Matteo Salvini (foto LaPresse)

Su Tav e trivelle la Lega fa opposizione al governo

Dopo le polemiche sull'immigrazione tra Salvini e Conte il Carroccio attacca il M5s che vuole fermare l'Alta velocità e le estrazioni

Dialogare, chiarirsi, superare le incomprensioni, è il mantra del nostro secolo. Col dialogo tutto s'aggiusta e il mondo può diventare un posto migliore. Dialogare, chiarirsi, superare le incomprensioni, in politica, non sempre è un bene. Soprattutto se la cosa avviene all'interno di una maggioranza come quella gialloverde. Perché passare dal non detto al detto, a volte, può alimentare lo scontro piuttosto che placarlo.

   

Così è successo che mercoledì, mentre a La Valletta, dopo 19 giorni di agonia, sbarcavano i migranti delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye, mentre l'Unione europea annunciava che parte di quei migranti sarebbero stati accolti in Italia, da Varsavia Matteo Salvini tuonasse: “Serve un chiarimento”. Chiarimento c'è stato, Salvini si è dovuto piegare al principio di realtà ma in compenso 24 ore dopo la sua Lega ha iniziato a fare opposizione al governo di cui fa parte.

 

Difficile dire se siamo all'inizio della fine. Probabilmente no. Ma su Tav e trivelle il partito di Matteo Salvini ha deciso di andare allo scontro con il M5s. Sabato 12 gennaio il popolo Sì Tav tornerà a radunarsi in piazza San Carlo a Torino. Danilo Toninelli, che ha appena ricevuto l'analisi costi-benefici dell'opera, per ora ha preso tempo. È chiaro che i grillini vorrebbero bloccarla. Ma l'alleato di governo la pensa molto diversamente. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario regionale in Piemonte, ha già fatto sapere che sarà in piazza: “Siamo pronti a sostenere con forza le ragioni dei Sì Tav, anche sabato in piazza Castello a Torino, a fronte della dichiarata scelta di apoliticità del comitato promotore della manifestazione. La Lega non ha mai avuto dubbi: la Tav va realizzata, perché è una risorsa preziosa per lo sviluppo strategico dell'economia piemontese, e di tutto il paese. Nel caso la valutazione costi/benefici, nelle mani del Ministro delle Infrastrutture Toninelli, dovesse dare esito negativo, siamo pronti a sostenere un referendum consultivo che dia la parola, e la decisione finale, ai piemontesi”.

 

E il senatore del M5s, Alberto Airola, attacca: “La Lega alla manifestazione pro Tav? Una vergogna”.

 

Sulle trivelle la situazione è più o meno la stessa. Il sottosegretario grillino del Mise, Davide Crippa, ha annunciato la presentazione di un emendamento al decreto Semplificazioni per bloccare le trivelle. Ma per il senatore Paolo Arrigoni, coordinatore energia della Lega, “l'emendamento sulle trivelle del M5s, è profondamente sbagliato. Si esporrebbe a elevato rischio di chiusura un comparto imprenditoriale di eccellenza del nostro paese, con perdita sicura di centinaia di posti di lavoro. La sospensione per due anni di tutte le attività di ricerca e prospezione già autorizzate e la previsione ex-post della revoca dei permessi già rilasciati farebbe correre al nostro paese il rischio di pesanti contenziosi in sede arbitrale a livello internazionale con fortissime ricadute sull'erario e dunque sugli italiani che sarebbero costretti a pagare pesantissime conseguenze”.

 

Certo, forse Arrigoni dovrebbe ricordare quando Salvini e il suo partito, “alla faccia di Renzi”, facevano campagna a favore del sì al referendum che voleva fermare le trivelle ma, si sa, “solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”.   

  

  

Nel frattempo, come se non bastasse, il Consiglio dei ministri che doveva dare il via libera al maxi decreto con reddito di cittadinanza e quota 100, è stato rinviato alla settimana prossima. La data dovrebbe essere quella del 18 gennaio (Luigi Di Maio rientrerà dal suo viaggio negli Stati Uniti il 17). Un ulteriore segnale che la situazione all'interno del governo è tutt'altro che tranquilla.

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