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piccola posta

Questo è un mondo grande e terribile

Adriano Sofri

Intrecci fra Kipling e Gramsci, Lisa Foa e Bulgakov. Mostrano quanto sia piccolo il mondo, ma ansioso ogni volta di nuovo di cambiare. 

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Un paio di anni fa scrissi una Piccola posta che rincorreva l’espressione di Gramsci divenuta proverbiale sul “mondo grande e terribile”, che faceva pensare a una citazione. E, con l’aiuto di Alfonso Musci, avevo rintracciato l’antecedente di Kipling, Kim: “Chela, questo è un mondo grande e terribile” (“Chela, this is a great and a terrible world”). Ma non trovai la prova, benché l’interesse di Gramsci a Kipling sia largamente documentato. Ieri ho letto un intervento di mia sorella Stella all’incontro su Lisa Giua Foa, che ricorda (io l’avevo dimenticato) l’incipit de “La guardia bianca”, di Michail Bulgakov: “Fu grande e terribile l’anno 1918 dalla nascita di Cristo, il secondo dalla rivoluzione…”. Ambientato nella Kyiv in cui Bulgakov era nato, il romanzo uscì nel 1924, e certo non poté essere una fonte di Gramsci; può invece confermare la sensazione allora comune di vivere tempi grandi e terribili. 

 

Girando attorno a questa notizia, da Odessa, per giunta, ho trovato che l’edizione Bur de “La guardia bianca”, 1990, è stata tradotta da Anjuta Gančikov, nome che mi fa battere il cuore, compagna di scuola di anni romani, provinciali e preliminari. Figlia di Leonida Gančikov (1893-1968), esule dalla Russia in Italia, docente e autore di testi filosofici e letterari importanti, fra i quali un “Orientamenti dello spirito russo”, Torino 1958. Ricordando suo padre nel 1993, Anjuta ne citò l’affermazione: “Fuori dall’Europa la Russia non è pensabile”, osservando che “questo concetto sembra ora indiscutibile e scontato, ma non lo era affatto in quegli anni”. Nel 2023, non lo è di nuovo.  

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Ecco, questa attorcigliata Piccola posta mostra come sia piccolo il mondo, specialmente per chi sia molto avanti con gli anni, e come sia pronto e anzi ansioso ogni volta di nuovo a essere grande e terribile. 

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