PUBBLICITÁ

Euro, neuro e no-euro

Domenico Di Sanzo

Baruffa sovranista sulla proprietà del nome “Italexit”, c’entrano Paragone e un manipolo di mattoidi

PUBBLICITÁ

Roma. Dicono no all’Europa e sì alla scissione. Infatti ancora devono nascere e già sono divisi. La storia dei due partiti che vogliono l’Italia fuori dall’euro e dall’unione europea comincia un anno e mezzo fa, quando degli illustri sconosciuti fondano l’associazione Italexit. I cinque punti programmatici principali sono un referendum consultivo sull’uscita dall’Unione, l’abolizione dell’obbligo del pareggio di bilancio, la nazionalizzazione dei settori strategici, il ripristino delle tutele sui salari e l’abolizione dell’autonomia della Banca centrale europea. Tutto sommato, obiettivi non troppo lontani da quelli del grillismo delle origini. E così gli animatori di Italexit pensano subito di coinvolgere Gianluigi Paragone, all’epoca ancora senatore del M5s, ma già in rotta con i vertici pentastellati.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. Dicono no all’Europa e sì alla scissione. Infatti ancora devono nascere e già sono divisi. La storia dei due partiti che vogliono l’Italia fuori dall’euro e dall’unione europea comincia un anno e mezzo fa, quando degli illustri sconosciuti fondano l’associazione Italexit. I cinque punti programmatici principali sono un referendum consultivo sull’uscita dall’Unione, l’abolizione dell’obbligo del pareggio di bilancio, la nazionalizzazione dei settori strategici, il ripristino delle tutele sui salari e l’abolizione dell’autonomia della Banca centrale europea. Tutto sommato, obiettivi non troppo lontani da quelli del grillismo delle origini. E così gli animatori di Italexit pensano subito di coinvolgere Gianluigi Paragone, all’epoca ancora senatore del M5s, ma già in rotta con i vertici pentastellati.

PUBBLICITÁ

  

Un militante dell’associazione, protetto dall’anonimato, al Foglio rivela: “All’epoca hanno contattato Paragone quale possibile frontman perché si era venuto a sapere che era in crisi con i Cinque stelle. Paragone all’inizio si mostrò interessato e avviò una serie di videoconferenze con noi”. Fin qui tutto bene. Poi cos’è successo? “Lui ha capito che il brand Italexit andava, dopo che è stato espulso, e ha deciso di fregare il nome al nostro partito e ha deciso di estrometterci”. La zuffa da neuro tra i no-euro sarebbe quindi una questione legata al marchio.

   

PUBBLICITÁ

Nella banca dati del Mise ci sono attualmente tre simboli registrati con la dicitura Italexit, ma i primi a muoversi sono stati i fondatori del movimento nato l’anno scorso, con sede a Carovigno, un paese in provincia di Brindisi. Un logo con sfondo celeste e una freccia bianca posizionata in orizzontale con la scritta nera “Italexit – Diamo il giusto valore alla nazione”, depositato il 25 luglio del 2019. La procedura relativa a questo primo marchio è ancora in esame, e a dicembre è arrivata la domanda per la registrazione di “Unit Italexit”, mentre a marzo di quest’anno è stato il turno di “Stop Europa Italexit Exitaly Stop Immigrazione”. Ma la vera disputa è tra i primi ad aver pensato di fondare un partito Italexit e gli ex grillini che si stanno riunendo attorno a Paragone. Che infatti viene definito “un prevaricatore” dai no-euro che l’avevano corteggiato. Sedotti e abbandonati in nome del brand.

   

Paragone negli scorsi giorni aveva annunciato la sua intenzione di dare vita a un nuovo progetto “che, all’articolo 1 dello statuto, ha come primo obiettivo l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea e dall’euro”. Ancora nessun dettaglio su nome e simbolo. Anche se gli iscritti al primo Italexit sono preoccupati per un possibile scippo che, complice la popolarità mediatica del senatore ex M5s, non farà altro che accrescere il cono d’ombra intorno ai precursori dell’antieuropeismo all’italiana.

    

Ma chi sono “i dirigenti” di Italexit? Il segretario è già cambiato ed è l’avvocato napoletano Teofilo Migliaccio. Nel 2014 Migliaccio si era fatto notare per un esposto alla procura di Napoli in cui denunciava la pericolosità di presunte onde telluriche, simili a un terremoto, provocate dai concerti di Vasco Rossi e Jovanotti in programma quell’anno allo Stadio San Paolo di Napoli. Due anni dopo è finito su qualche giornale locale per aver denunciato la presenza di liquami nel mare di Ischia. E di recente è stato ospite in qualche programma della rete televisiva Canale Italia. Tra gli iscritti ci sono degli ex militanti grillini e il blogger Matteo Brandi che si definisce “sovranista in trincea”, “patriota”, “anima antica” ed “esteta”.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

E chi seguirà Paragone? Secondo alcuni rumors vorrebbe tentare addirittura di costituire un gruppo parlamentare o, più probabile, una componente nel Gruppo Misto a Palazzo Madama. A una riunione pare sia stato presente il senatore ex pentastellato Carlo Martelli, espulso dal Movimento ancora prima dell’inizio del mandato perché accusato di aver falsificato le ricevute delle restituzioni dello stipendio. Martelli poi ha regolarizzato i bonifici, ma ha aderito al movimento Vox Italia fondato da Diego Fusaro. Si fa il nome anche del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari, espulso ad aprile dal M5s e noto per le sue posizioni vicine ai No-Vax. Con loro l’associazione no-euro Liberiamo l’Italia e il saggista Thomas Fazi, antieuropeista che si definisce “sovranista di sinistra”.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