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Veneto Banca e Popolare di Vicenza chiedono la ricapitalizzazione

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Financial Times, Sueddeutsche Zeitung, Bloomberg, Figaro

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Il governo italiano abolisce i voucher per evitare il referendum
Londra, 20 mar 08:34 - (Agenzia Nova)L'Italia, riferisce il "Financial Times", ha rimosso uno strumento di flessibilità dal mercato del lavoro, abolendo i voucher per la retribuzione del lavoro temporaneo: una vittoria per il più grande sindacato nazionale, la Cgil, ma una sconfitta per le imprese. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha preso la decisione per evitare un referendum a maggio, che avrebbe inasprito la tensione politica e messo a rischio il governo.
Ancora angoscia per le banche italiane
Berlino, 20 mar 08:34 - (Agenzia Nova) - Altre due banche italiane in crisi, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno chiesto aiuto allo Stato. L’annuncio è stato dato dalla Banca d’Italia e dalla Bce. Il quotidiano “il Messaggero” ha riferito recentemente che le due banche avevano presentato un progetto di fusione preliminare alla Bce. Il progetto prevede un’iniezione di denaro pubblico valutato tra quattro e cinque miliardi di euro. Il Governo italiano ha istituito un Fondo apposito da 20 miliardi di euro nel mese di dicembre, e dovrà versare 6,6 miliardi a Monte dei Paschi di Siena, che ha accumulato una perdita netta di 3,2 miliardi di euro nel 2016. L'intervento dello Stato a sostegno dei due istituti di credito veneti, però, è condizionato alla riuscita almeno parziale dell'"indennizzo forfettario ed onnicomprensivo" offerto dai due istituti ai loro azionisti: un'offerta che però copre solo il 15 per cento teorico delle perdite subite da questi ultimi. I grandi azionisti hanno già aderito all'offerta, ma entro il 22 marzo, le adesioni dovranno arrivare almeno all'80 per cento del capitale complessivo. Le due banche non hanno chiuso i bilanci 2016 proprio perché non in grado di stimare in maniera affidabili i rischi legali.
Gli eurobond potrebbero alleviare le ricadute della fine del Qe
New York, 20 mar 08:34 - (Agenzia Nova)La conclusione del programma di acquisto di obbligazioni sovrane da parte della Banca centrale europea (Bce), in considerazione della decisa risalita del tasso di inflazione nel continente, innescherebbe quasi certamente una pericolosa risalita dei costi di rifinanziamento del debito per i paesi più in difficoltà dell'unione monetaria. Coniugato ai rischi politici legati al populismo, questo scenario creerebbe quasi certamente forti tensioni sui mercati. Per scongiurare questo scenario e rafforzare la fiducia degli investitori, la scorsa settimana il premier spagnolo Mariano Rajoy è tornato a sollecitare l'emissione di debito garantito dalla Bce, i cosiddetti "euro bond". Secondo Mark Gilbert, di "Bloomberg", l'emissione di "debito comune" dell'eurozona avrebbe effettivamente benefici non indifferenti: "le singole emissioni di bond sarebbero maggiori e più facili da collocare, il mercato nel suo complesso sarebbe più ampio e liquido, e i paesi più deboli beneficerebbero di costi di finanziamento più bassi e rendimenti convergenti". Esistono però anche obiezioni fondate, a partire dal disincentivo alla disciplina fiscale e alla riforma per i paesi più indebitati.
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Quanto ci vorrà perché l'attenzione torni a essere puntata sull'Italia?
Londra, 20 mar 08:34 - (Agenzia Nova) - L'Italia, il paese europeo più indebitato, dovrebbe andare al voto l'anno prossimo, anche se le elezioni anticipate sono possibili, e il populista Movimento 5 stelle è in testa nei sondaggi. I mercati, riferisce il "Financial Times", sembrano relativamente tranquilli e UniCredit, il maggior gruppo bancario nazionale per asset, ha recentemente collocato azioni per tredici miliardi di euro; per altre banche, invece, operazioni simili sono ferme. Nel frattempo, il consenso popolare per l'euro si è incrinato.
l governo italiano gioca "ai quattro cantoni" con le nomine alla testa delle grandi imprese
Parigi, 20 mar 08:34 - (Agenzia Nova) - Il ministero italiano dell'Economia nel fine settimana ha confermato i presidenti della società petrolifere Eni e del gigante energetico Enel, ma ha sostituito i vertici del gruppo aeronautico e della difesa Leonardo e di Poste italiane. Lo Stato italiano, che detiene importanti partecipazioni di controllo in queste società quotate in Borsa, ha reso pubblici i suoi desideri in materia di composizione dei loro consigli di amministrazione che dovranno poi essere formalmente approvati dagli azionisti. I vertici di queste aziende pubbliche in precedenza erano stati ascoltati davanti ad una commissione parlamentare per stendere un bilancio del loro operato. Le nomine decise sono una sorta di "gioco dei quattro cantoni": infatti alla guida di Terna, la società che gestisce l'intera rete di distribuzione elettrica italiana, non ci sarà più Matteo Del Fante, sostituito da Luigi Ferraris che finora era il direttore finanziario di Poste italiane; ma Del Fante andrà proprio alla testa di Poste.
  
