PUBBLICITÁ

L'Italia diventa un campo di battaglia per i vaccini

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Financial Times, Sueddeutsche Zeitung, Les Echos, Regnum, El Pais

PUBBLICITÁ
Mentre si discute sui vaccini in Italia tornano malattie estirpabili
Londra, 19 apr 08:31 - (Agenzia Nova) - L'Italia, riferisce il "Financial Times", è diventata un terreno di battaglia per i vaccini. La tensione è aumentata di recente a causa di un'epidemia di morbillo: mille casi nei primi tre mesi dell'anno, con un aumento del 450 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Nel Partito democratico l'epidemiologo Federico Gelli presenterà una proposta di legge per ampliare le vaccinazioni obbligatorie. Nel Movimento 5 stelle alcuni esponenti promettono di revocare del tutto gli obblighi nel caso in cui andassero al governo.
Vivendi costretta a ripensare la sua campagna d’Italia
Parigi, 19 apr 08:31 - (Agenzia Nova) - L'Autorità italiana di controllo sulle comunicazioni (Agcom) ieri sera martedì 18 aprile ha costretto il gruppo multimediale francese Vivendi a rivedere la strategia della sua campagna d'Italia: lo scrive il quotidiano economico francese "Les Echos" a commento della notizia della sentenza dell'Agcom secondo cui Vivendi, azionista sia di Telecom ­Italia che di Mediaset, abbia violato la legge italiana in materia proprio a causa di questa sua doppia partecipazione. La authority italiana ha aggiunto che il gruppo francese ha dodici mesi di tempo per adeguarsi alla sentenza, ma solo due mesi per mettere a punto il suo piano di disimpegno; in caso contrario, potrebbe vedersi infliggere una sanzione amministrativa compresa tra il 2 ed il 5 per cento del suo volume di affari. La Legge italiana, spiega "Les Echos", non autorizza alcun attore a detenere partecipazioni che superino il limite del 40 per cento dello strategico mercato delle telecomunicazioni e del 10 per cento nel mercato audiovisivo: Vivendi attualmente è il primo azionista di Telecom Italia, la cui quota di mercato è del 44,7 per cento, ed è il secondo azionista di Mediaset, la cui quota nel rispettivo mercato è del 13,3 per cento. Secondo "Les Echos", il gruppo francese tiene più alla sua forte presenza nelle telecomunicazioni e che a quella nell'audiovisivo italiano; tantopiù che è in conflitto con la famiglia Berlusconi, azionista di maggioranza di Mediaset. Sembra dunque ormai escluso che Vivendi possa puntare a prendere il controllo del gruppo televisivo italiano, come molti ritenevano fosse nei suoi piani: un vero e proprio ribaltamento della situazione. Per il gruppo francese, secondo "Les Echos", ora la scelta è tra un forzato accordo con i Berlusconi oppure una consistente riduzione della propria quota azionaria in Mediaset; il disimpegno però rischia di realizzarsi al prezzo di una dolorosa perdita di valore dell'investimento, costato diversi miliardi. Per il "patron" di Vivendi Vincent Bolloré, scrive "Les Echos" citando il quotidiano italiano "La Repubblica", sarà comunque la fine delle sue "mire colonialiste in Italia".
 
