A Salvini non basta il rosario
In Emilia la Lega non ha sfondato nell’elettorato cattolico su cui aveva puntato. Questioni di storia e politica
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Milano. Mentre i maggiorenti di molte organizzazioni cattoliche provano cautelosi a radunarsi attorno al fuocherello del Manifesto di Assisi, per vedere se ne possa sortire una nuova presenza partitica moderata-progressista (l’ossimoro sta nelle cose e nelle genealogie politiche), è interessante osservare come sia andata, in Emilia-Romagna, la scommessa di Matteo Salvini: che ha giocato una parte consistente della proposta della Lega sui temi religiosi e sulla conquista dell’elettorato cattolico. Missione non esattamente compiuta. Dopo il voto, ha rivendicato di “essere orgoglioso di aver dato voce ai senza voce”. Messa così sembrerebbe un martire del samizdat, ma nell’ex regione rossa i comunisti non mangiano più i bambini, nemmeno a Bibbiano, e la voce della chiesa (con i vari timbri vocali del cattolicesimo, quello tradizionale popolare, quello elitario-adulto, quello sociale) è ancora forte, pur nella secolarizzazione. Il leader della Lega ha strimpellato la tastiera consueta, ma ha aggiunto nuove note allo spartito. E’ partito subito col rosario (uno dei primi tweet, inizio settembre: “Grazie di cuore a questa signora che stamattina a Caorso mi ha aspettato per donarmi un rosario”.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"