticipi il famigerato modello, ma è quasi certo che oggi pomeriggio, al Senato, si svolgeranno prove di maggioranza allargata a Forza Italia e sperimentata in Europa (da applicare in Parlamento), quella che tutti conoscono come maggioranza Ursula.

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La contesa è sul decreto missioni che deve essere votato a Palazzo Madama e che esaspera l’identità dei democratici. Si tratta di rifinanziare le navi della Guardia Costiera e permettere i pattugliamenti nel Mediterraneo in prossimità delle coste libiche. A opporsi, e a viso aperto (“Abbiamo reso nota la nostra posizione nei momenti in cui il partito si è confrontato”, ricordava Matteo Orfini), ci sono i parlamentari che vedono in lui un riferimento, sono tre, e che hanno tutta intenzione di ostacolare il provvedimento. “Ma non saremmo noi a votare contro, sarebbe il Pd che tradirebbe quanto ha pronunciato fino a ieri”, dicono i senatori ribelli che sarebbero in realtà (è questo il paradosso) i più leali con quanto il partito aveva stabilito nelle sue assemblee.

  

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Anche il senatore Tommaso Nannicini sarebbe travagliato e tentato di non votare il decreto. E poi c’è naturalmente la compagine di Leu che non può condividere il decreto, anche perché ha una certa idea del mondo e dell’immigrazione che confliggono con questa legge. Per alcuni si torna al “momento Turigliatto”, la sinistra che scende in piazza contro la sinistra. Politicamente, una spaccatura su questo voto, non può che esulcerare quanto ripete la minoranza: “Al Senato, la maggioranza non ha più i numeri”. Risicati ogni giorni che passa anche dopo le defezioni del M5s. Ed ecco che così torna la sirena di Forza Italia che blandita sta “con senso di responsabilità a osservare quanto accade”.

  

E infatti, per Giorgio Mulé, che in Forza Italia indica la rotta e prefigura la marcia, “la maggioranza dimostrerebbe di non avere una bussola su temi importantissimi. Parliamo di politica estera. Si replicherebbe il pasticcio sulle navi egiziane. Insopportabile. La verità è che il governo rimane spaesato, filomaduriano. E' confuso, noi sappiamo invece dove portare l’Italia”. Insomma, non farà mancare il suo voto, ma non per soccorrere questo governo ma solo “per i nostri ragazzi della Guardia Costiera che hanno bisogno di certezze e non di assistere a questo spettacolo”, conferma Mulè che non vuole sentire però parlare di “maggioranza Ursula”. E che sarebbe? “Siamo di fronte a una minoranza Pierino, autolesionista e che fa male all’Italia. Si danneggiano da soli e danneggiano la nazione”. Ursula potrebbe tingersi perfino di verde.

  

Per un senatore di Italia viva, “sono temi trasversali e la Lega anche in passato ha votato insieme al governo”. Solo per dire che il decreto Missioni passerebbe comunque lasciando solo asprezze e domande sulla natura di ciascuno: “Può il governo farci dimenticare cosa eravamo e cosa dovremmo essere?”. Tra Ursula e Pierino.

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