Ucraina e Italia rafforzeranno la cooperazione nel campo della sicurezza
Mosca, 19 apr 08:31 - (Agenzia Nova) - Il ministro della Difesa dell'Ucraina, Stepan Poltorak, si è recato in visita ufficiale a Roma ieri, martedì 18 aprile. Il calendario della visita, che prosegue oggi, prevede un incontro con l’omologo italiano Roberta Pinotti e con il capo di stato maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano. Al centro della visita la discussione di questioni di mutuo interesse e della cooperazione nel campo della sicurezza, secondo il servizio stampa del governo ucraino. Il programma della visita comprende anche una visita del presidente dell’Assemblea parlamentare della Nato, Paolo Alli, ai militari dell'Ucraina in cura in un ospedale militare. INel marzo 2017 il presidente della commissione Esteri della Verkhovna Rada ucraina, Anna Gopko, ha discusso con il viceministro degli Esteri d'Italia Vincenzo Amendola l’intensificazione del dialogo politico.
Cuba: fuori dall'università la giovane che cita la Fallaci
Madrid, 19 apr 08:31 - (Agenzia Nova) - Si chiama Karla Pérez Gonzalez, ma sulla rete si fa chiamare Oriana, in onore alla Fallaci. Ha 18 anni, studia giornalismo ed è sul punto di perdere il suo posto all'università de Las Villas, a Santa Clara, Cuba. La sua relazione con il gruppo dissidente che si esprime sul blog "Somos+" e i suoi commenti su facebook le hanno fatto guadagnare l'attenzione delle autorità accademiche. Superato a pieni voti il primo semestre, la settimana scorsa "Oriana" ha subito un esame ideologico istruito da un comitato studentesco, chiuso con la richiesta di espulsione appoggiata da 8 voti favorevoli. La "novità", segnala "El Pais" raccontando la storia anche attraverso le poche parole della protagonista, è data dal fatto che sei studenti si sono espressi contro l'espulsione, un gesto di cui la giovane sottolinea il coraggio, dal momento che ora saranno oggetto di attenzione speciale delle autorità.
 
Continua su El Pais
Mediterraneo: soccorrere o non soccorrere?
Berlino, 19 apr 08:31 - (Agenzia Nova) - L’organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito che ben 8.360 migranti sono stati soccorsi nel Mediterraneo centrale durante il fine settimana di Pasqua. La nave “Sea eye” di Regensburg ne ha tratti in salvo 202, sino al sovraccarico, così come la nave privata “Iuventa” dell’associazione “Gioventù della salvezza”. Sono già 35.000 i migranti giunti in Italia dalla Libia quest’anno, e almeno 900 sono quelli che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Nel 2016 sono sbarcati in Italia circa 180 mila migranti. Secondo il direttore generale dell’Oim, William Swing, l’Europa deve creare canali sicuri d’ingresso dei rifugiati, non solo in Italia, ma in altri paesi dell'Unione. La dignità e diritti umani dei migranti vanno rispettati, ha detto Swing ieri a Ginevra. Associazioni private e l’agenzia europea Frontex nel frattempo si accusano reciprocamente di mettere in pericolo di vita i rifugiati, agevolando i trafficanti con operazioni di soccorso sino a pochi chilometri dalle coste libiche. Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, aveva denunciato settimane fa che i contrabbandieri approfittano delle imbarcazioni delle ong pronte a prendere a bordo i immigrati appena salvati dalla Libia: queste organizzazioni sarebbero addirittura in contatto telefonico diretto con i trafficanti per coordinare i "salvataggi". Ong come “Moas” o “Sea Watch", invece, contestano la scarsità delle risorse per le operazioni di salvataggio messe a disposizioni dall'Ue. Le organizzazioni private hanno ormai un ruolo da protagoniste nel flusso dei migranti: circa un terzo degli sbarchi in Italia vengono effettuati dalle navi delle Ong, una flotta di 13 imbarcazioni finanziate da privati che, al contrario delle unità di Frontex e della Guardia costiera italiana, non svolgono alcuna attività di dissuasione dei contrabbandieri. Nella caccia ai trafficanti di esseri umani sono coinvolte anche le Forze Armate tedesche, nell’ambito della missione Sophia, di cui fanno parte 25 Paesi. La Ue contribuisce all'operazione con soli 12 milioni di euro l’anno.
 
