Fiori sul luogo dove Elena Casanova è stata uccisa dall'ex (Ansa) 

piccola posta

Un'altra donna assassinata e il forsennato Berlioz a mollo

Adriano Sofri

L'effetto che fa accendere la radio e sentire, in sequenza: delle pulsioni omicide del compositore, sbollite da un bagno al mare; e dell'ennesimo, terribile fatto di sangue contro una donna, perché donna

Erano le 9 e mezza e non volevo ancora saperne di dormire. Ero passato su Radio 3, Guido Zaccagnini, la mezz’ora di musica, Primo movimento. È finita con un Berlioz, dalla Symphonie fantastique. Il protagonista della sinfonia, un giovane musicista, è ossessionato da un’idea fissa. Sogna di aver ucciso la donna amata e di essere portato al patibolo. Berlioz stesso aveva un’idea fissa. Avvertito a Roma del tradimento parigino della sua giovane promessa che, pianista, sposa un industriale di pianoforti, parte di gran furia per andarla a uccidere. A Genova, forsennato com’è, si butta in mare, un pescatore lo ripesca, e la frenesia assassina è sbollita. Torna indietro con la coda fra le gambe, dice Zaccagnini, e meno male. Alle 10, il programma successivo è “Tutta la città ne parla”. La città parla di Elena Casanova, 49 anni, operaia all’Iveco, madre di una ragazza di 17 anni, assassinata a colpi di martello in una strada di Castegnato, Brescia. Poi l’assassino, 59 anni, si è acceso una sigaretta e ha spiegato: “Avevo detto che l’avrei uccisa, e l’ho fatto”. Prima di soccombere alle martellate, Elena Casanova avrebbe detto: “Perché”.

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