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Immigrazione e menzogne, giovani dimenticati e declino della sinistra. Così il mondo guarda l'Italia al voto

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Wall Street Journal, Observer, Spiegel, Sueddeutsche Zeitung, Echos, Ria Novosti

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Europa, una settimana decisiva
Amburgo, 26 feb 08:47 - (Agenzia Nova) - L’Europa potrebbe fare un grande salto la prossima settimana, in avanti o verso l'ignoto, scrive la "Sueddeutsche Zeitung". Domenica prossima l’Italia eleggerà un nuovo Parlamento e la Germania saprà se i membri del Partito socialdemocratico (Spd) acconsentiranno ad una nuova Grande coalizione con l’Unione di Centrodestra. I risultati italiani e quelli tedeschi potrebbero entrambi influire sul futuro europeo. L’Italia è uno dei paesi più indebitati al mondo, in cui la situazione finanziaria e sociale sono tese. Finora il paese è stato governato da un governo pragmatico di centro-sinistra, guidato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Se il prossimo governo sarà in grado di controllare l’economia stagnante, il debito elevato e la popolazione scoraggiata è una questione aperta e l’umore degli italiani è piuttosto cattivo. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro citato dal quotidiano tedesco, ben il 74 per cento della popolazione italiana ritiene che la situazione del proprio paese sia negativa, l’80 formula questo giudizio negativo sull’economia e il 68 sui servizi pubblici. Ben il 72 per cento è sfiduciato nei confronti delle autorità e della magistratura, il 78 nei confronti del governo e l’83 nei confronti dei partiti. Il 46 per cento degli italiani ritiene che il proprio paese avrebbe un futuro migliore se fosse fuori dall'eurozona. Anche se Mario Draghi guida la Banca centrale europea (Bce), in nessun altro paese l’approvazione dell’euro è così bassa. n Germania ci può essere stanchezza politica dopo i lunghi anni di Grande coalizione, ma la fiducia nelle prestazioni del paese e delle sue istituzioni è ancora alta. In Francia e in Spagna la crisi non è ancora completamente superata in termini di fiducia, ma dato l’umore degli italiani non sorprende che i sondaggi diano il Movimento 5 Stelle come il primo partito. Forse la coalizione di Centrodestra intorno a Silvio Berlusconi potrebbe ottenere la maggioranza e il nome di Antonio Tajani quale possibile presidente del Consiglio potrebbe infondere sicurezza situazione precaria, ma bisognerà vedere il risultato della Lega di Matteo Salvini, di cui il quotidiano ricorda le posizioni euroscettiche. Più di un terzo degli elettori è comunque ancora indeciso. La situazione economica è particolarmente difficile: mentre in Germania, Francia o Spagna i cittadini hanno in media circa il 25 per cento di reddito pro capite in più rispetto al 1999, secondo stime del Fondo monetario internazionale (Fmi), in Italia non si è verificata la stessa cosa. Inoltre le banche italiane sono sedute su montagne di crediti inesigibili, rendendo difficili nuovi investimenti. I giovani scappano all’estero perché privi di prospettive. La quota dei laureati fra la popolazione tra i 25 e i 64 anni è solo del 18 per cento (in Germania è del 28, in Francia del 34 e del 35 in Spagna). Secondo l’Ocse l’Italia si colloca tra il Messico e la Turchia. La possibile bancarotta italiana mette a repentaglio la stabilità dell’intera unione monetaria. Allora, conclude il quotidiano delle due l’una: o l’Italia lascia l’euro e dichiara una parziale bancarotta o in qualche modo riesce a costruire un programma di investimento e di riforme, che consenta una stabilizzazione duratura. Un rilancio dell’economia italiana è difficilmente concepibile senza l’aiuto del resto dell’eurozona, pertanto una coalizione nero-rossa in Germania potrebbe essere l’ultima occasione per stabilizzare l’Europa. Se i membri dell’Spd dovessero bocciare la GroKo, allora è altamente discutibile se la Germania radunerà la forza politica necessaria alla stabilizzazione dell’euro.
 
