In politica, così come nella vita, lo sciacallo è un mammifero pericoloso e di fronte a una sciagura tende a muoversi sempre con uno stile codificato: prima mostra empatia, poi allunga una zampa per offrire aiuto e infine quando l’avversario meno se lo aspetta usa l’altra zampa per sfruttare l’occasione. In questi giorni cupi vissuti da un paese che da settimane attende una qualche buona notizia che per il momento non si vede, i politici hanno scelto di firmare un sostanziale armistizio, niente pugni sotto la cintura, ma un attimo dopo aver rivendicato la propria ferma adesione alla pax contiana gli sciacalli tornano a fare gli sciacalli e a ogni ora del giorno provano a trasformare gli effetti generati dalla proliferazione di una pandemia nella dimostrazione plastica della bontà delle proprie teorie.

In politica, così come nella vita, lo sciacallo è un mammifero pericoloso e di fronte a una sciagura tende a muoversi sempre con uno stile codificato: prima mostra empatia, poi allunga una zampa per offrire aiuto e infine quando l’avversario meno se lo aspetta usa l’altra zampa per sfruttare l’occasione. In questi giorni cupi vissuti da un paese che da settimane attende una qualche buona notizia che per il momento non si vede, i politici hanno scelto di firmare un sostanziale armistizio, niente pugni sotto la cintura, ma un attimo dopo aver rivendicato la propria ferma adesione alla pax contiana gli sciacalli tornano a fare gli sciacalli e a ogni ora del giorno provano a trasformare gli effetti generati dalla proliferazione di una pandemia nella dimostrazione plastica della bontà delle proprie teorie.

Gli sciacalli del coronavirus li riconosci perché sono quelli che usano le oscillazioni dello spread per dimostrare l’inutilità della moneta unica, sono quelli che usano il collasso delle Borse per dimostrare la pericolosità del mercato, sono quelli che usano un errore della Bce per dimostrare la pericolosità della Bce, sono quelli che usano la propaganda cinese per attaccare l’Europa, sono quelli che usano le difficoltà di coordinamento tra stato e regioni per rilanciare la Padania, sono quelli che usano il virus per rivendicare i porti chiusi, sono quelli che usano la trasmissione del virus in tutto il mondo per attaccare il globalismo, sono quelli che usano le difficoltà di Schengen per rivendicare la chiusura delle frontiere, sono quelli che rimpiangono di non poter stampare moneta come il Regno Unito senza rendersi conto di cosa vuol dire oggi vivere nel Regno Unito, sono quelli che si lamentano dell’assenza dell’Europa dopo aver sognato la sua eliminazione, sono quelli che rimproverano alla Commissione di non avere strumenti per agire dopo aver fatto di tutto per non darle strumenti per agire. E sono quelli in definitiva che non si rendono conto che il virus non ha passaporto, che non sarà l’autarchia a liberarci dal coronavirus, che non saranno le frontiere chiuse a tenerlo più lontano, che le pandemie si possono affrontare solo unendo le forze, solo migliorando la condizione medica tra i paesi, solo rendendo più veloce il trasporto transfrontaliero per il materiale sanitario, solo non impedendo alle merci di arrivare dove necessario.

Gli sciacalli del coronavirus cercano da giorni di dare dignità alle proprie teorie sfruttando le incertezze generate dalla diffusione di una pandemia mortale. Ma nel farlo non si rendono conto di un fatto elementare: dire che il proprio modello di riferimento è quello che emerge quando si affronta un’emergenza significa ammettere che fuori dalla normalità il proprio modello è semplicemente fuori dal mondo. Durante ogni guerra c’è un’ideologia che se ne va insieme a coloro che sono caduti in battaglia. L’ultima guerra ha spazzato via l’ideologia nazifascista, la guerra di oggi potrebbe spazzare via l’ideologia di chi vorrebbe far vivere il suo paese in isolamento, proprio come succede in una guerra e proprio come succede in una quarantena. Più serietà e meno sciacalli, grazie.