Se sei troppo cattolico (o troppo grasso) non puoi candidarti per il Pd. Il caso di Bologna
Bologna. Nel Pd bolognese puoi candidarti liberamente, basta che tu non sia troppo cattolico o troppo grasso. Paolo De Fraia, classe 1961, iscritto alla Cisl, per poco meno di ventiquattro ore è stato uno dei candidati del Pd al consiglio comunale delle prossime elezioni amministrative di Bologna. Dopo aver votato all’unanimità la lista, il partito ha scoperto - ma secondo l’ex aspirante consigliere in realtà avrebbe solo fatto finta di scoprire - che De Fraia è un antiabortista convinto, secondo alcuni vicino al movimento delle “Sentinelle in piedi”, contrario alla teoria gender, da lui definita “un nuovo ordine mondiale”, e vicino al movimento “Amicizia civile” guidato dall’ex sindaco Walter Vitali. Tutto vero tranne, sostiene lui, l’appartenenza alle Sentinelle. Ma c’è di più: nel 2011 è stato anche candidato con Stefano Aldrovandi in una lista civica, quindi contro l’attuale sindaco del Pd Virginio Merola. Possibile che il Pd non sapesse nulla del suo potenziale consigliere comunale? Così dicono i dirigenti del partito di Matteo Renzi: “Non ci basta fare autocritica - spiegano i vertici - perché è evidente che qualche passaggio di informazioni tra noi in questi giorni è venuto meno e che ci sia stato un difetto di approfondimento. Abbiamo deciso di muoverci in modo fermo. ‘Siamo quello che facciamo", non è uno slogan ma una profonda convinzione: per questo, alla luce di quanto emerso in queste ore e d'intesa con il sindaco Virginio Merola, Paolo De Fraia non è più candidato nella lista del Pd per le prossime elezioni comunali”.
Ma lui, De Fraia, è un fiume in piena. Dice che non si candiderà con altre liste, con buona pace di Mario Adinolfi che è subito corso a Bologna per incontrarlo, e attacca i vertici del Pd. “La responsabilità per ciò che è accaduto? Bisogna chiederlo al Pd. Quello nei miei confronti era un siluro già pronto. Io non ce l'ho con Merola, ma con alcune anime del Pd, quelle secondo cui certe idee non possano trovare spazio". Secondo De Fraia il Pd sapeva tutto e non aveva bisogno di leggere chi fosse sui giornali locali: “Le bugie che hanno le gambe corte". "Ho avuto un incontro con Merola a cui ha partecipato anche il capo di gabinetto (Giuliano Barigazzi, ndr) e gli dissi che volevo essere leale con lui”.