PUBBLICITÁ

Il paradosso del partito del vaffa che si batte contro l'hate speech

Luciano Capone

Il ministro Pisano ha annunciato la creazione di un “Gruppo di lavoro sul fenomeno dell’odio online”. Giusto che a occuparsene siano i ministri del M5s: sono i massimi esperti in materia

PUBBLICITÁ

E così il partito fondato sul “vaffanculo”, che ha la V scarlatta nel simbolo, una volta arrivato al governo, si batte contro l’hate speech. Il ministro grillino per l’Innovazione Paola Pisano ha annunciato la creazione di un “Gruppo di lavoro sul fenomeno dell’odio online” insieme con il ministro della Giustizia e capo delegazione M5s Alfonso Bonafede e al sottosegretario dem all’Editoria Andrea Martella: “E’ un passo importante per conoscere e studiare un fenomeno sempre più grave come l’hate speech”, ha detto la Pisano.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


E così il partito fondato sul “vaffanculo”, che ha la V scarlatta nel simbolo, una volta arrivato al governo, si batte contro l’hate speech. Il ministro grillino per l’Innovazione Paola Pisano ha annunciato la creazione di un “Gruppo di lavoro sul fenomeno dell’odio online” insieme con il ministro della Giustizia e capo delegazione M5s Alfonso Bonafede e al sottosegretario dem all’Editoria Andrea Martella: “E’ un passo importante per conoscere e studiare un fenomeno sempre più grave come l’hate speech”, ha detto la Pisano.

PUBBLICITÁ

Nel gruppo di lavoro ci sono sociologi, giornalisti e professori, ma mancano i veri professionisti. E cioè i dirigenti del M5s, che hanno fatto dell’insulto il proprio linguaggio politico e della diffusione dell’odio online una strategia di conquista del consenso. Il Garante del M5s, Beppe Grillo, potrebbe insegnare come storpiare i nomi degli avversari e come affibbiare nomignoli offensivi: Berlusconi/Psiconano, Prodi/Alzheimer, Napolitano/Morfeo, Monti/Rigor Montis, Formigoni/Forminchioni, Bersani/Gargamella, Renzi/Ebetino, Veronesi/Cancronesi, Gad Vermer per Lerner.

 

Ci sono poi gli insulti: “vecchia puttana” a Rita Levi Montalcini; “scrofa ferita” a Renzi, “morto che parla” e “parassita” a Pier Luigi Bersani, “ectoplasma” a Enrico Letta “salma” a Piero Fassino; “container di merda liquida” a Giuliano Ferrara; “travestito” a Vladimir Luxuria; “busone” a Nichi Vendola, “ottuagenario miracolato dalla rete sbrinato dal mausoleo” a Stefano Rodotà. I parlamentari sono invece “facce di bronzo, facce di merda, parassiti, pidocchi, mignatte, zecche, virus”.

PUBBLICITÁ

 

Per Luigi Di Maio, il Pd “toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock per venderseli”, mentre per Alessandro Di Battista è una “piovra”. Più articolato il giudizio della vicepresidente del Senato Paola Taverna sui colleghi del Pd: “Mafiosi, schifosi, siete delle merde, ve ne dovete andare, dovete morire!”. I giornalisti invece sono “carogne” e “schiavi degli editori” (Grillo), “pennivendoli” e “puttane” (Di Battista), che “stanno veramente sul cazzo” (Vito Crimi, già sottosegretario all’Editoria). C’è un ampio catalogo di offese sessiste alle avversarie politiche, lo sa bene Laura Boldrini, e di insulti ai capi dello stato: Giorgio Sorial definì “boia” Giorgio Napolitano ed Elio Lannutti “padrino” Sergio Mattarella. Non manca l’unione dell’insulto sessista ai capi di governo, anche esteri, come quando Grillo disse che “l’Ebetino Renzi è andato a dare due linguate a quel culone tedesco della Merkel”.

 

Quella del ministro Pisano è un’ottima iniziativa. E’ importante che a occuparsi di odio online siano i ministri del M5s, perché sono i massimi esperti nella materia. D’altronde se sono lì, al governo del paese, è proprio grazie a un partito che ha conquistato il consenso fondendo la tecnica dell’insulto di Beppe Grillo alle strategie di diffusione in rete della Casaleggio Associati.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