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Il recupero crediti di Casaleggio batte cassa

Redazione

Una mail ha raggiunto venerdì i parlamentari grillini morosi con Rousseau

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La mail, arrivata venerdì sera, prende il parlamentare grillino seccamente per il nome, “ci risulta che non hai ancora versato il contributo per il mantenimento delle piattaforme tecnologiche… Ti preghiamo di effettuare il relativo versamento pari a euro 300,00… Ti ricordiamo inoltre che il contributo dovrà essere versato entro il giorno 10 di ogni mese”. E non sgarrare più. Firmato: “Area Audit”, si presume la struttura recupero crediti di Davide Casaleggio. E insomma mentre tutta Italia usufruisce delle deroghe ai pagamenti dell’Iva e del mutuo, l’unico che non ammette ritardi è lui: Davide. Che batte cassa con i parlamentari del M5s obbligati, com’è noto, a versare all’Associazione Rousseau – di cui Casaleggio è presidente, tesoriere e per statuto anche amministratore a vita – trecento euro sottratti dal loro stipendio di deputati e senatori. Oltre un milione all’anno di soldi pubblici che finiscono nelle casse dell’associazione privata dell’erede di Gianroberto Casaleggio per gestire quel colabrodo informatico altrimenti noto come “Piattaforma Rousseau”. E così, mentre gli eletti M5s devono mostrare gli scontrini, insomma devono rendicontare (malgrado alcuni imbroglino) Casaleggio, per statuto, non rendiconta nulla. E con un milione all’anno attraverso Rousseau (che fattura più della Casaleggio Associati) controlla il M5s. E si può permettere dunque di inviare lettere di riscossione a deputati e senatori della Repubblica. Ma la cosa che rende forse ancora di più la misura di tutta la faccenda, e in un attimo conferma tutti i pregiudizi politici e antropologici sul grillismo, è la reazione dei deputati. Com’è stato ampiamente raccontato nei mesi scorsi dai giornali, alcuni di loro questi 300 euro di “pizzo” se li fanno rimborsare da Camera e Senato, in aggiunta alla diaria. Pesando due volte sul bilancio del Parlamento. Da venerdì sera alcuni di loro, piuttosto seccati, giravano ai cronisti la mail della Casaleggio lamentandosi che in un momento difficile come questo, con l’invasione del virus, gli si chiedessero lo stesso i soldi. Bisognerebbe ricordargli che non sono – non più – appartenenti a una classe di reddito disagiata. Per loro l’ascensore sociale ha funzionato benissimo.

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La mail, arrivata venerdì sera, prende il parlamentare grillino seccamente per il nome, “ci risulta che non hai ancora versato il contributo per il mantenimento delle piattaforme tecnologiche… Ti preghiamo di effettuare il relativo versamento pari a euro 300,00… Ti ricordiamo inoltre che il contributo dovrà essere versato entro il giorno 10 di ogni mese”. E non sgarrare più. Firmato: “Area Audit”, si presume la struttura recupero crediti di Davide Casaleggio. E insomma mentre tutta Italia usufruisce delle deroghe ai pagamenti dell’Iva e del mutuo, l’unico che non ammette ritardi è lui: Davide. Che batte cassa con i parlamentari del M5s obbligati, com’è noto, a versare all’Associazione Rousseau – di cui Casaleggio è presidente, tesoriere e per statuto anche amministratore a vita – trecento euro sottratti dal loro stipendio di deputati e senatori. Oltre un milione all’anno di soldi pubblici che finiscono nelle casse dell’associazione privata dell’erede di Gianroberto Casaleggio per gestire quel colabrodo informatico altrimenti noto come “Piattaforma Rousseau”. E così, mentre gli eletti M5s devono mostrare gli scontrini, insomma devono rendicontare (malgrado alcuni imbroglino) Casaleggio, per statuto, non rendiconta nulla. E con un milione all’anno attraverso Rousseau (che fattura più della Casaleggio Associati) controlla il M5s. E si può permettere dunque di inviare lettere di riscossione a deputati e senatori della Repubblica. Ma la cosa che rende forse ancora di più la misura di tutta la faccenda, e in un attimo conferma tutti i pregiudizi politici e antropologici sul grillismo, è la reazione dei deputati. Com’è stato ampiamente raccontato nei mesi scorsi dai giornali, alcuni di loro questi 300 euro di “pizzo” se li fanno rimborsare da Camera e Senato, in aggiunta alla diaria. Pesando due volte sul bilancio del Parlamento. Da venerdì sera alcuni di loro, piuttosto seccati, giravano ai cronisti la mail della Casaleggio lamentandosi che in un momento difficile come questo, con l’invasione del virus, gli si chiedessero lo stesso i soldi. Bisognerebbe ricordargli che non sono – non più – appartenenti a una classe di reddito disagiata. Per loro l’ascensore sociale ha funzionato benissimo.

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