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Proteggere il Parlamento

Redazione

Perché far lavorare da casa gli eletti è il modo giusto per tutelare la democrazia

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E’ comprensibile che in una situazione di emergenza le preoccupazioni di correttezza costituzionale vengano un po’ trascurate. E’ accaduto, come ha notato Sabino Cassese sul Foglio di ieri, per esempio nella forma dei decreti governativi che sospendono diritti essenziali senza indicare il termine, e continuerà ad accadere.

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E’ comprensibile che in una situazione di emergenza le preoccupazioni di correttezza costituzionale vengano un po’ trascurate. E’ accaduto, come ha notato Sabino Cassese sul Foglio di ieri, per esempio nella forma dei decreti governativi che sospendono diritti essenziali senza indicare il termine, e continuerà ad accadere.

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Tuttavia è necessario preservare la democrazia, che è fatta di regole e non solo di “sostanza”, proprio in una situazione in cui è necessario limitare le libertà dei cittadini, assicurando la permanente vigilanza della rappresentanza nazionale, cioè del Parlamento. Bisogna trovare i modi compatibili con la situazione sanitaria perché l’istituzione parlamentare continui a funzionare, e non solo per l’esigenza di approvare i decreti emanati in questi giorni. C’è la disponibilità delle opposizioni ad adottare forme di partecipazione a distanza, per ora contestate solo da Italia viva.

 

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Da una parte è comprensibile che i parlamentari sentano l’obbligo di partecipare impegnandosi nel lavoro, come è richiesto agli operatori sanitari, alla polizia e a tanti dipendenti pubblici.

 

Dall’altra è utile che anche dal Parlamento venga l’esempio di attuazione rigorosa delle norme di precauzione che segue la cittadinanza, con inatteso senso civico.

 

La conclusione è che il Parlamento non può e non deve andare in ferie, deve trovare il modo di lavorare salvaguardando la salute dei suoi membri e applicando le cautele necessarie. Le forme possono essere varie, per esempio potrebbero parlare in Aula solo i capigruppo e le votazioni potrebbero svolgersi attraverso collegamenti telematici garantiti. Se la burocrazia non mette i bastoni tra le ruote le soluzioni si trovano: d’altra parte il decreto permette a tutte le assemblee locali e regionali di riunirsi in modo informatico, il che significa che questa modalità straordinaria viene ritenuta democratica.

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Non c’è bisogno di essere sostanzialisti per ritenere che le forme di espressione della volontà politica possono essere adeguate alla situazione speciale, purché si eserciti effettivamente il controllo parlamentare sugli atti di governo, particolarmente essenziale quando questi atti hanno, necessariamente, un carattere impositivo straordinario.

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