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Rime baciate e poca originalità. Ma i cantanti di Sanremo hanno qualcosa da dire?

Mario Leone

Abbiamo letto i testi delle canzoni che parteciperanno al Festival insieme a scrittori, poeti e storici autori di brani diventati famosi. Ecco cosa ci hanno detto

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Sanremo meno 2. E mentre si va delineando il programma delle serate con l’annuncio degli ospiti musicali (tra gli ultimi, Laura Pausini e il trio Renga, Nek, Pezzali). Mentre cresce l'attesa per il ritorno televisivo di Fiorello che garantirà una sicura impennata dello share. E mentre la Hunziker prova con Baglioni rincorsa dalle voci di una nuova gravidanza (la quarta), sono stati pubblicati i testi di tutte le canzoni in gara. Un modo per svelare quello che ascolteremo all'Ariston senza rivelare troppo (ammettiamolo, gran parte delle canzoni in gara verranno dimenticate il giorno dopo la finale).

 

Così, quasi per gioco, abbiamo provato a leggerli. Anche se come dice al Foglio il poeta e scrittore, Valerio Magrelli: “Giudicare le parole a prescindere dalla loro musica sarebbe come criticare la qualità del lievito senza avere assaggiato la torta. Perché una canzone riesca, non contano i suoi ingredienti ma solo il risultato finale”.

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Certo, vale molto anche l'interpretazione. Ne è certo Giorgio Ciccarelli, ex chitarrista e autore degli Afterhours, che però spiega: “Leggere i testi senza la loro musica e l'interpretazione (che sono elementi fondamentali) ha però un vantaggio: permette di cogliere, nero su bianco, quel che l’autore ha da dire”. E poi c'è l'annosa questione mai risolta, semmai acuita dal Nobel assegnato a Bob Dylan: il testo di una canzone è poesia? “Il cantautore o l'autore non è un poeta e le canzoni non sono poesia. Nella poesia la parola è un tutto” assicura Alberto Toni, poeta e docente molto attivo nella vita culturale romana. E Ciccarelli gli fa eco concedendosi una citazione di “bennatiana” memoria: “Queste sono solo canzonette!”

 

Ma quali sono i temi e come sono le canzoni del Festival di Sanremo 2018? Il Foglio lo ha chiesto a Salvatore De Pasquale, più noto come Depsa, autore storico del festival di Sanremo con ventitré partecipazioni (una vittoria e tre secondi posti) e un’esperienza di commissario artistico. “L'originalità a  livello di contenuti, come tutti i Sanremo che si rispettano, spesso lascia a desiderare. Prendiamo il caso delle due canzoni degli ex Pooh. Sia in quella di Facchinetti e Fogli, Il segreto del tempo, che in quella di Red Canzian, Ognuno ha il suo racconto, è stata scelta la chiave, un po' abusata, di considerare il tempo che passa come giudice e maestro della nostra vita”. La non originalità è una caratteristica anche di Senza appartenere, il brano di Nina Zilli dedicato all'universo femminile. “C'è  sempre il sospetto - continua Depsa - che certi temi siano frutto della ricerca di consenso a tutti i costi”.

 

Per Toni scarsa originalità si nota anche nella forma: “Ci sono le rime facili di Red Canzian, mente, niente, gente, e le immagini prese da altri testi come fa Mario Biondi che cita i Camaleonti quando canta 'averti qui ha il sapore dell'eternità' o Max Gazzè che, nella sua La leggenda di Cristalda e Pizzomunno attinge al folklore pugliese”. La ricerca del consenso facile determina prodotti artistici che, continua Ciccarelli, “tra rime di verbi all’infinito e rime fin troppo baciate, tra gli immancabili finali di versi in monosillabi via, mai, lì, qua, te, poi, se, noi, e quelli coniugati al futuro ricorderà, felicità, ritroverà, manderà, non ti fanno volare alto come dovrebbe fare una canzone”.

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A Sanremo, ovviamente, non può mancare l'amore. Anche quest'anno scorreranno fiumi di passione. Ancora Depsa: “Le canzoni d'amore di quest'anno sono, sostanzialmente, speranzose, senza piangersi addosso a causa di addii forzati e tradimenti come in Non smettere mai di cercarmi di  Noemi  o in Imparare ad amarsi della Vanoni”.

Se cantare l'amore a Sanremo è un must, negli ultimi anni anche la denuncia sociale va per la maggiore. Ciccarelli dichiara apertamente il suo dissenso: “Se non c'entri l'obiettivo rischi di essere banale”. Più cauto Depsa: “Bene Enzo Avitabile con Servillo e interessante il testo de Lo stato sociale. Il testo di Ermal Meta e Fabrizio Moro mi sembra equilibrato ma vorrei ascoltarlo”.

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Si potrebbe continuare all'infinito, parlando dei sempre originali Elii e del romano usato da Luca Barbarossa, del rock delle Vibrazioni o ancora dell'omaggio a David Bowie dei Decibel. Un’ultima parola va però spesa per il testo inedito di Lucio Dalla che sarà cantato da Ron. “Almeno pensami è un regalo che si inserisce nella scia di testi come Tu non mi basti mai  e Cara”, dice Despa. Testi dove, aggiunge Ciccarelli, “Lucio Dalla conferma ancora la sua capacità di mischiare le parole e di usarle in maniera non convenzionale”.

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