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Forza Italia c’è e lo dice

Marianna Rizzini

La vittoria di Jole Santelli, prova dell’esistenza del partito che ha perso consensi ma può contare

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Roma. Tre indizi fanno una prova. Indizio numero uno: la candidata di Forza Italia alla regione Calabria Jole Santelli, deputata, ex sottosegretario, che, eletta con più del 55 per cento dei voti contro il candidato del centrosinistra Pippo Callipo, non soltanto balla la tarantella con una maglietta inneggiante al rock and roll al cospetto degli altri ballerini improvvisati Antonio Tajani e Maurizio Gasparri, ma ribadisce che sulla composizione della giunta deciderà lei (e non la Lega). Indizio numero due: l’ex premier Silvio Berlusconi che, dopo aver ascoltato la voce roca di Santelli commentare la propria vittoria ormai certa, telefona nella notte al comitato della neo presidente puntando sulla centralità di Forza Italia.

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Roma. Tre indizi fanno una prova. Indizio numero uno: la candidata di Forza Italia alla regione Calabria Jole Santelli, deputata, ex sottosegretario, che, eletta con più del 55 per cento dei voti contro il candidato del centrosinistra Pippo Callipo, non soltanto balla la tarantella con una maglietta inneggiante al rock and roll al cospetto degli altri ballerini improvvisati Antonio Tajani e Maurizio Gasparri, ma ribadisce che sulla composizione della giunta deciderà lei (e non la Lega). Indizio numero due: l’ex premier Silvio Berlusconi che, dopo aver ascoltato la voce roca di Santelli commentare la propria vittoria ormai certa, telefona nella notte al comitato della neo presidente puntando sulla centralità di Forza Italia.

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E, mentre dall’Emilia-Romagna giungono per Forza Italia numeri non proprio incoraggianti, il Cav. fa valere in prospettiva il ben più solido risultato calabro (grande “capacità attrattiva”, ripeterà il giorno dopo a proposito del suo partito). Ed è come dire a nuora (gli ascoltatori-telespettatori-elettori di centrodestra) quel che suocera (Matteo Salvini) deve intendere: “Per quanto ci riguarda”, dichiara solennemente il Cav., “con questo risultato elettorale Forza Italia certifica il radicamento diffuso e il ruolo insostituibile, come unica espressione nel panorama politico della tradizione liberale, della tradizione cattolica, della tradizione garantista”. Terzo indizio: il giorno dopo il voto tutti i dirigenti di Forza Italia, dalla capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini ai coordinatori delle regioni meridionali, lodano Santelli ribadendo il concetto: “Forza Italia punta da sempre sulla ripartenza del Mezzogiorno per un paese che vada a una sola velocità”, dice Gelmini. “E su questa linea”, insiste, “si è mossa la nostra intensa attività parlamentare in questa e nelle precedenti legislature.

 

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Nuovo sprint ed energia, dunque, che Forza Italia saprà convogliare da subito per rafforzarsi e rilanciarsi come partito liberale, riformatore, pilastro della coalizione di centrodestra di cui è il movimento fondatore e che ha solo nel gioco di squadra la chiave vincente. I temi al centro del paese, oggi, sono i nostri: lavoro, imprese, giovani”. E insomma, alla fine si capisce che Forza Italia, nonostante il calo degli ultimi anni, non si sente per nulla in calo nella sostanza, anche viste le circostanze del governo Conte bis. Ci sono infatti molti parlamentari che potrebbero (come quelli renziani) giocare un ruolo nei prossimi equilibri, e ci sono le regioni messe in mano a propri esponenti nonostante (e forse anche un po’ in barba, vista l’evidente soddisfazione del Cav.) il primato nazionale della Lega: la Calabria è infatti l’ultima bandierina dopo Piemonte, Molise, Basilicata. E se Giovanni Toti non si fosse messo in proprio, si poteva annoverare tra le bandiere azzurre pure la Liguria. Poi c’è il progetto di candidare in Campania l’ex governatore ed esponente di FI Stefano Caldoro.

 

Fatto sta che oggi Jole Santelli incarna la speranza di resurrezione di FI – ennesima resurrezione – dalle ceneri della Seconda Repubblica e di uno sprazzo della Terza. Non per niente il curriculum della neo presidente della Calabria è di quelli scolpiti nella storia del partito del Cav.: Santelli, infatti, sottosegretario alla Giustizia nei governi Berlusconi II e III, e al Lavoro nel governo Letta, è entrata nella Forza Italia delle origini (1994) da giovane avvocato che aveva alle spalle la collaborazione con lo studio Previti. E ha seguito tutto il cursus di parlamentare, prima, e di esponente del governo, poi, accumulando galloni per il futuro che ora si materializza sotto forma di “marameo” a Salvini. Un Salvini che pure, in Calabria, come ha ricordato lui stesso durante la notte post elettorale, è più volte sceso per dare sostegno, ha detto, all’allora candidata. E però in Calabria la Lega si è fermata al di sotto dei fasti precedenti – vedi elezioni europee in cui aveva preso il doppio dei consensi. Poi c’è quel pedigree centrista a far assurgere Santelli a presidente ideale per gli ex democristiani del centrodestra: la presidente è figlia di una madre impegnata nella Dc e nipote di un nonno che, forse in onore dell’einaudiano “conoscere per deliberare”, la portava ai comizi di Enrico Berlinguer ma anche di Giorgio Almirante, facendole nascere la passione per la politica. Ex vicesindaco di Cosenza, Santelli ha dedicato la vittoria ai genitori e ai nipotini “che come tutti i ragazzi della Calabria devono avere la speranza di poter tornare a vivere in questa terra”. Il personale e il politico si sono intrecciati nel suo caso a proposito di Sanità calabrese, provata da Santelli in prima persona per la cura del tumore contro cui ha raccontato di combattere ancora: “Da noi ci sono medici eccellenti – eccellenze in un mare di incompetenza e clientelismo, e io proverò a cambiare”. Lo diceva al Fatto quotidiano, tempo fa, ma era già il primo punto del programma.

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