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W il referendum non omeopatico

Giuliano Ferrara

Fine dei popcorn. Ai bolsonaristi e balconisti bisogna scombinargli il gioco, rimettendosi in gioco

Raro che il chirurgico Francesco Cundari risulti più sconclusionato di me. E’ successo. Qui s’era detto. I grillozzi non hanno inventato il reddito di cittadinanza o revenu de base o universal income o come volete chiamarlo: è invenzione antecedente di economisti che lavorano dentro istituzioni capitalistiche. Si sono limitati, i grillozzi, a degradare la proposta in sussidio di pigranza e incentivazione al nero, oltre tutto senza caratura universalistica, per pochi, per clientes vecchio stile (nell’argomentazione a difesa possono vincere i sottosegr. dell’esimio gobierno, ma a patto che li contrasti su Sky il professor Seminerio, per altri versi benemerito, che deve cambiare subito il taglio dei capelli o coiffure e smettere di dire skill, che fa “The Game”, che fa élite, che fa baricchesca rimessa in gioco poco poco). Inoltre s’era detto, non così autorevolmente e sapendo che possiamo sbagliare (l’ultima lista fogliante, contro il Cav. alla Camera, prese lo 0,3 per cento e spicci: aborto? no, grazie): facciamo un referendum abrogativo sul sussidio, visto che Calamandrei e Pannella e i padri, che Cundari dovrebbe rispettare, vollero immettere in Cost. un elemento di democrazia diretta a correzione dell’univocità della democrazia rappresentativa (perché i grillozzi non hanno inventato la democrazia diretta, cercano di degradarla eccetera). 

  

 

La proposta ha un senso nazional-politico e popolare. Metterebbe in grave imbarazzo il blocco sociale della Lega, ostile all’improvvisazione mangereccia e favorevole a combattere la povertà a mezzo del lavoro, piano del lavoro casomai. Poi è arrivato uno pseudonimo intelligente che ha scritto sul Tempo de Roma: posto che siano cinque milioni a usufruire, tra gride e gridi di guerra civile e invidia sociale, dello strumento nato zoppo dalle mani del nume Giggino, gli altri cinquanta milioni e passa lo pagano. Referendum vinto in partenza. Noi non ne siamo sicuri, dal basso della nostra esperienza, ma non si può escludere l’argomento ad cinismus.

 

A questo punto Cundari che fa? Scrive sul benemerito Left Wing che è grazie a Calamandrei e Pannella e Costituzione se siamo arrivati alla parodia di Rousseau, il che è falso se non controveritativo. Aggiunge che un referendum sarebbe cura omeopatica, combattere il male rousseauviano con altro male similare, un contravveleno che peggiora le cose. Bastano i partiti, un buon congresso del Pd, e la cosa è fatta. Tanto più che la battaglia è già vinta, come si è visto per la manovra, lo scontro fasullo con l’Europa eccetera. Dunque, tutti a casa, a godersi lo spettacolo votando alle primarie Zingaretti o Martina. Tutti al mare, come nel tempo dell’errore che causò la ruina sua, di Craxi. Dove sia vinta la battaglia contro i gialloverdi qui non si vede bene, non ancora, sebbene si speri anche meglio di come si vede. Per ora si sono messi in divisa militare e si sostengono l’un l’altro con una certa tenacia. Agitano simboli sinistri e mirano a un bipolarismo tra bolsonaristi e balconisti, come dice il nostro amato direttore. Non si può provare a scombinargli il gioco, rimettendosi in gioco poco poco? Cundari è un teorico e un politologo di vaglia, di rango, che stimo: perché ora i popcorn?

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.