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Mattarella tifa per l’unità nazionale

Redazione

Nel messaggio per il 25 aprile tanti riferimenti all’oggi. Sperando che sia meno divisivo

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Nel breve messaggio che Sergio Mattarella ha rivolto agli italiani per commemorare la Liberazione spicca la rivendicazione della permanenza dello spirito dell’unità nazionale anche nelle fasi di più aspro scontro politico. “Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità”. L’uso delle parole non è certo casuale: l’identità nazionale è intrinsecamente legata all’unità, non può quindi e non deve essere rivendicata come elemento di divisione e di contrasto, pur nell’asprezza della contesa politica che è fisiologica nella democrazia. Non si tratta soltanto di una lettura della storia nazionale: Mattarella attualizza la rivendicazione dell’unità in riferimento al momento presente, ha ricordato che l’unità “l’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili verso la propria comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori”. E’ questa “peculiarità nel saper superare le avversità” che viene oggi richiamata di fronte ai problemi acutissimi posti dalla pandemia, impresa alla quale Mattarella chiede a tutti “istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali operatori di ogni settore”. E’ sulla base di questa unità che Mattarella esprime la convinzione che “insieme possiamo farcela e lo stiamo facendo”.

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Nel breve messaggio che Sergio Mattarella ha rivolto agli italiani per commemorare la Liberazione spicca la rivendicazione della permanenza dello spirito dell’unità nazionale anche nelle fasi di più aspro scontro politico. “Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità”. L’uso delle parole non è certo casuale: l’identità nazionale è intrinsecamente legata all’unità, non può quindi e non deve essere rivendicata come elemento di divisione e di contrasto, pur nell’asprezza della contesa politica che è fisiologica nella democrazia. Non si tratta soltanto di una lettura della storia nazionale: Mattarella attualizza la rivendicazione dell’unità in riferimento al momento presente, ha ricordato che l’unità “l’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili verso la propria comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori”. E’ questa “peculiarità nel saper superare le avversità” che viene oggi richiamata di fronte ai problemi acutissimi posti dalla pandemia, impresa alla quale Mattarella chiede a tutti “istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali operatori di ogni settore”. E’ sulla base di questa unità che Mattarella esprime la convinzione che “insieme possiamo farcela e lo stiamo facendo”.

 

Il giudizio del presidente sul grado di unità nazionale raggiunta nella lotta contro la pandemia, come fu nella lotta all’invasione nazista, esprime una sostanziale soddisfazione, chiede di continuare, non di cambiare, il che significa che non sopravvaluta i contrasti e guarda alla sostanza, il comune contributo di tutti alla disciplina civica e alla ricerca delle strade per la ripresa. C’è più ottimismo della volontà che pessimismo della ragione in questo approccio? Può darsi, ma il ruolo del garante dell’unità nazionale in questo momento è soprattutto di incoraggiare e stimolare lo spirito costruttivo come antidoto all’inevitabile depressione dello spirito pubblico nel corso di una crisi di dimensioni straordinarie.

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