Continua su Sueddeutsche Zeitung
 
PANORAMA INTERNAZIONALE
Jeremy Corbyn in visita a Birmingham (foto LaPresse)
 
Le reazioni della Germania all'esito del referendum in Turchia
Berlino, 19 apr 09:49 - (Agenzia Nova) - All'indomani del referendum costituzionale in Turchia, che ha visto una risicata minoranza degli elettori esprimersi in favore di un sistema presidenziale dai poteri fortemente accentrati nelle mani dell'attuale capo di Stato, Recep Tayyip Erdogan, in Germania e in Europa si moltiplicano le richieste di interrompere i negoziati per l'adesione di Ankara all’Unione. Per i paesi europei come la Germania, dove vivono importanti comunità turche, che si sono espresse a larga maggioranza in favore di una svolta autocratica nel loro paese d'origine, il referendum ha fatto riesplodere il dibattito sulla mancata integrazione culturale e valoriale di quelle minoranze, nonostante decenni di politiche improntate al multiculturalismo. Il Governo federale tedesco ha chiesto che Ankara verifichi la fondatezza delle denunce di irregolarità e brogli avanzate dalle opposizioni turche. Il vicesegretario del Partito democratico libero tedesco (Fdp), Wolfgang Kubicki, ha chiesto al Governo federale di pronunciarsi con chiarezza contro qualunque ipotesi di ingresso in Europa della Turchia dopo l'accentramento dei poteri. “(L'esito del referendum in Turchia, ndr) non può che significare la fine dei negoziati di adesione con Ankara, e la fine dei fondi miliardari di pre-adesione”, ha dichiarato il liberaldemocratico all’ “Huffington Post”. Dello stesso parere l’eurodeputato dell’Fdp Alexander Graf Lambsdorff, e diversi esponenti della maggioranza di governo tedesca, come l'esperto di politica interna della Cdu Wolfgang Bosbach. Secondo l’osservatore elettorale tedesco Andrej Hunko, il referendum ha avuto luogo nelle regioni della Turchia ad elevata presenza curda in un “clima di pesante intimidazione”. Secondo il parlamentare di sinistra non si può parlare di “elezioni libere né eque”. Il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere (Cdu), ha riferito al “Rheinische Post” che “occorre un chiarimento circa la regolarità delle elezioni turche”. Secondo il risultato preliminare della commissione elettorale di Ankara, il 51,4 per cento degli elettori turchi ha votato a favore della riforma costituzionale: determinante per l'esito del voto proprio l'orientamento dei milioni di immigrati turchi in Europa. Secondo i dati del Governo turco l’affluenza alle urne è stata di oltre l’85 per cento. In Germania, è stato di circa il 49 per cento, notevolmente più basso, ma il 63 per cento dei votanti si è detto favorevole all’introduzione del sistema presidenziale; in altri paesi europei ad altra presenza di immigrati turchi, come Belgio, Austria e Olanda, Erdogan ha ottenuto veri e propri plebisciti: si sono espressi in favore di un rafforzamento dei suoi poteri costituzionali oltre il 70 per cento degli elettori turchi residenti in quei paesi.
 
Continua su Frankfurter Allgemeine Zeitung
Francia, elezioni presidenziali: sondaggio quotidiano, Macron per la prima volta supera Marine Le Pen
Parigi, 19 apr 09:49 - (Agenzia Nova) - Secondo il sondaggio quotidiano "PresiTrack" realizzato in Francia sulle elezioni presidenziali per conto del quotidiano economico "Les Echos" e per "Radio Classique", ieri martedì 18 aprile secondo le rilevazioni di opinione registrate dalle società OpinionWay e Orpi per la prima volta il candidato "indipendente" di centrosinistra Emmanuel Macron con il 23per cento delle intenzioni di voto al primo turno di domenica prossima 23 aprile avrebbe superato la leader del Front national di estrema destra, Marine Le Pen, che sarebbe scesa al 22 per cento. Terzo si piazzerebbe il candidato del centro-destra, Francois Fillon, superando il leader dell'estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon che a sua volta avrebbe comunque proseguito la sua ascesa attestandosi al 19 per cento delle intenzioni di voto.
 
