Il retroscena del retroscena, quello che i politici non vi dicono
Il Conte Max, il Cav. e i due Matteo. Le interviste dell’estate tradotte per decifrare la prossima campagna elettorale
Roma. A un certo punto, in politica, arriva il momento del disvelamento, quando la scena prende il sopravvento sul retroscena. Non capita spesso, per questo la stagione si è appena riaperta e già piovono interviste nelle quali i politici dicono una cosa ma ne pensano chiaramente un’altra. Qui proviamo a fornire l’interpretazione autentica del loro pensiero.
Ma siete matti? Fosse per me, D’Alema sarebbe già in pensione, a occuparsi di vino a tempo indeterminato. Se la sinistra non riesce a trovare l’unità è per colpa sua. Ma come? Dopo vent’anni di berlusconiani e antiberlusconiani, adesso Mdp e soci vorrebbero dividere l’Italia in renziani e antirenziani. Se continuano così, io torno a fare l’avvocato. Mica sono scemo!
Berlusconi ha fatto il suo tempo. Adesso servono leader più giovani, tocca a Salvini. Sciogliamo Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e facciamo un unico grande partito repubblicano. Berlusconi si occupi della famiglia, delle aziende, faccia il nonno e il fondatore. Faccia l’Eugenio Scalfari del centrodestra. Io non me la sento, eh, beninteso. Sto soltanto dando dei suggerimenti, mi spiego presidente?
Fosse per me, mi accontenterei di fare il ministro dell’Interno in un governo di centrodestra, ma tanto non me lo consentiranno. Quindi tanto vale provare il colpo grosso e puntare alla leadership. Berlusconi è stato un grande ma appartiene a un’altra epoca. Se potessi, farei fuori anche Maroni, ma non sono abbastanza forte in Lombardia. Io voglio davvero trasformare la Lega Nord in una Lega nazionale, dimenticandomi dei vari Bossi che mi stanno sul groppone. Comunque, un governo di centrodestra al momento non ce lo vedo. Invece sai che con il M5s…
Non ne posso più di questo giovanotto con l’orecchino e la barba che mangia salamella e non ha mai lavorato in vita sua. Sì, parlo di Salvini. Purtroppo però, se voglio evitare l’accordo con l’altro Matteo, di cui non mi fido assolutamente, devo farmelo piacere. E debbo pure fingere che mi piacciano le sue sciocchezze, come la doppia moneta. Nel frattempo però, per logorarlo e fargli saltare i nervi, cambio il possibile candidato premier ogni giorno. L’importante è che non sia lui.
Della legge elettorale non ce ne frega nulla, in realtà vogliamo solo dimostrare che il Pd non sa come far saltare la legge sui vitalizi. Ma neanche dei vitalizi ce ne importa un granché.
Abbiamo già deciso tutto, solo che non possiamo dirlo. Il candidato presidente del Consiglio è Luigi Di Maio. Il voto su Rousseau sarà solo una ratifica. Mica penserete che il sistema operativo voluto da mio padre sia a disposizione della gente? Figuriamoci. A dirla tutta, le persone mi stanno pure sulle scatole…
Ma chissenefrega della Sicilia! A me basta solo mandare a casa Renzi. Non deve solo perdere, deve proprio andarsene. Via, sciò. Mi ha pure fatto cacciare dalla presidenza delle fondazioni socialiste…
Ma chi me l’ha fatto fare? Non dico solo il maledetto referendum costituzionale, eh. Dico: io non volevo diventare segretario. Troppe rotture di scatole, ora pure Franceschini vuole farmi le scarpe. Ma quando c’è da fare le liste per il Parlamento si ride. Mi metto in una stanza con il Lotti; penna, foglio e tanti saluti.