Fenomenologia di Fusaro, intellettuale disorganico perfetto per Lega e M5s
Anticapitalista con la Lacoste, si autodefinisce scomodo e parla con la stessa chiarezza di un comizio di Vendola
Roma. Auto-attribuirsi una patente di intellettuale emarginato, di dissidente rispetto al cosiddetto “pensiero unico”, insomma risultare “scomodo al sistema”, è la prima via per trovare successo e dimostrare al contempo di non essere davvero un emarginato. Gli irregolari, ai margini, ci sono per davvero, non come Diego Fusaro, il filosofo della supercazzola, che dirige collane editoriali (Bompiani), sforna libri con case editrici prestigiose (Bompiani, Einaudi), ha insegnato all’università (San Raffaele), gode della stima di augusti luminari del pensiero filosofico ed è perennemente in tv (soprattutto su La7).
Per anni è stato, nell’immaginario di migliaia di liceali, un bignami di filosofia gratis su Internet, con il suo filosofico.net che ha fatto la felicità di allievi alla ricerca di una Wikipedia su Platone, Nietzsche e Husserl. Oggi Fusaro, classe 1983, è il punto di riferimento dei frequentatori del bar di Guerre Stellari; complottisti, a vario titolo identitari, populisti e fasciogrillini. E’ l’intellettuale disorganico perfetto per un’alleanza rossobruna, o solo parecchio bruna, o per un’alleanza grillo-salvinista fra la Lega e il M5s, in attesa che la sinistra anti-Pd capisca da che parte stare (Fusaro è pur sempre un feroce anticapitalista e antiliberista). Ha un pubblico, intendiamoci, e forse neanche troppo piccolo, cui regala ogni giorno perle sui social network, da Twitter a Facebook, che compulsa spargendo il seme della dissidenza (l’ultimo libro, einaudiano, si chiama “Pensare altrimenti”). Leggendo i suoi status su Facebook o i suoi tweet, viene da chiedersi spesso se in realtà non ci stia prendendo tutti per i fondelli o se ci creda davvero a quel che picchietta sulla tastiera. La sua biografia su Twitter è già un programma. “Allievo indipendente di Hegel e Marx (solo che loro non lo sanno, ndr). Al di là della destra e della sinistra. Anticapitalista in lotta per l’emancipazione umana”.
La comunicazione fusariana, che si esprime anche attraverso monologhi su YouTube, è ossessiva. Fusaro se la prende in continuazione contro la “dittatura della lingua inglese”, anche condividendo costantemente suoi video (tradotti in inglese!). “L’odierno uso criminale della lingua inglese – ha scritto su Lo Spiffero –, imposta come destino e come necessità sistemica del processo di globalizzazione, procede di conserva con il tragico smantellamento degli Stati nazionali, rimpiazzati dalla governance globale, ossia dal potere economico deterritorializzato delle multinazionali e dei banchieri apolidi. Chi non se ne accorge, è cieco o in cattiva fede. Chi asseconda tutto questo, nel duplice e sinergico movimento di abbandono della sovranità nazionale e della cultura italiana (quale si esprime nella nostra splendida lingua), è uno sprovveduto o un criminale”. Hai voglia poi a spiegare a Fusaro che i “banchieri apolidi” non c’entrano un tubo con David Foster Wallace, Philip Roth, Bret Easton Ellis, e che per leggerli in originale l’inglese bisogna saperlo, e che sono pure belli da leggere nella lingua di quei puzzoni imperialisti. Ma l’inglese è solo una delle ossessioni fusariane, che alterna quelli che dovrebbero essere preziosi aforismi in 140 caratteri, a riflessioni la cui oscurità è pari solo a quella di certi comizi Nichi Vendola. Tant’è che Fusaro si è meritato anche un fake, Diego Fuffaro, che lo prende in giro su Facebook, ma la vanità del filosofo torinese è così enorme che potrà esserne solo contento. Nume tutelare del fuffarismo è Costanzo Preve, studioso di Marx che teorizzò il superamento