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Le capriole della destra a Roma

Redazione
Pare che il ritiro di Guido Bertolaso dalla corsa per il Campidoglio sia imminente. Berlusconi ora deve decidere tra l’urlo lepenista di Meloni e il buon senso.
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Pare che il ritiro di Guido Bertolaso dalla corsa per il Campidoglio sia imminente. Nel corso di una riunione, martedì, Silvio Berlusconi s’era impegnato, di fronte a mezza Forza Italia romana, ad annunciarlo già mercoledì sera alle 19, in tempo per andare a “Porta a Porta”, e poi essere la mattina dopo al Pincio per l’apertura della campagna elettorale di Giorgia Meloni cui sarebbe dovuto andare il suo appoggio. Ignazio La Russa (per FdI) e Altero Matteoli (per FI) avevano già scritto un documento d’intenti sull’unità del centrodestra. Tuttavia, nelle successive dodici ore, Berlusconi ha cambiato idea, forse innervosito dagli spifferi giunti alle orecchie dei cronisti e infastidito dai toni d’entusiasmo strombazzante dei sostenitori della Meloni.

 

Il Cav. ha fatto sapere – tattica? – d’essere persino disponibile a sostenere il candidato civico Alfio Marchini. Dunque il destino del centrodestra, e di Bertolaso, sarà deciso giovedì, nel corso di un ufficio di presidenza di Forza Italia a Palazzo Grazioli. Fonti vicinissime al Cav. dicono: “Alla fine sosterrà Meloni, è quasi inevitabile”. Peccato, aggiungiamo noi. Tutto comprensibile, ovvio, ma il modello vincente per il centrodestra è quello di Stefano Parisi a Milano, non quello trainato dalla bolla salviniana del lepenismo urlatore. Le bolle, elettorali ed economiche, si sgonfiano. Con esiti spesso tragici. Chissà. E in bocca al lupo.

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