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Passeggiate romane

Quatto quatto il prof. Gotor va a lezione di ostruzionismo da Calderoli

Redazione
Allora è vero quello che i renziani dicono per propaganda. E cioè che la minoranza del Pd ormai marcia di concerto con le opposizioni. Conciliabolo di minoranze per manovra anti renziana a Palazzo.
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Il venerdì Montecitorio è un deserto. I deputati sono già spariti dal giorno prima. Se se ne intravede qualcuno è solo perché è romano e deve passare in banca, o non ha fatto a tempo nei giorni delle sedute (dal martedì al giovedì, solitamente) a tagliarsi i capelli dal barbiere della Camera. Persino i giornalisti latitano, salvo quelli che hanno le postazioni fisse nella sala stampa. Per i corridoi del Palazzo sciamano solo i funzionari e gli impiegati. E si sta parlando di un venerdì normale. Figuriamoci venerdì scorso, 31 luglio. Non c’era quasi nessuno. Pochissimi giornalisti e un solo deputato senza più partito, vagante per il Transatlantico. Che ci faceva allora Miguel Gotor? Un senatore a Montecitorio si fa vedere solo per una seduta congiunta di Camera e Senato o per una riunione di corrente.

 

Gotor non era spinto né dall’una né dall’altra motivazione. Camminava lesto perché doveva parlare con qualcuno, possibilmente non a “casa propria”, cioè non a Palazzo Madama sotto gli occhi degli altri senatori. Un conoscente lo intercetta e fa per parlargli, ma lui, cortese e fermo nello stesso tempo, rimanda lo scambio di opinioni a dopo: “Scusa ho un appuntamento”.

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Vuoi vedere che Gotor deve incontrare Pier Luigi Bersani per stabilire con lui le prossime mosse della minoranza del Partito democratico? Forse dovranno decidere quale sia il modo più efficace per far logorare il governo.

 

Ma di Bersani nemmeno l’ombra. L’ex segretario del Pd non c’è e non c’è nemmeno il sigaro che lo accompagna. In compenso ha già fatto capolino a Montecitorio, senza che nessuno se ne accorgesse, Roberto Calderoli. Un altro senatore. Di più: un vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Madama. Però è l’unico leghista, gli altri hanno abbandonato la Camera e si sono rifugiati al nord.

 

Ma è proprio lui l’appuntamento non certo galante di Gotor? Sì è Calderoli. I due confabulano per un po’. Stanno studiando le prossime mosse per incastrare Matteo Renzi sulla riforma costituzionale.

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Passa di lì, inaspettatamente, anche un funzionario vicino al presidente del Consiglio e capisce al volo quello che sta succedendo. Ma allora è vero quello che i renziani dicono per propaganda. E cioè che la minoranza del Pd ormai marcia di concerto con le opposizioni. Il funzionario, che non ci voleva credere, ora ci crede.

 

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[**Video_box_2**]Del resto, Calderoli è un esperto non solo di riforme ma anche dei regolamenti del Senato. Chi meglio di lui può contribuire a un altro successo parlamentare della minoranza del Partito democratico a Palazzo Madama? Sa esattamente che cosa bisogna fare e quando bisogna farlo per tirare per le lunghe l’esame del cosiddetto ddl Boschi. Gotor invece è un senatore di prima legislatura. Acuto e intelligente sì, preparato anche, ma ancora non troppo esperto delle tecniche di guerriglia del Senato.

 

Dopo un po’ il colloquio tra i due termina. Gotor ha l’aria soddisfatta e va via. Calderoli si sposta nel cortile della Camera e non fa cenno di aver voglia di andarsene. Che stia aspettando un altro “cliente” a cui offrire i suoi preziosi consigli per condurre la battaglia comune contro Renzi?

 

Chissà, il funzionario non può indugiare oltre per capire chi sta aspettando il vicepresidente del Senato. Non ha tempo, il dovere lo chiama in una delle tante commissioni del Palazzo. Gli resta la curiosità di sapere quali altri appuntamenti si svolgono all’ombra di Montecitorio in un venerdì di fine luglio. Ma nessuno potrà appagarla. Il Palazzo, già vuoto, si svuota ancora di più, con l’andare del tempo. Il funzionario potrà soddisfare la propria curiosità tra poco, quando Gotor e gli altri duri della minoranza antirenziana finiranno di redigere i loro emendamenti e faranno la loro mossa. Certo, chi lo avrebbe mai detto: Gotor e Calderoli uniti nella lotta.

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