
(foto LaPresse)
I Cinque stelle buttano fuori gli sciroccati con il metodo Al Capone
Il senatore Giarrusso è stato espulso dal M5s non per le sue tesi complottiste ma per non essere in regola con il fisco grillino
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Roma. “Abbiamo un problema di massoni al governo che dobbiamo chiarire al più presto… Questo sembra un governo di figli di massoni se non di massoni essi stessi”. Era il 2016 e c’era ancora il governo Renzi. A parlare il senatore Mario Michele Giarrusso, che in questi anni di notorietà regalati dal M5s ha riversato una ricca quantità di liquame nell’àere dello spazio pubblico, senza tralasciare niente; nel 2019, quando il M5s era ancora al governo con la Lega, Giarrusso ha simulato le manette rivolto ai parlamentari del Pd, con un sorriso maligno e sudaticcio. Questa settimana è stato espulso dal M5s, ma non perché le sue posizioni complottiste sono state revisionate dai vertici dei grillini e dalle loro proiezioni mentali (Beppe Grillo, Vito Crimi, Casaleggio Associati). Eh no: Giarrusso è stato buttato fuori dal M5s come un Al Capone qualunque. Non per le sue malefatte politiche ma perché non ha restituito i soldi secondo quanto stabilito dal contratto farlocco con la Casaleggio Associati e con la sua dépendance politica, il M5s.
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- David Allegranti @davidallegranti
David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.