Continua su Les Echos
Regno Unito: le elezioni aprono nuove questioni per il Labour
Londra, 19 apr 09:49 - (Agenzia Nova) - Le elezioni anticipate che si terranno l'8 giugno nel Regno Unito, riferisce la stampa britannica, vedranno una contrapposizione particolarmente aspra tra i principali partiti, divisi non solo sull'uscita dall'Unione Europea, ma anche su altri temi, come la crescita economica, le politiche di austerità, le pensioni e le tasse, l'istruzione. In primo piano anche la questione Scozia: il Partito nazionale scozzese (Snp) dovrebbe ottenere un'altra importante vittoria, conquistando quasi tutti i seggi scozzesi a Westminster; è accreditato del 47 per cento, contro il 28 per cento dei conservatori. I Tory, comunque, hanno un netto vantaggio sul Labour, 18 punti in media nei sondaggi, e potrebbero ottenere una maggioranza di 180 seggi. Il leader laborista, Jeremy Corbyn, ha appoggiato la proposta del voto anticipato e dichiarato di essere pronto a competere per dare al paese "un governo che metta al primo posto l'interesse della maggioranza". Tra i suoi deputati, tuttavia, molti, a rischio di perdere i loro seggi, sono contrari, per i sondaggi negativi e la debolezza del programma. Il Labour offre "una vera alternativa", assicura Corbyn in un articolo pubblicato sul "Mirror". Tra i partiti di opposizione, quello per il quale il voto anticipato rappresenta la migliore opportunità è il liberaldemocratico, che spera di replicare il successo delle elezioni suppletive di Richmond Park, e che spera di attrarre i consensi degli europeisti. Il leader, Tim Farron, firma due articoli, su "The Guardian" e su "The Independent", per sostenere che i Lib Dem sono l'unica opposizione rimasta sia contro i conservatori che contro la Brexit.
 
Continua su Financial Times
Israele: ambasciatore russo, dialogo con ministero Esteri sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale
Gerusalemme, 19 apr 09:49 - (Agenzia Nova) - L'ambasciatore della Russia a Israele, Alexander Shein, incontrerà nei prossimi giorni alti funzionari del ministero degli Esteri israeliano per discutere le implicazioni concrete del riconoscimento di Gerusalemme Ovest come capitale dello Stato ebraico da parte della Russia, all'inizio del mese di aprile. Shein dovrebbe ribadire ai suoi interlocutori che Mosca riconosce Gerusalemme Ovest come capitale di Israele, ma che al contempo si aspetta che Gerusalemme Est divenga la capitale di uno Stato arabo palestinese nell'ambito di un futuro accordo di pace. Questa decisione, però, non significa che Mosca trasferirà la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. La posizione della Russia resta legata alla risoluzione 478 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (1980) che condanna la rivendicazione di Gerusalemme indivisa quale capitale dello Stato ebraico da parte di Israele.
 
Continua su Jerusalem post
Russia: presentata alla Duma proposta di valutazione dell'influenza Usa sulle elezioni
Mosca, 19 apr 09:49 - (Agenzia Nova) - Il presidente della commissione della Duma per la Politica dell'informazione, Leonid Levin, ha suggerito la possibilità di condurre indagini sull’influenza degli Stati Uniti nel processo elettorale e negli affari interni della Russia. "Dobbiamo guardare a casi specifici di ingerenza nelle elezioni in Russia. Tuttavia, vorrei ricordare che le strutture sottoposte alla nostra analisi sono parte di un sistema più ampio di pressione statunitense sul nostro paese", ha detto Levin, secondo quanto riferito dal quotidiano “Izvestija”. Levin ha affermato che gli Stati Uniti utilizzano vari strumenti di influenza nei confronti della Russia, a partire da organizzazioni non governative e reti d'informazione. "Pertanto, è opportuno considerare la possibilità di intervento degli Stati Uniti nei processi elettorali russi, ma anche nel nostro paese nel suo complesso. Andrebbero valutati media e fondazioni, organizzazioni non governative, borse di studio e molto altro", ha dichiarato il deputato.
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