Il logista
Federica Fantozzi, Marsilio, 256 pp., 16,50 euro
Da Tancredi, Amalia si lascia accompagnare alla Camilluccia, per realizzare un servizio giornalistico sulla casa della coppia vittima della strage. Realizza uno scoop, ma poi tutto cambia. Il corpo di Tancredi viene ritrovato senza vita accanto a una bottiglia di whiskey e cristalli di droga. E’ il passato che porta il conto al logista. In fondo, come riflette Amalia, a ogni azione corrisponde una reazione: “Ogni scelta ha un prezzo, ogni gesto ha delle conseguenze, a partire da quello che ordini al mattino per colazione. Solo che spesso lo scopri troppo tardi”. Le conseguenze delle azioni compiute da Tancredi nelle zone grigie del mondo sono arrivate, e sono fatali.
Gli investigatori pensano al suicidio ma le cose si complicano quando Amalia riceve un biglietto con l’immagine di uno scorpione dai contorni dorati e l’avvertimento di una minaccia incombente. La ragazza inizia un’indagine testarda e solitaria, giungendo fino alla Londra degli affari. Ritmo incalzante, mistero e colpi di scena guidano un thriller dall’attualità disarmante. Sullo sfondo una Roma ormai mutata, dove la movida frenetica ha preso il posto delle tradizioni di borgata e le periferie sono abbandonate all’incuria e al degrado. E poi la minaccia terroristica, con la costante sensazione di insicurezza collettiva. Non è un caso che l’idea del romanzo sia venuta all’autrice dopo aver seguito nel suo lavoro da giornalista le drammatiche vicende degli attentati a Parigi, al teatro Bataclan e non solo, del novembre 2015. E lì dove l’ideologia religiosa si combina con la disperazione umana, per bocca di uno dei personaggi del romanzo viene smentito anche uno dei tanti falsi miti sul jihadismo europeo: “Non è la povertà a farli ticchettare, è il vuoto dentro”.
IL LOGISTA
Federica Fantozzi
Marsilio, 256 pp.
16,50 euro