Oscar Farinetti (Foto LaPresse)

Eataly a 5 stelle

David Allegranti

“Conte mi piace. Il M5s ha svoltato. E il governo coi grillini è meglio di Salvini”. Parla Oscar Farinetti

Roma. Oscar Farinetti, come le sembra questo possibile governo Pd-Cinque stelle? “Qualsiasi cosa (nel rispetto della Costituzione e delle leggi) pur di rientrare tra le nazioni normali: che si sentono in Europa, in armonia con il mondo e che sanno ancora provare il sentimento della pietà. Dunque evviva questo possibile governo. Spero che si faccia”, dice al Foglio.

 

Ma dei Cinque stelle che ne pensa? Sono un rischio o possono essere “romanizzati”? “Penso che chiunque conquisti la vittoria sulla base della protesta clamorosa, poi quando va a governare si trova in difficoltà. Come mettere a fare l’allenatore un ultras”.

 

“Ma forse – continua Farinetti – è anche il modo più rapido per diventare normali. Cioè con dei dubbi e smettendo di pensare che son tutti disonesti o incapaci tranne sé stesso”.

 

E da imprenditore pensa che questo governo farebbe bene alle imprese? “Lo spero. Per quelle come la mia che operano soprattutto all’estero non sarà difficile. E’ già molto smetterla di parlare male dell’Europa. Infine le dico questo: i nostri ‘balletti’ sono nulla rispetto a ciò che avverrà a novembre del 2020 in America. Se tornerà a vincere Trump saranno problemi seri per tutti. I vari ducetti sovranisti sparsi per il mondo riprenderanno fiato, trovando una strada facile per affermarsi. Se invece vincerà un democratico il mondo avrà modo di incamminarsi verso i sentimenti buoni. Ancora una volta, dopo settantacinque anni, sarà vitale uno ‘sbarco’ degli americani. Ma di quelli buoni”.

 

E Giuseppe Conte come le pare? “Mi sembra un tipo normale, per bene. Personalmente ho apprezzato il suo stile. Tenendo conto che è partito molto svantaggiato, apparendo come un burattino in mano ai due capitani, ora possiamo dire che se l’è cavata. Fossi al posto di Nicola Zingaretti me lo farei piacere”.

 

Il proprietario di Eataly apre dunque, senza dubbi, al governo fra Pd e Cinque stelle. Già l’anno scorso, parlando sempre con il Foglio, aveva suggerito ai Democratici di avviare un dialogo con i grillini. “Sembra che i 5 stelle abbiano compiuto una svolta epocale: dichiarano disponibilità al compromesso, a collaborare, a rinunciare a parte del proprio programma annunciato, a sentire le ragioni altrui. Comprendo bene le resistenze di chi si è sentito insultato e mandato a ‘quel paese’ per anni”. Tuttavia, disse Farinetti nell’aprile 2018, “occorre tenere conto della loro svolta”.

In quell’occasione, il mondo renziano andò in subbuglio. E anche oggi è così, basta leggere cosa twitta Giuliano da Empoli, che agli “Ingegneri del caos” ha dedicato il suo ultimo libro per Marsilio. “Quest’idea che nel M5s ci siano diverse ‘anime’ in conflitto tra loro fa ridere. L’unica anima del Movimento è un algoritmo di proprietà della Casaleggio Associati, che si avvale, di volta in volta, degli ‘avatar in carne ed ossa’ (cit. Supernova) utili a raggiungere i suoi scopi”, scrive l’intellettuale vicino a Renzi. E ancora: “C’è una linea piuttosto sottile (ma essenziale) che separa l’esercizio del senso di responsabilità dall’harakiri”. Evidentemente, il Pd è disponibile a valicarla. D’altronde, “i Cinque stelle hanno svoltato”. Dice Farinetti.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.