Luigi Di Maio e Matteo Salvini (foto LaPresse)

Sveglia. O si cambia Manovra o si torna al 2011

Claudio Cerasa

Dove porta il suicidio dell’Italia e perché Salvini e Di Maio da lunedì avranno un problema di nome “Omt”

Le notizie arrivano veloci e giorno dopo giorno somigliano sempre di più ai disegni per i bambini con i puntini da unire. Anche ieri i puntini non sono mancati e alcuni di questi meritano di essere riportati sul taccuino se mai ci fossero ancora dubbi su qual è il disegno strategico che sta emergendo tra le pagine del governo del cambiamento. Puntino numero uno: per la prima volta dal 2013 lo spread tra btp decennali e bund tedeschi ha raggiunto una soglia superiore ai 340 punti base. Puntino numero due: lo spread della Grecia rispetto all’Italia, arrivato ieri mattina sotto i 70 punti base, si trova a un livello che non si vedeva dal 2009. Puntino numero tre: il differenziale fra i titoli italiani e quelli spagnoli ieri è arrivato al suo massimo storico ovvero a un passo da quota 200. Puntino numero quattro: nel mese di agosto gli investitori stranieri hanno realizzato vendite nette di titoli di stato italiani per 17,4 miliardi di euro, che diventano 66,5 miliardi se si spostano le lancette dei calcoli all’inizio di maggio. Puntino numero cinque: ad agosto 2018, come riportato dall’Inps, in corrispondenza con l’entrata in vigore del decreto dignità sono diminuite di 17 mila unità le assunzioni in somministrazione rispetto al 2017 e di 23 mila quelle a termine. Luigi Di Maio e Matteo Salvini sembrano impegnati a occuparsi di tutt’altro (“non sono uno scemo”, “non sono un bugiardo”) ma mentre i due vicepresidenti del Consiglio hanno scelto di dedicare buona parte delle proprie energie al tema della manina della Famiglia Addams comparsa in Consiglio dei ministri c’è un fatto elementare decisamente più importante che il governo del cambiamento avrebbe il dovere di capire prima di spingere verso il suicidio l’economia italiana: la ragione per cui l’Italia sta perdendo ogni giorno un pizzico della sua credibilità è legata al fatto che Salvini e Di Maio hanno scelto scientificamente di eliminare ciò che negli ultimi anni ha permesso a tutti noi di salvarci la pelle.

  

L’Italia ha superato la crisi del 2011, che a differenza di oggi era una crisi che riguardava l’Europa e non la sola Italia, grazie a una riforma delle pensioni che oggi Salvini e Di Maio vogliono scassare; grazie a un’attenzione all’avanzo primario che oggi Salvini e Di Maio vogliono superare; grazie alla riforma di un articolo della Costituzione che Salvini e Di Maio voglio stralciare (articolo 81: lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio). E grazie a una serie di riforme, come il Jobs Act, senza le quali difficilmente la Bce avrebbe avuto la forza di aprire quell’ombrello chiamato QE che protegge anche l’Italia da attacchi speculativi simili a quelli del 2011.

 

Un paese con un debito pubblico mostruoso come l’Italia, per non avere problemi a piazzare ogni anno i suoi quattrocento miliardi di euro in titoli di stato, ha bisogno di fare tutto il necessario per essere considerato credibile, affidabile e responsabile, ma purtroppo per l’Italia Salvini e Di Maio in modo forse involontario, o forse no, hanno scelto di aggredire tutto ciò che ha permesso all’Italia di tornare a essere un paese più credibile, più affidabile e più responsabile rispetto al passato. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere e se non fosse necessario aggiungere un ulteriore puntino al disegno del lucido suicidio dell’Italia.

 

Un puntino composto da tre lettere che ci permettono di spiegare bene per quale ragione le tensioni italiane non hanno avuto ripercussioni significative sul resto della zona euro. Le tre lettere sono quelle dell’“Omt”e dietro a questo nome tecnico c’è tutta la dimensione della crisi italiana. L’Omt è un piano anti spread che la Bce potrebbe far scattare in caso di emergenza per i paesi che ne facciano richiesta e consiste nell’acquisto di titoli di Stato a breve termine sul mercato secondario per ridurre le pressioni derivate dallo spread e placare così preoccupazioni sui mercati finanziari. Quello che tutti sanno è che per poter ricevere gli aiuti previsti dall’Omt è necessario sottoscrivere un programma di condizionalità (un memorandum).

 

Quello che in pochi sanno invece è che nella dichiarazione dei capi di Stato e di governo della zona euro all’Eurosummit del 29 giugno 2012 c’è un passaggio chiave che spiega a quali condizioni l’Omt può essere richiesto: “Affermiamo il nostro forte impegno a fare ciò che è necessario per assicurare la stabilità finanziaria dell’area Euro, in particolare usando gli strumenti esistenti del EFSF/ESM, in maniera flessibile ed efficiente, in modo da stabilizzare i mercati finanziari per gli Stati membri che rispettano le loro ‘Country Specific Recommendations’ e i loro altri impegni, includendo le rispettive tempistiche, sotto il Semestre europeo, il Patto di stabilità e crescita e la Macroeconomic Imbalances Procedure”. In sostanza, l’Omt non si può attivare in un paese che viola le regole. O meglio, un paese che viola le regole può attivare l’Omt a condizione di fare marcia indietro sulle regole violate. Avete capito il problema: in caso di necessità, l’Italia sarebbe l’unico paese dell’Eurozona a non potere applicare l’Omt e per poterlo richiedere avrebbe bisogno di trovare, in questo Parlamento, una maggioranza disposta ad archiviare l’intero contratto del governo del cambiamento. Parlare di Omt oggi è certamente prematuro, ma se Salvini e Di Maio vorranno trovare un modo per evitare di avvicinarsi a passi veloci verso il 2011 dovranno correggere in fretta la manovra: prima di ritrovarsi a fare i conti con la bocciatura della Commissione europea, il declassamento delle agenzie di rating e magari un’asta deserta per i titoli di Stato. O la manovra cambia o in un modo o in un altro a cambiare saranno i manovratori.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.