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Il gran vaffa di Toninelli

<p>Elogio pazzo del populismo che si ribella contro le scemenze del popolo</p>

Redazione
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Danilo Toninelli è un grillino quintessenziale. Ha creduto di rappresentare il popolo nella sua interezza e nella sua semplicità rousseauiana, di esserne il portavoce (non sia mai che uno alza la cresta) e così di non poter sbagliare. Si sentiva al sicuro, circondato dalla gente: tutti suoi bodyguard naturali. Oggi la sua identità con il popolo si è rotta in modo definitivo, complice un’aggressione verbale, e poi minacciosa di diventare fisica, ai suoi danni da tavolino a tavolino di un bar romano. Un gruppetto, guidato da un giovane muscoloso e molto tatuato, in canottiera, coadiuvato da un altro decisamente ben piantato con testa pelata, si è rivolto all’ex ministro chiedendo conto, diciamo così, del cambio di maggioranza, dell’accordo con il Pd, e ribaltando contro Toninelli il repertorio, raffazzonato perfino rispetto al grillino medio, dei doveri del bravo portavoce del movimento.

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Toninelli prima ha farfugliato qualcosa sul ruolo importante dei 5 stelle per mantenere l’alleanza entro certi binari e ha provato, un’ultima volta, a fare il populista dicendo che loro erano al governo per evitare altrui porcate. Poi ha capito, rapidamente (non fate gli spiritosi), che la porcata la stava subendo e non era il caso di insistere. Allora finalmente si è liberato dell’identità populista, per un istante, e ha coraggiosamente invitato i suoi aggressori a non rompergli i coglioni, scegliendo però anche un saggio allontanamento dalla scena che si stava surriscaldando, tra braccia puntate e urla.

 

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Paura e insulti a parte, bene per Toninelli. E’ un grillino, e vabbè, ma pur frequentando il populismo ha capito che diffidare a volte del popolo non è fascistico (Benedetto Croce appena ripresa l’attività politica in Italia chiamava fascistici, risolvendo il problema della parola troppo carica, gli atteggiamenti di continuità e nostalgia con il regime). Lui era in giacca blu, con i suoi occhiali, e in quelle immagini, subito rilanciate con gusto e commenti, ehm, fascistici, da gente come Matteo Salvini e Francesco Storace, sembrava un intellettuale circondato da facinorosi. Adesso, ingegner Toninelli, se ne ricordi anche quando, a sua volta, si rivolgerà ad altri politici.

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