Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Di Maio ricicla tutto. Nelle liste anche un iscritto alla Lega (a sua insaputa)

David Allegranti

Leonardo Franci, in corsa nel collegio uninominale di Siena per il M5s, nel 2009 e nel 2011 si è candidato a sostegno di sindaci del centrodestra ed è tesserato del Lega. Ma si difende: “Ho solo dato 20 euro per aiutare un amico”

Roma. Tra gli aspiranti parlamentari del M5s ci sono ex dirigenti del Pdl, come Salvatore Caiata, e persino eletti a sostegno di sindaci Pd, come l’ammiraglio Rinaldo Veri. Mancava invece quello con un passato da pluricandidato del centrodestra. È Leonardo Franci, in campo all’uninominale a Siena per il partito di Beppe Grillo. Nel giugno 2009 Franci, commercialista classe 1983, era scese in campo al consiglio comunale di Bucine, provincia di Arezzo, in una lista di centrodestra a sostegno della candidata sindaco Nicoletta Zampi, sostenuta da Pdl, Lega Nord e Udc.

 

  

Ora, il regolamento del M5s è piuttosto preciso sul tema: l’aspirante candidato “non dovrà aver mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello, né aver svolto un mandato elettorale o ricoperto ruoli di amministratore e/o componente di giunta o governo, con forze politiche diverse dal MoVimento 5 Stelle a far data dal 4 ottobre 2009”. La tempistica dà ragione a Franci, in questo primo caso.

 

 

 

Nel secondo però no. Il commercialista montevarchino nel 2011, quindi ben oltre la data del 4 ottobre 2009 stabilita dalle regole del M5s, si è candidato nella lista di centrodestra “Prima Montevarchi” a sostegno di Luciano Bucci (appoggiato anche dalla Lega Nord). Non esattamente un campione di preferenze: appena 14. Quindi a causa di questa seconda candidatura Franci è in violazione del regolamento del M5s, proprio come l’ammiraglio Veri che proprio per questo a poche ore dalla candidatura ha dovuto abbandonare la nave.

 

Non solo: Franci è tutt’ora iscritto alla Lega, come conferma il segretario della Toscana Manuel Vescovi. La tessera del 2017 infatti è valida fino al 31 marzo di quest’anno. “Adesso lo espelleremo”, dice Vescovi al Foglio. Il regolamento del M5s stabilisce che il candidato al Parlamento “non dovrà essere iscritto ad alcun altro partito”. Il Foglio ha cercato Franci per chiedere un commento, ma il candidato del M5s ha spiegato di dover prima chiedere l’autorizzazione alla comunicazione del M5s. “Ho firmato le regole del Movimento e devo rispettarle”. 

 

La difesa. Dopo qualche ora Franci, attraverso un post su Facebook, ha raccontato la sua versione dei fatti: “Nel 2017 a Montevarchi ho dato 20 euro a un mio caro amico, candidato consigliere comunale per la Lega Nord, Andrea Pesucci. Un aiuto personale dato a un amico. Certo, non potevo mai pensare che quella fosse una modalità per iscriversi al partito e mi meraviglio che una persona, senza saperlo, possa trovarsi così tesserato alla Lega”.

 

“A poche ore dalla pubblicazione della mia candidatura ho già imparato una piccola lezione - prosegue - quanto è basso l'attuale livello della politica Italiana. Poco male perché se i miei avversari politici utilizzano questi mezzi per fare campagna elettorale e non si sforzano di misurarsi sui contenuti significa che probabilmente sono un candidato da temere”. Quindi un post scriptum: “Se il Dott. Borghi e suoi seguaci continueranno sui social a “sporcare” la mia immagine da professionista valuterò assieme ai miei legali come difendere la mia reputazione”.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.