Un giusto processo contro i pieni poteri
La difesa del leader della Lega sul caso Gregoretti mostra il lato più pericoloso del salvinismo: l’idea che i voti ricevuti ti possano permettere di essere considerato al di sopra della legge. Così Salvini è finito in un angolo proprio sull’immigrazione
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Nella memoria difensiva di Salvini sul caso Gregoretti c'è il nulla
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Un ministro italiano non è un caudillo sudamericano
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La Lega chiede al Senato di processare Salvini
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Salvini vittima di se stesso non della giustizia
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Dietetico, breve e “dal basso”. Il digiuno della Terza Repubblica
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Grande regolarizzazione
When in trouble, go pig. Matteo Salvini, ieri pomeriggio, nel corso di una diretta facebook, è tornato a occuparsi dei suoi problemi e lo ha fatto ricordando che “il 26 gennaio ci sarà l’eventualità di un processo nei miei confronti”. Salvini ha detto di non essere preoccupato, più che altro ha detto di essere “schifato e incuriosito”, e ha sostenuto che “solo in Italia possono provare a processare con l’ok del Parlamento un ex ministro che ha solo difeso i confini, la sicurezza e l’onore del paese”. “Mi vogliono mandare a processo – ha aggiunto l’ex ministro – per sequestro di persona perché ho bloccato per quattro giorni uno sbarco? Lo facciano. Io penso che non processeranno solo Matteo Salvini ma processeranno la stragrande maggioranza degli italiani”.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.