
Vito Crimi, Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Danilo Toninelli ai tempi del governo gialloverde (foto LaPresse)
Non possiamo fare a meno di Bonafede, Toninelli e Crimi: viva il terzo mandato
Fai crescere una tale classe dirigente, coltivi faticosamente uomini di diritto, e poi ci rinunci? Ma no, roba da matti
Bisogna tutelare la competenza. Mica si può sprecare un patrimonio di saperi. Non si improvvisa in politica. Non si diventa mica Danilo Toninelli dall’oggi al domani. Ci vuole tempo. Studio. Applicazione. Esperienza. Anzi, scusate: concentrazione. E allora “dobbiamo togliere queste vecchie regole che impediscono il terzo mandato parlamentare”, diceva ieri il senatore grillino Emanuele Dessì a Simone Canettieri del Messaggero. Come dargli torto. E il bravo senatore, uno di quelli che ci fanno subito pensare a Turati e Giolitti (e chissà perché poi lo hanno invece malignamente criticato per quelle foto in cui andava a ballare con gli esponenti del clan Spada), ha dato dignitosa e autorevole voce al pensiero comune degli onorevoli pentastellati.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.