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"Forza Europa" piace ai francesi e si fa lista (con i Radicali). Nasce "+ Europa"

Marianna Rizzini

La lista è guardata con molto interesse dal Pd, seppure con il solito interrogativo sulle mosse anche impercettibili di Bonino rispetto a Giuliano Pisapia e viceversa

Roma. Hanno cominciato col dire “Forza Europa”, ma domani, a Roma, presenteranno, insieme a Emma Bonino e ai vertici di Radicali italiani, la lista europeista-federalista “+Europa” (la grafia non è casuale, come il simbolo “variopinto ma non arcobaleno”, con il nome di Emma Bonino in evidenza). Una lista che, in questo momento di incertezza anche sondaggistica, è guardata con molto interesse dal Pd, seppure con interrogativo amletico costante sulle mosse anche impercettibili di Bonino rispetto a Giuliano Pisapia e viceversa. Intanto, però, i liberal-europeisti di “+ Europa” hanno catturato sguardi all’estero: il presidente francese Emmanuel Macron, infatti, vuole lanciare una formazione-coalizione paneuropea per le elezioni del Parlamento Ue (nel 2019), e per quanto riguarda l’Italia guarda a “Forza Europa/+ Europa” (oggi uno dei più giovani promotori di “Forza Europa”, Piercamillo Falasca, ne parlerà con il francese Antoine Arel, che in Italia ha animato uno dei comitati macroniani di “En marche”). Ma qual è la direzione della lista? Quali i potenziali sostenitori? Quale la presa sull’elettorato? Dice il presidente di “Forza Europa” Benedetto Della Vedova: “Non da da oggi, ma almeno dall’estate del 2016, al Congresso del Partito radicale transnazionale di Rebibbia, e cioè da molto prima che questa legge elettorale facesse tornare in campo le ipotesi di apparentamento, ho posto il tema di quello che è oggi il discrimine tra formazioni politiche. Non più destra-sinistra, ma aperto-chiuso, per esempio chiusura commerciale verso apertura dei mercati, oppure: chiusura più o meno netta verso i migranti, verso una gestione ragionevole con flussi legali. In Italia il tema diventa: dentro o fuori dall’Europa? Macron, nel discorso della Sorbona, ha espresso quello che secondo me oggi è il vero spirito europeista, lontano mille miglia dalla grandeur sovranista. E penso che il vero futuro dell’Italia si giochi in Europa. Dopodiché, se la mettiamo sul tema ‘apparentamento’, è ovvio che in Italia, in questo momento, l’europeismo è più dal lato Pd, anche se quando Matteo Renzi dice ‘Europa sì ma non così’ io dico ‘Europa sì anche così’. Se però mi si chiede: ‘L’apparentamento è fatto?’, la risposta è no. Vedremo. Intanto abbiamo scritto una lettera aperta al presidenti del Consiglio sul tema delle firme: come ha detto Emma Bonino, ci si potrebbe ritrovare a raccogliere 50mila firme con modalità medievali tra Natale e Capodanno. E’ una questione di accesso alla democrazia. Il mio auspicio è che l’apparentamento ci sia, ma dobbiamo superare lo scoglio della raccolta-firme”.

 

Intanto i Radicali italiani che, come dice il segretario Riccardo Magi, stanno “attuando la mozione congressuale che impegna la dirigenza a promuovere una lista federalista europea che abbia al centro l’obiettivo ‘Stati Uniti d’Europa’, sottolineano, “controcorrente rispetto al dibattito pubblico di questi giorni, che le grandi questioni del nostro tempo ci fanno guardare alla Ue come all’unica risposta possibile. E questo tema viene prima di ogni altro punto programmatico”. “+Europa”, dice Falasca, “perché l’idea è quella di una lista che dica agli italiani che per risolvere i problemi del paese ci vuole più integrazione europea. Una lista che, in questa fase storica, ponga anche il tema della difesa di una Ue che ci ha garantito comunque sessant’anni di pace e prosperità”. Negli ultimi mesi, l’associazione “Forza Europa”, oltre al sostegno di Emma Bonino e dei Radicali, ha raccolto l’interessamento di Carlo Calenda, Carlo Cottarelli, Roberto Saviano, nomi a cui si guarda anche oggi in fase di lancio. Si guarda a un elettorato di “idee avanzate”, sparso tra le aree ex montiana, liberale, renziana deluso, ovviamente radicale. “Non vogliamo la sanatoria di organizzazioni pre-esistenti”, dice Falasca, consapevole però che “la prospettiva è ambiziosa” (e intanto resta il suddetto problema della raccolta-firme).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.