 
Dalla Spagna alla Germania all'Italia, il declino del centrosinistra sotto assedio
Londra, 26 feb 08:47 - (Agenzia Nova) - Questi sono tempi difficili per i socialdemocratici d'Europa e nuove minacce incombono sui partiti di centrosinistra domenica prossima 4 marzo, con le elezioni parlamentari in Italia ed in Germania il referendum interno con cui gli iscritti all'Spd decideranno se approvare o meno la nuova grande coalizione di governo con l'alleanza di centro-destra Cdu-Csu guidata da Angela Merkel: da questi due prossimi appuntamenti il settimanale "The Observer", supplemento domenicale del quotidiano laborista "The Guardian", parte per delineare un'analisi della crisi di cui soffrono i principali partiti di centro-sinistra europei. Scavalcati alla loro sinistra ed alla loro destra, ricorda l'autore dell'articolo Jon Henley, i partiti socialdemocratici sembrano condannati ad un declino inarrestabile: dopo lo scioccante collasso del partito socialista greco Pasok, sono stati spazzati via in Francia ed in Olanda, umiliati in Germania ed appaiono in difficoltà persino nella loro roccaforte della Scandinavia. In Italia tutti gli scenari che potrebbero emergere dalle prossime elezioni non promettono niente di buono per il Partito democratico (Pd) di Matteo Renzi, che appena quattro anni fa era indicato come la speranza del centro-sinistra europeo e che ora è accreditato nei sondaggi intorno al 21 per cento dei voti: comunque meglio dell'Spd in Germania, che nelle elezioni del settembre 2017 ha ottenuto il suo peggior risultato dal 1949. Le trattative in corso con la Merkel per il rinnovo della "Grosse koalition" ne stanno ulteriormente riducendo il gradimento nei sondaggi e tra i socialdemocratici tedeschi si sta diffondendo la convinzione che sul lungo periodo sarebbe meglio per il partito non tornare al governo adesso ed in queste condizioni: per fermare il populismo di destra, molti pensano che sarebbe necessaria una rigenerazione dell'Spd, con un ritorno alle sue radici popolari, anche se questo dovesse provocare un terremoto nel paese ed in Europa. Secondo l'analisi di "The Observer", tra le principali cause del declino dei partiti di centrosinistra ci sono le politiche della "terza via" propugnate da leder come Tony Blair e Gerhard Schröder, che anno funzionato bene durante il boom economico di inizio secolo ma che oggi offrono ben poco agli elettori delle classi sociali più disagiate. Il crollo finanziario del 2008 e le sue conseguenze (disoccupazione alta, bassi salari e taglio della spesa pubblica) hanno aggravato le tendenze di lungo periodo (globalizzazione, automazione, immigrazione): se si aggiunge che i socialdemocratici sono accerchiati da un lato dai populisti di estrema destra e dall'altro da una nuova estrema sinistra anti-capitalista, anti-globalista ed anti-establishment, il risultato naturale è una continua erosione del loro elettorato tradizionale. Insomma, conclude l'articolo di Jon Henley, se la sinistra moderata, che ha giocato un ruolo fondamentale nella ricostruzione post-bellica della democrazia dell'Europa, non sarà capace di tornare ad offrire souzioni credibili ai veri problemi della gente, continuerà ad affondare ed a liquefarsi ed il suo destino potrebbe diventare terminale.
 
 
Elezioni: immigrazione, il tema caldo per gli italiani al voto
New York, 26 feb 08:47 - (Agenzia Nova) - L’immigrazione è diventato il principale campo di battaglia nelle prossime elezioni politiche in Italia, oltre ai temi della sicurezza, dell’economia ancora in difficoltà e del sentimento di disgusto per i politici. I partiti di destra, riferisce il quotidiano “Wall Street Journal”, promettono di cacciare via centinaia di migliaia di immigrati irregolari. Il centrosinistra uscente, che afferma che non esistono facili soluzioni, fa fatica ad evitare il fenomeno di erosione del voto a suo favore, perfino nei suoi classici feudi. Ora che le altre rotte verso l’Europa, come quella dei Balcani, sono diventate meno percorribili per i poveri e per chi fugge da zone di guerra, l’Italia è in prima linea nella crisi dell’immigrazione europea. Oltre 750 mila migranti hanno raggiunto le coste italiane dal 2011. La maggior parte salvate in mare mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo provenendo dall’Africa. Secondo un’indagine condotta dall’istituto Demos & Pi a novembre 2017 risulta che il 43 per cento degli italiani pensa che gli immigrati rappresentino un problema di ordine pubblico e di sicurezza dei cittadini, una percentuale che è aumentata dal 33 del 2015. Le Autorità italiane ritengono che i timori siano esagerati: secondo i dati del ministero degli Interni, infatti, i crimini nel paese sono calati del 17 per cento negli ultimi due anni. Ma la paura continua ad essere al centro dei temi elettorali. I sondaggi consegnano lo scenario di un Parlamento “appeso”, senza una maggioranza netta di un partito o di una colazione. Alcune formazioni politiche hanno deciso di alzare i toni della retorica anti-immigrazione nell’ultimo mese, dopo che un simpatizzante della estrema destra ha sparato, ferendoli, a sei immigrati africani in una città del centro Italia.
La sinistra italiana ha fallito sul lavoro e sui giovani
Berlino, 26 feb 08:47 - (Agenzia Nova) - La "Sueddeutsche Zeitung" traccia un quadro a grandi linee dello scenario elettorale italiano per affermare che l'unico schieramento politico italiano capace di fornire qualche garanzia di esperienza e capacitò di governo è quello di Centrosinistra: molti esponenti del governo uscente, a partire dal premier Paolo Gentiloni, sono i più apprezzati dall'elettorato italiano sottolinea il quotidiano tedesco, che però al Partito democratico e alla Sinistra italiana in generale imputa una deleteria divisione politica e l'incapacità di fornire risposte davvero significative ai cittadini sul fronte del lavoro e dell'occupazione, specie quella giovanile. A nuocere allo schieramento di centrosinistra, sostiene il quotidiano, è anche la figura dell'ex premier Matteo Renzi, non più in sintonia con gli elettori, e impegnato a "reinventarsi". Secondo l’esperto Roberto D’Alimonte, l’Italia è divisa in tre parti: “Il Nord sceglierà la Destra, il Centro la Sinistra, e il Sud questa volta è un grande buco”. La Sinistra non è mai stata forte nel Mezzogiorno, ma non è mai stata così debole. La crisi ha ulteriormente accentuato il divario tra Nord e Sud. La Sicilia, la Calabria, la Campania e la Puglia sono tra le sei regioni della Ue in cui il tasso di occupazione è più basso. Le altre due regioni sono i territori francesi d’oltremare. E da nessun'altra parte in Europa la disoccupazione giovanile è più alta che nel Sud Italia. Lavoro e gioventù: la Sinistra ha fallito dove dovrebbe essere forte, scrive la "Sueddeutsche Zeitung", e questo andrà a favore di populisti.
Italia: una campagna elettorale all'insegna della menzogna
Parigi, 26 feb 08:47 - (Agenzia Nova) - La campagna elettorale italiana si è svolta "all'insegna della menzogna". Lo afferma "Les Echos", sottolineando che la "frode" ha dominato il dibattito tra i candidati. A questo si aggiungono poi i tanti casi di violenza che si sono verificati tra militanti di estrema sinistra ed estrema destra. "Nessuno degli attuali leader delle differenti forze politiche potrà diventare Presidente del Consiglio" scrive il quotidiano economico. Se sommati, il valore dei programmi economici presentati dai vari partiti ammonta a mille miliardi di euro. "Cercano semplicemente di raggirarci, presentano delle cifre a caso che non hanno alcun senso" afferma l'economista Roberto Perotti.
      
