PUBBLICITÁ

lettere

Un nuovo centro? Renzi deve ancora decidere da che parte stare

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

PUBBLICITÁ

Al direttore - Il Foglio, pur non essendo in generale critico nei confronti del governo e, a maggior ragione, di Draghi (tutt’altro), esprime un giudizio sostanzialmente negativo sulla legge di Bilancio “as usual”. Condivido pienamente una tale valutazione. Per coloro che confidavano in una svolta, si è trattato di una delusione anche per l’iter della proposta di legge – in nulla diverso dai casi del passato – che si conclude in “zona Cesarini”, a ridosso del rischio dell’esercizio provvisorio. Non si può ritenere – questo è il “punctum dolens” – che, poiché vi è il Piano nazionale di ripresa e resilienza e si attende l’esercizio delle deleghe per alcune materie fondamentali, anche se pure esse configurate in una larga parte in maniera insoddisfacente, la politica economica e di finanza pubblica – con una prospettiva di non lungo termine – non abbia più il significato che prima aveva. All’opposto, il raccordo di quest’ultima con le misure strutturali e con effetti di non breve termine è cruciale. Non può accadere, per fare un paragone, che il varo del progetto, per esempio, di una importante infrastruttura stradale comporti l’abbandono della cura della circolazione nella rete ora disponibile. Per la cosiddetta “missione compiuta”, a cui Draghi ha fatto cenno nella conferenza-stampa di fine anno, il giudizio è diversificato. Non scendo, qui, nel merito. Ma certamente è inadeguato il consuntivo, se tale lo si può chiamare, delle misure al di fuori del Pnrr. Auguri di un sereno Natale. 
Angelo De Mattia

Draghi ha gestito bene la pandemia, ha gestito bene il Pnrr, ha gestito bene la macchina delle vaccinazioni, ha fatto tutto quello che un presidente del Consiglio chiamato a gestire una stagione non ordinaria doveva e poteva fare. La missione non saprei dire se è compiuta o no, di solito non porta bene, ma la conferenza stampa di Draghi di qualche giorno fa somigliava molto alla manovra del governo: una performance più da fine mandato che da fine anno. 


Al direttore - Spiace doverlo ammettere, ma con l’intervista di ieri a Repubblica Matteo Renzi ha confermato di essere un fuoriclasse quando c’è di mezzo la politica. Quella vera, s’intende. In un colpo solo ha dato a tutti (anche a Draghi, certo, che all’opposto ha dimostrato una certa imprudenza pur muovendo da un’oggettiva posizione di forza dovuta ai tanti meriti del suo operato) ha dato a tutti una lezione di Realpolitik ricordando una verità di sesquipedale evidenza, cioè che la maggioranza di governo può non coincidere con quella che elegge il capo dello Stato. Inoltre, e cosa non da poco, dicendo che il presidente della Repubblica si può eleggere con una maggioranza diversa, ha mandato un messaggio (esplicito) agli azionisti dell’attuale governo (escludendo che stesse pensando a una maggioranza “diversa” per addizione, cioè con dentro anche FdI, bensì per sottrazione ), in particolar modo – viste le manovre in corso attorno a un nuovo centro – a quelli del cdx. Messaggio il cui significato è fin troppo chiaro, e che se le cose dovessero andare in un certo modo potrebbe tradursi in uno scenario in cui Renzi sarebbe di fatto nelle condizioni di poter lanciare un’Opa politica, a quel punto ostile o amichevole poco conta, sull’ala più moderata del centrodestra. Ciò che, appunto, sarebbe coerente con un disegno politico di tipo centrista. Staremo a vedere. In ogni caso Renzi giocando d’anticipo ha rotto gli indugi dando ufficialmente inizio alle danze e ritagliando per se stesso un ruolo niente affatto marginale come mazziere. Da vero (e forse unico, stando al desolante panorama italiano) animale politico qual è.
Luca Del Pozzo 

PUBBLICITÁ

Matteo Renzi è stato il metronomo di questa legislatura, in tutti i passaggi decisivi. Il governo gialloverde è nato dal no del suo Pd al M5s. Il governo giallorosso è nato anche da una sua iniziativa parlamentare. Il governo Draghi è nato, oltre che per volontà di Mattarella, anche a seguito di un’operazione politica spericolata ma di successo. E anche la candidatura di Draghi al Quirinale, che Renzi oggi sembra non volere, avrà bisogno dell’aiuto di Renzi, che avrà certamente la giusta fantasia per fare quello che chiedono tutti i parlamentari: permettere alla legislatura di andare avanti fino alla fine. Quanto ai progetti centristi, ho qualche dubbio in più e credo che alla fine dei conti più che stare al centro Renzi forse dovrà decidere da che parte stare. Auguri.
 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