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Anche chi non è donna né gay né eccetera dovrà porsi, un giorno, il problema Teheran

Adriano Sofri
Hanno cominciato alcune hostess di Air France. Non vogliamo coprirci i capelli per volare alla volta di Teheran, hanno detto. Si è arrivati a un compromesso: voleranno alla volta di Teheran solo le hostess che accettano volontariamente di coprirsi la testa. Poi sono arrivati gli steward gay.
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Hanno cominciato alcune hostess di Air France. Non vogliamo coprirci i capelli per volare alla volta di Teheran, hanno detto. Si è arrivati a un compromesso: voleranno alla volta di Teheran solo le hostess che accettano volontariamente di coprirsi la testa. Poi sono arrivati gli steward gay. Non vogliamo volare alla volta di un paese in cui per i gay c’è una persecuzione che può arrivare alla pena di morte, hanno detto. Forse si arriverà a un compromesso: voleranno solo gli steward eterosessuali, o quelli disposti a simulare di essere tali. Ora, salutando di cuore l’obiezione di questi gruppi di persone (non scrivo minoranze: non so se gli steward gay siano minoranza, e non importa, le hostess certo non lo sono) trovo, ritrovo, che ci sia un problema che riguarda le maggioranze. Cioè gli esseri umani maschi, eterosessuali e abbigliati come si deve, i quali volano senza problemi alla volta di Teheran e di una quantità di altri paesi altrettanto esotici. Dovrà pur venire un giorno in cui coloro cui è capitato di non essere né donna né gay né ebreo né eccetera si ponga il problema di Teheran, chiamiamolo così. E perché non lo prendiate per un paradosso, aggiungo un apparente paradosso, utile a riflettere. La signora ministro dell’Istruzione, Giannini, è appena volata a Teheran e si è coperta il capo, com’è ragionevole, per avere i suoi incontri con le autorità locali. Sarebbe stato sommamente ragionevole che lo stesso presidente dell’Eni si velasse la testa pur di firmare il suo contratto. Però una vocina irresistibile mi sussurra all’orecchio: e se le autorità iraniane avessero ordinato di scoprire il capo, se non delle statue, almeno delle loro impiegate al museo di Teheran per rispetto alla visita della ministro Giannini?
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