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L’incontro tra i “populisti” a Washington

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Handelsblatt, Izvestija, New York Times, Echos, Financial Times, Frankfurter Allgemeine Zeitung

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Il premier Conte a Washington
Berlino, 31 lug 08:40 - (Agenzia Nova) - Il primo ministro italiano Giuseppe Conte, è stato accolto ieri a Washington dal presidente degli Stati Uniti, dopo il primo, favorevole incontro del mese scorso al G-7 del Canada. Il premier italiano, scrive il quotidiano tedesco "Handelsblatt", ha potuto assumere così un ruolo da protagonista, lontano dai due vicepremier che dettano la linea dell'agenda governativa in Italia. Tre i temi trattati dal presidente del Consiglio durante l'incontro con Trump: la lotta contro il terrorismo, la crisi dei rifugiati e soprattutto il futuro della Libia. Quest’ultima è molto importante per Roma, sia per frenare i flussi migratori, sia perché la Libia soddisfa sino a metà della domanda energetica italiana. Roma, allarmata dall’iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron di tenere elezioni generali in Libia a dicembre, sta ora cercando di coinvolgere gli Stati Uniti. Teme per l’equilibrio del paese nordafricano, che dopo l'uccisione del dittatore Muammar Gheddafi è scivolato nel tribalismo. L’Italia ha concluso un accordo di transizione con il governo del premier Fayez al Sarraj a Tripoli, ma a Tobruk comanda il generale Khalifa Haftar, che non riconosce il governo di Tripoli. Conte avrebbe incassato da Trump il sostegno alla creazione di una “cabina di regia” congiunta per la Libia. In autunno, una grande conferenza sulla Libia si svolgerà a Roma, che grazie al sostegno di Washington punterà a creare un contrappeso politico alla Francia. In cambio l’Italia è pronta a mantenere il suo impegno in Afghanistan. Il summit di Trump con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di pochi giorni fa ha disteso il clima tra Stati Uniti ed Europa. L’Italia appare oggi uno dei più stretti alleati europei degli Stati Uniti, non ultimo per le simiglianze tra le politiche populiste adottate dai due governi. Entrambi vogliono la fine delle sanzioni della Russia e il ritorno di Putin al G7, anche se una decisione in tal senso è possibile solo in un contesto collegiale. L’unica controversia potrebbe essere data dalle sanzioni all’Iran, con cui l'Italia vanta relazioni tradizionalmente cordiali. Un altro problema potenziale è rappresentato dal gasdotto Tap, che dovrebbe fornire l’Italia e l’Europa dall’Azerbaijan, attraverso il Mar Caspio, la Grecia e l’Albania. Il vicepremier e leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio è contrario al progetto. Per Conte, scrive la stampa tedesca, la visita a Washington è stata un successo immediato, anche prima della conversazione con Trump. A Washington Conte avrà solo il problema del gasdotto della Tap, che dovrebbe fornire l’Italia e l’Europ dall’Azerbaijan, attraverso il Mar Caspio, la Grecia e l’Albania. Il capo dei 5 Stelle Luigi Di Maio ne vuole impedire la costruzione.
    
Il primo ministro italiano sostiene l'idea di Trump sul ritorno della Russia al G8
Mosca, 31 lug 08:40 - (Agenzia Nova) - Il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, ha espresso sostegno all'idea del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riammettere la Russia nel G8. Dopo i colloqui di ieri con l'inquilino della Casa Bianca a Washington, Conte ha definito la proposta "assolutamente ragionevole", così come la richiesta del presidente Usa di un maggior contributo economico agli oneri della difesa comune da parte dei paesi membri della Nato. Conte ha osservato che al momento la spesa dei membri dell'Alleanza "è molto sproporzionata", scrive la “Tass”. Alla fine di giugno, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha ipotizzato la riammissione della Russia nel G7 anche senza l'attuazione degli accordi di Minsk per la deescalation in Ucraina, il cui rispetto rappresenta una delle condizioni.
Izvestija
     
