La lotteria dei milioni

Alessandro Litta Modignani

Daniel Fishman, Bookabook, 215 pp., 12 euro

Nell’Italietta provinciale e vanagloriosa degli anni Trenta, una notizia scuote l’apatia generale: il Gran premio automobilistico di Tripoli sarà per la prima volta collegato a una grande Lotteria dei Milioni, dal montepremi vertiginoso. I biglietti vincenti, estratti a sorte, saranno abbinati alle auto in gara.
Siamo nel 1933, Anno XI dell’Era fascista. L’eccitazione dilaga nella penisola e attraversa tutte le classi sociali. La Libia, la colonia di cui andiamo fieri, evoca orgoglio nazionale e scenari esotici. A Tripoli gli italiani costruiscono uno degli autodromi più imponenti e maestosi del mondo, degno scenario per i nostri piloti, la cui fama e bravura travalica le Alpi e vola nel mondo. Piloti che si chiamano Varzi, Nuvolari, Borzacchini, tanto per intenderci.

 

L’idea di poter diventare facilmente ricchi, anzi ricchissimi, esalta la fantasia del popolino, che mette mano al portafoglio e acquista biglietti per la somma astronomica di quasi 15 milioni di lire – una cifra colossale, a quell’epoca. La pomposa cerimonia di estrazione avviene il 16 aprile, in perfetto stile imperiale: duecento portatori libici avanzano “con passo lento e cadenzato”, palme e dromedari rievocano la potenza dell’Antica Roma. La corsa è annunciata per il 7 maggio: il lasso di tempo fra estrazione e gara è pericolosamente ampio, e qualche mente malefica ha modo di concepire un torbido disegno. Del resto, al possessore del biglietto abbinato al vincitore della corsa andranno ben più di tre milioni, al secondo oltre uno e mezzo, e anche i successivi classificati ne usciranno ricchi. Somme troppo ingenti, per resistere alla tentazione di organizzare una combine. Attraverso la rilettura dei giornali dell’epoca, il ritrovamento di documenti d’archivio e altre lunghe e pazienti ricerche, Daniel Fishman ricostruisce fedelmente – in forma di romanzo – una delle più sfacciate frodi sportive che siano mai state realizzate nel mondo dell’automobilismo. Il libro è leggiadro, popolato da personaggi che sembrano tratti di peso da I sotterranei del Vaticano, di André Gide. Sono provinciali sprovveduti e presuntuosi, che si credono furbi ma si fanno gabbare con facilità. Il racconto assume a tratti un clima goffamente massonico e cospirativo, dove tutti tramano nell’ombra con grossolana circospezione. Alla fine della corsa, il “biscotto” è facilmente svelato. Ma il fascismo non ama gli scandali, il Duce non desidera che il prestigio internazionale dell’Italia venga intaccato. La notizia scompare dai giornali e gli artefici della combine la fanno franca, così come i vincitori della lotteria e i piloti complici della truffa. Ci penserà il destino, semmai, a fare giustizia e a riprendersi il maltolto. 

 


LA LOTTERIA DEI MILIONI
Daniel Fishman
bookabook, 215 pagg., 12 euro

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