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Le elezioni regionali in cifre

David Allegranti

I flussi in Emilia-Romagna portano da Grillo a Bonaccini. In Calabria il suicidio assistito dei 5 stelle

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Roma. L’Emilia-Romagna e la Calabria sono state due regioni, in momenti e per motivi differenti, molto generose con il M5s. La prima è la Regione del primo Vaffa-Day con Beppe Grillo (a Bologna), di Federico Pizzarotti sindaco di Parma, di Max Bugani tra i leader di Rousseau. La seconda è quella che ha regalato ai grillini 18 parlamentari nel 2018 alle elezioni Politiche.

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Roma. L’Emilia-Romagna e la Calabria sono state due regioni, in momenti e per motivi differenti, molto generose con il M5s. La prima è la Regione del primo Vaffa-Day con Beppe Grillo (a Bologna), di Federico Pizzarotti sindaco di Parma, di Max Bugani tra i leader di Rousseau. La seconda è quella che ha regalato ai grillini 18 parlamentari nel 2018 alle elezioni Politiche.

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In Emilia i 5 stelle votano per il Pd

Nel 2020 le cose sono cambiate non poco. Anzitutto in Emilia-Romagna. I grillini si presentavano con i 290 mila voti delle Europee (12,89), un dato già depurato dal voto delle elezioni politiche 2018, quando il M5s aveva superato il 32 per cento. Domanda: che fine hanno fatto quei voti? Secondo uno studio dell’Istituto Cattaneo, che ha analizzato i flussi di voti in 4 città (Forlì, Ferrara, Parma, Ravenna), parecchi di quei voti sono andati a Stefano Bonaccini: “Molti elettori pentastellati (il 71,5 per cento a Forlì, il 62,7 per cento a Parma, il 48,1 per cento a Ferrara) hanno scelto la candidatura di Bonaccini e solo una minoranza ha deciso di optare per il candidato del M5s (Simone Benini) o per il centrodestra di Borgonzoni. Nello specifico, gli elettori del M5s alle Europee 2019 che hanno scelto Benini sono stati il 23,4 per cento a Ferrara, il 16,6 per cento a Parma, il 12,6 cento a Forlì”. L’espansione elettorale dell’area di centrosinistra guidata da Bonaccini “è dovuta dunque alla maggiore capacità di attrazione degli elettori pentastellati, che di fronte all’alternativa tra destra e sinistra hanno optato in modo netto per lo schieramento del presidente regionale uscente”.

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E la Calabria, dove nel 2018 appunto aveva eletto ben 18 parlamentari? Il M5s ha preso il 6,27 per cento. Anche qui, niente di cui stupirsi viste le premesse e la spaccatura dei grillini sulla scelta del candidato Francesco Aiello. “Noi siamo fuori dalle logiche della partitocrazia tradizionale”, dice all’AdnKronos Nicola Morra, presidente della Commissione antimafia. Fuori anche dal consiglio regionale: zero seggi.

 

La crescita dell’affluenza

Le elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2014 passarono alla storia per la bassissima affluenza (appena il 37,71 per cento). Nel 2020 la partecipazione è cresciuta: 67,68 per cento, persino superiore alle Europee (67,3). L’anomalia era l’affluenza del 2014, non quella di domenica scorsa, scontata per il tipo di campagna elettorale (molto polarizzata) che è stata fatta. Secondo un’analisi dell’Istituto Cattaneo, la partecipazione è cresciuta di più proprio in quei comuni dove prevale il centrosinistra. Questo significa che oltre ai voti del M5s hanno pesato pure le Sardine? “Secondo me, sì. Non ho dubbi. Senza di loro, non avremmo avuto una partecipazione così alta e il centrosinistra non sarebbe cresciuto in modo così netto”, dice al Foglio Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Carlo Cattaneo. Le motivazioni della vittoria di Bonaccini insomma sono molte. “Accanto all’accento sul regionalismo della tornata elettorale su cui Bonaccini ha improntato il suo messaggio elettorale, la competizione in Emilia-Romagna si è giocata anche a un livello che potremmo definire ‘valoriale’, di contrapposizione ideologica tra un messaggio più legato ai valori tradizionali della sinistra – incarnato dalle Sardine –, e quello conservatore e securitario, chiaramente di destra, di Matteo Salvini (e Lucia Borgonzoni)”, scrivono Davide Vittori e Davide Angelucci in uno studio del Cise: “Un risultato questo che sembra essere in linea con una spiegazione multi-fattoriale e composita della vittoria di Bonaccini: per un verso, si è trattato di una vittoria spinta dalla buona amministrazione; per un altro verso, invece, fondamentale è stato l’apporto derivante dalla mobilitazione di piazza dei valori cari a una parte dell’elettorato di sinistra”.

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E allora Bibbiano?

Vi ricordate Bibbiano, dove la Lega è andata a speculare politicamente l’inchiesta dal pittoresco nome angeli e demoni? Il centrosinistra ha ottenuto il 56,7 per cento dei voti, superando di circa venti punti Lucia Borgonzoni, ferma al 37,43. E al Pilastro, il quartiere bolognese della citofonata? Bonaccini ha preso il 65 per cento, il Pd il 41, mentre la Lega è rimasta inchiodata al 19 per cento e Borgonzoni al 29 per cento.

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