Libia: premier Conte, lavoriamo per una conferenza sulla stabilizzazione dell'area
New York, 31 lug 08:40 - (Agenzia Nova) - L'Italia sta lavorando per tenere una conferenza internazionale sulla Libia questo autunno: lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la sua visita a Washington e a margine dell'incontro con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “In accordo con il presidente (Donald) Trump, organizzerò una conferenza sulla Libia. Vorremmo trattare e discutere tutte le questioni relative al popolo libico, coinvolgendo tutti i soggetti interessati del Mediterraneo", ha detto Conte, che si è insediato il mese scorso promettendo un giro di vite sull'immigrazione illegale. Conte ha incassato dal titolare della Casa Bianca il riconoscimento della leadership italiana sul fronte libico e del Nord Africa. I due leader hanno concordato anche l'istituzione di una cabina di regia permanente tra Usa e Italia per il Mediterraneo allargato.
Stati Uniti - Italia: l’incontro tra i “populisti” Conte e Trump
Parigi, 31 lug 08:40 - (Agenzia Nova) - Il premier italiano, Giuseppe Conte, ha incontrato ieri a Washington il presidente statunitense Donald Trump. Ne parla “Les Echos”, sottolineando che l’invito della Casa Bianca è arrivato a soli due mesi dall’insediamento di Conte. Un “record” che testimonia i rapporti di “vassallaggio” che legano l’Italia e gli Stati Uniti. Il quotidiano economico nota poi come Trump e Conte siano entrambi considerati dei populisti, espressione di simili orientamenti dei rispettivi elettorati. L’obiettivo del presidente del Consiglio è quello di rendere Roma l’interlocutore principale degli Stati Uniti in Europa posizionando l’Italia come mediatore con la Russia di Putin. Tra i temi principali affrontati nel corso del vertice c’è stata la Libia. Conte vuole che l’Italia abbia la leadership nel processo di stabilizzazione del paese, per questo cerca l’appoggio di Washington.
Trump esalta l'azione dell'Italia sull'immigrazione
Londra, 31 lug 08:40 - (Agenzia Nova) - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump accoglie il primo ministro italiano Giuseppe Conte ieri lunedì 30 luglio, al suo arrivo per il primo incontro alla Casa Bianca da quando ha assunto l'incarico all'inizio di giugno: è questa la didascalia che il quotidiano economico britannico "The Financial Times" ha pubblicato sotto la foto ufficiale dell'incontro. Il giornale della City di Londra aggiunge che Trump ha subito esaltato la linea dura presa dall'amministrazione populista di Conte sull'immigrazione per allontanare dall'Italia il flusso di sbarchi di migranti sulle sue coste e per spingere l'Unione Europea a modificare la sua intera politica sulle migrazioni. Altri giornali britannici hanno riportato anche ulteriori dichiarazioni fatte da Trump nella conferenza stampa congiunta tenuta al termine del colloquio con Conte: il laborista "The Guardian" in particolare riporta la minaccia ribadita dal presidente nei confronti del Congresso Usa a proposito del finanziamento del "muro" al confine con il Messico; se la sua amministrazione non sarà autorizzata a spendere il denaro pubblico per quell'opera, ha minacciato Trump, lui bloccherà tutti le risoluzioni parlamentari di spesa portando ad un nuovo congelamento dell'intera macchina dello Stato (il cosiddetto "shutdown", ndr). A sua volta il giornale conservatore "The Telegraph" riferisce come nel corso dell'incontro con la stampa al fianco di Giuseppe Conte Trump si sia detto disposto ad incontrare il presidente dell'Iran, Hassan Rohani, "in qualsiasi momento" e senza alcuna precondizione. Secondo il presidente Usa inoltre, il premier italiano nell'incontro si è detto completamente d'accordo sul fatto che la comunità internazionale non dovrebbe permettere che la Repubblica Islamica Iraniana entri mai in possesso di armi nucleari. Trump si è anche detto d'accordo con Conte sul fatto che la diplomazia è comunque il miglior strumento per risolvere le dispute tra Stati ed ha citato ad esempio positivo i benefici effetti seguiti ai suoi recenti incontri con il presidente della Russia Vladimir Putin e quello con il leader della Corea del Nord Kim Jong-un.
Italia, la "città" dimenticata degli immigrati irregolari
Berlino, 31 lug 08:40 - (Agenzia Nova) - La "Frankfurter Allgemeine Zeitung" pubblica un reportage della "città senza nome" sorta a Borgo Mezzanone, un ex aeroporto in Puglia, nella piena illegalità. Popolata da 4 o 5mila persone abbandonate a se stesse dallo Stato italiano, è formata da profughi provenienti da Senegal, Gambia, Mali, Guinea, Guinea Bissau, Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria. Ci sono anche alcuni somali ed eritrei oltre a sudanesi e marocchini, oltre a commercianti afghani e pakistani e prostitute provenienti dalla Romania. Alcuni di loro vivono in vecchie caserme militari, in bunker, alcuni in container, altri in case di mattoni auto-costruite. Ma la maggior parte di loro vive in casse di compensato e plastica. Ci sono due moschee e una chiesa. C’è la mafia nigeriana, bordelli, parrucchiere, un’agenzia di viaggi, una copisteria, un meccanico e concessionari di automobili, alimentari e negozi vari. Ristoranti, una panetteria senegalese, un ghanese che uccide ogni giorno una pecora e nelle giornate speciali due. Non ci sono dottori, non ci sono vigili del fuoco, niente polizia, niente raccolta della spazzatura, niente acqua potabile o fognature. In alcune delle baracche ci sono cabine doccia senza docce usate come servizi igienici, in condizioni sanitarie preoccupanti. La spazzatura viene bruciata. Ovunque in Italia nascono campi irregolari di immigrati, molti dei quali hanno ricevuto un foglio di via e dovrebbero lasciare il paese. Il più grande ghetto è appunto "la pista". Qui negli Anni ‘90 si fece un campo per i profughi del Kosovo. Ben presto divenne un accampamento permanente e sono state costruite nuovi, grandi blocchi prefabbricati a un centinaio di metri dalla pista. Il centro di accoglienza statale è ancora lì oggi. Vi sono alloggiati circa mille richiedenti asilo. In molti lavorano per quattro-cinque euro l’ora nei campi, per oltre 10 ore di lavoro al giorno. E spesso non vengono pagati. Il luogo è ricettacolo di venditori di marijuana, hashish, cocaina e farmaci vari che vengono venduti anche a bulgari, romeni e italiani provenienti da Foggia, a 20 chilometri di distanza. Questo business è controllato dalla mafia nigeriana, una banda chiamata Black Axe. I farmaci che acquistano provengono dal clan mafioso italiano dei Romito, sul cui territorio si trova la pista, e che controlla anche il porto più vicino. Ai Romito devono pagare il pizzo anche le prostitute di cui gestiscono il traffico. In Italia, scrive il quotidiano tedesco, la mafia nigeriana ha una rete così stretta che nessuno vi sfugge. Il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini vuole chiudere i ghetti e accelerare i rimpatri degli irregolari, “ma è impossibile chiudere tutti i ghetti senza avere un buon piano su dove mandare le persone”, osserva Cau, uno degli ospiti del campo.
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