Antonio Fallico: Unione europea fallirà se bloccherà il Nord Stream 2
Mosca, 26 feb 08:47 - (Agenzia Nova) - Il gruppo Intesa Sanpaolo è pronto a finanziare il progetto del gasdotto Nord Stream 2 se non verranno imposte delle sanzioni dall’Unione europea. Lo ha detto il presidente di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico, all’agenzia di stampa russa “Sputnik”. “Stiamo aspettando la decisione della Commissione europea in merito alla questione e se la decisione sarà positiva e non saranno imposte delle sanzioni, Intesa Sanpaolo è pronta a partecipare al progetto”, ha detto Fallico. “Dopo le elezioni presidenziali russe (previste il 18 marzo) sarà più chiaro”, ha detto il presidente di Banca Intesa Russia, commentando il periodo in cui Bruxelles prenderà una decisione definitiva sulla questione. “Spero che i leader di Germania e Francia abbiano già compreso che restrizioni di questo tipo sono dirette non solo contro la Russia, ma anche contro l’Europa stessa. Se in linea con le sanzioni statunitensi il progetto del Nord Stream verrà bloccato, l’economia dell’Ue soffrirà di gravi perdite”, ha detto Fallico. Intesa Sanpaolo non vede alcun problema nell’accordo sulla vendita del 14,16 per cento delle azioni di Rosneft dal consorzio composto dalla società di trading svizzera Glencore e dall’Autorità per gli investimenti del Qatar (Qia) alla compagnia energetica cinese Cefc, ha aggiunto Fallico. Il consorzio ha concluso un accordo da 9,1 miliardi di dollari per la cessione del pacchetto azionario di Rosneft alla società cinese lo scorso settembre. Questa quota verrà versata a Intesa Sanpaolo che aveva fornito a Glencore i crediti per acquistare il 19,5 per cento di Rosneft nel mese di dicembre del 2016. “Non vedo alcun problema. Le parti hanno concordato su tutto. La compagnia cinese ha fondi sufficienti per comprare le quote. Siamo fiduciosi sul fatto che Glencore, a sua volta, pagherà il debito a Intesa Sanpaolo”, ha detto Fallico. Il presidente di Banca Intesa Russia ha confermato l’interesse dell’istituto di credito in diversi progetti della società petrolifera russa Rosneft ma che, a causa delle sanzioni internazionali, non è in grado di finanziarli. Il gruppo bancario italiano prosegue inoltre i negoziati sulla partecipazione al finanziamento del progetto Arctic Lng 2 operato dalla compagnia russa Novatek. “Finanziamo tutti i progetti già annunciati che non sono sottoposti a sanzioni”, ha spiegato Fallico in merito ai rapporti con Novatek, confermando la bontà dei negoziati con tutte le parti coinvolte nel progetto Arctic Lng 2. La compagnia energetica russa Novatek esporta già Gnl dal suo Jamal Lng – l’impianto situato a Sabetta, nella penisola siberiana di Jamal in Russia, che ha iniziato la capacità operativa nel 2017 – che genera a pieno regime 16,5 milioni di tonnellate di gas. L’obiettivo ora è sviluppare un secondo progetto nell’area artica russa, l’Arctic Lng 2 per l’appunto, la cui capacità di produzione è stata aumentata da 16,5 milioni a 19,8 milioni di tonnellate all'anno. Novatek stima di parte partire l’export di gas nel 2022-2023.
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