Matteo Salvini (foto LaPresse)

Salvini, i porti chiusi e il virus

La pandemia diffusa dal migrante diventa un mantra sovranista. Fermiamolo

Matteo Salvini è tornato a martellare sui migranti per cercare di cancellare dalla memoria le responsabilità del governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana, nella gestione catastrofica della pandemia. Con i soliti hashtag sui porti chiusi, Salvini ha accusato la nave di una ong norvegese, la Ocean Viking, di proseguire “la raccolta”, dopo aver salvato 67 migranti in mare. I dati delle agenzie europee Frontex e Easo confermano che l’invasione è una fantasia. Il totale di migranti sbarcati a Malta e in Italia nei primi 5 mesi del 2020 è stato di appena 5.500, secondo Frontex. Easo ha invece certificato che nel 2019 l’Italia è scivolata al sesto posto nell’Ue per richieste di asilo con un calo del 27 per cento dal 2018. Con 43.770 siamo lontani dal picco di 128.860 domande del 2017. Le ong e il Covid-19 non c’entrano nulla: con la Libia in guerra, i migranti partivano anche quando non c’erano navi umanitarie di salvataggio in mare. Ma la pandemia diffusa dal migrante sta diventando parte della narrazione del mondo sovranista che ruota attorno ai tweet e ai comizi di Salvini. “Il problema sanitario è figlio anche dei quartieri ghetto e senza regole. La sanatoria e la cancellazione dei decreti sicurezza sono delle follie”, ha detto il segretario della Lega in Campania, Nicola Molteni a proposito di Mondragone. Il messaggio che cercano di far passare è che il virus sia portato da bulgari, rom o africani fuggiti dalla Libia. Non ci sono dubbi che il problema sanitario sia più difficile da gestire in “quartieri ghetto e senza regole”. Ma la marginalità e l’illegalità sono il prodotto dei decreti Salvini e delle politiche anti integrazione promosse dalla Lega. Per quel che riguarda i migranti salvati in mare, invece, faranno la quarantena prima di poter sbarcare. Un eventuale focolaio sarà quindi spento.