della dicotomia destra-sinistra, ha scritto Raffaele Alberto Ventura su minimaetmoralia.it, “caldeggiando la nascita di un fronte comune — ‘rossobruno’ come dicono alcuni, o ‘eurasiatico’ come dicono altri — contro il capitalismo. Per questo motivo, alla fine della sua vita Preve si trovò a pubblicare i suoi libri per editori di estrema destra (Edizioni all’insegna del Veltro, Settimo Sigillo…) accanto a Julius Evola, Corneliu Codreanu e Robert Faurisson”. Insomma Fusaro è contro il capitalismo (ma allora perché si mette le polo della Lacoste e le felpine con la scritta Diesel in evidenza? Non ci sono troppi loghi per un no logo?), contro i “selfies” (“Mediante la pratica del selfie, l’individuo immortala sé stesso e poi rilancia l'immagine di sé moltiplicata e frammentata nella rete, per ottenere consenso da parte degli altri individui essi stessi atomizzati. Per ottenere i likes e per avere seguito presso sempre nuovi followers, come usa dire nel mondo alienato delle solitudini connesse via internet”; tutto bellissimo, ma allora che te ne fai di quel book fotografico di primi piani su Facebook?), contro l’Europa, (“L’Europa è un progetto criminale che serve a svuotare la politica e a produrre quel cretinismo economico che vediamo rappresentato ovunque”), contro i migranti e contro i gay (spesso mette insieme le due cose). Due giorni fa, su Lettera43.it, dove ha un blog, ha pubblicato un pezzo intitolato “Kalergi lo sapeva: stanno sostituendo i popoli europei coi migranti”. Laddove Kalergi è il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, autore di “Paneuropa” e fondatore dell’Unione Paneuropea, teorico, secondo i complottisti, di un segretissimo “piano Kalergi” (che è come i Protocolli dei Savi di Sion) per creare una “razza mista”. Meno male però che ci sono gli sventatori di piani segreti, come Byoblu, Matteo Salvini e, appunto, sor Fusaro, secondo cui “per un verso, l’ideologia gender disgiunge la sessualità dalla funzione procreativa e contrabbanda il nuovo mito omosessualista, transgenderista e post familiare come paradigma glamour per le masse precarizzate e indotte all’abbandono del modello familiare borghese e proletario mediante riti di normalizzazione post moderna (gay pride, sfilate arcobaleno, Pussy Riot). Per un altro verso, l’immigrazione di massa voluta dai signori apolidi del capitale deporta in Europa masse di nuovi schiavi disposti a tutto pur di esistere e privi di coscienza di classe e di memoria dei diritti sociali”.
Fra i vari duelli affrontati da Fusaro, merita di essere menzionato quello con Gianluca Vacchi a “Matrix”, dove il filosofo in un servizio della trasmissione ha accusato il milionario esperto nell’arte del cazzeggio di essere un nichilista, in senso nietzscheano, nonché figlio “dello show” (tu quoque, Fusaro!). Vacchi lo ha ringraziato, perché “mi ha fatto un complimento, non so quanto consapevolmente” e ha spiegato perché non è così male sentirsi dare del nichilista, a partire dalla lettura di “Così parlò Zarathustra” e dalle tre metamorfosi dello spirito descritte da Zarathustra, cioè le tre fasi principali che la mente umana passa attraverso il processo della scoperta di se stessi. L’ultima delle tre fasi prima di approdare al Superuomo, trasfiguratore dei valori morali comuni, è rappresentata dall’immagine del fanciullo, che è il nuovo inizio, la cui volontà è innocente e creatrice al tempo stesso. E’ il fanciullo, ha detto Vacchi, che “attraverso la fantasia, l’incoscienza, l’inconsapevolezza e il gioco, ricrea i nuovi valori. Io sono il bambino, caro Fusaro!”. Cioè, il Superuomo. Anche Vacchi, insomma, deve essere un frequentatore del sito dell’allievo indipendente di Marx.
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