 
PANORAMA INTERNAZIONALE
 
Martin Schulz alla festa dell' Spd a Berlino (LaPresse)
 
Germania, Martin Schulz eletto all'unanimità nuovo leader dell’Spd
Berlino, 20 mar 09:58 - (Agenzia Nova) - Martin Schulz è il nuovo segretario del Partito socialdemocratico di Germania (Spd). È stato eletto successore di Sigmar Gabriel con il cento per cento delle preferenze: il miglior risultato dal dopoguerra. “È un ordine a conquistare la Cancelleria”, ha dichiarato dopo la sua elezione. Con 605 voti per alzata di mano, Gabriel ha fatto meglio perfino di Kurt Schumacher, che raggiunse il 97,71 per cento delle preferenze nel 1948 a Duesseldorf. Sigmar Gabriele nel 2015 aveva ottenuto il 74,27 per cento delle preferenze. Schulz ha attaccato il populismo e l’ostilità verso l’Europa, in special modo quella dell’AfD. “È una vergogna per la Repubblica federale”, ha dichiarato rivolgendosi alle parole del Presidente dell’AfD in Turingia Bioern Hoecke, che aveva definito il memoriale dell’Olocausto di Berlino un “monumento della vergogna”. 
 
Frankfurter Allgemeine Zeitung

Francia, stasera il dibattito tv a cinque che potrebbe cambiare la campagna presidenziale
Parigi, 20 mar 09:58 - (Agenzia Nova) - E' un appuntamento inedito nella storia della vita politica francese, che potrebbe cambiare il corso della campagna per le elezioni presidenziali di aprile-maggio: così il quotidiano "Le Parisien" presenta il dibattito televisivo che stasera lunedì 20 marzo per la prima volta vedrà tutti insieme i principali candidati scontrarsi nell'arena della rete privata "Tf1"; in passato infatti le televisioni francesi avevano dedicato ai candidati presidenziali solo delle "tribune elettorali" individuali, e l'unico dibattito era il duello finale tra i due che si affrontavano al secondo turno elettorale di ballottaggio. Sull'onda del successo registrato dai dibattiti televisivi organizzati nel quadro delle primarie del centro-destra e del Partito socialista, che hanno attirato milioni di telespettatori davanti agli schermi e che si sono rivelati determinanti nella scelta degli elettori, quest'anno saranno addirittura tre i dibattiti a più voci in vista del primo turno elettorale del 23 aprile prossimo: dopo quello di stasera, ce ne sarà uno organizzato il 4 aprile dalle reti "BfmTv" e "CNews", anch'esse private, ed un ultimo il 20 aprile sulla rete pubblica "France 2". I primi due appuntamenti sono riservati ai cinque candidati principali: la leader del Front national Marine Le Pen, l'indipendente di centrosinistra Emmanuel Macron, il candidato del centro-destra François Fillon, quello socialista Benoît Hamon e l'esponente dell'estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon. Protestano gli altri sei candidati "minori" ammessi alle elezioni, "scartati" dalle reti private a causa degli scarsi consensi che vengono loro attribuiti dai sondaggi sulle intenzioni di voto; potranno comunque consolarsi più avanti: tutti e undici saranno presenti all'ultimo dibattito su "France 2". Per quelli ammessi al "casting" di stasera, l'appuntamento è già cruciale e segnerà il vero inizio di una campagna elettorale diversissima dal passato: come mai era successo prima, scrive sul "Parisien" Olivier Beaumont, finora è stata segnata dagli scandali, dal declino dei partiti politici tradizionali e dal rischio di un'astensione record che rende incertissimo l'esito del primo turno. Per i "magnifici cinque" l'obbiettivo di stasera è chiaro ed è uguale per tutti: segnare dei punti, marcare le differenze. Semmai ci sarà un surplus di attenzione nei riguardi di tre candidati in particolare: Macron, l'Ufo politico che intende trascendere la divisione destra-sinistra e che dovrebbe essere al centro degli attacchi incrociati di tutti gli altri; Fillon, indebolito dal "Penelope-gate" ma comunque determinato a far valere quel "progetto di rottura" sul quale lavora da quattro anni; e naturalmente Marine Le Pen, sola donna presente allo scontro catodico di stasera e leader di un Front national che non è mai stato così vicino alla conquista dell'Eliseo.
 
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Regno Unito: Scozia, Sturgeon disponibile a discutere del rinvio del referendum
Londra, 20 mar 09:58 - (Agenzia Nova) - Nicola Sturgeon, leader del Partito nazionale scozzese (Snp) e prima ministra della Scozia, riferisce la stampa britannica, ha chiuso il congresso di primavera della sua formazione politica, annunciando una nuova battaglia referendaria per l'indipendenza, ma non ha chiarito due punti: come intende ottenere il secondo referendum e quando si voterà. La premier del Regno Unito ha escluso un voto prima dell'uscita dall'Unione Europea. Sturgeon potrebbe essere flessibile sui tempi, considerando che votare dopo la Brexit potrebbe anche essere vantaggioso, soprattutto in caso di ripercussioni economiche negative. Sulla questione scozzese è intervenuto l'ex premier Gordon Brown, chiedendo un'ulteriore devoluzione dei poteri alla nazione costitutiva per evitare il referendum.
Usa-Cina, a Pechino il segretario di Stato Tillerson sfodera un tono conciliatorio
Washington, 20 mar 09:58 - (Agenzia Nova) - Gli Stati Uniti attendono con grandi aspettative il primo faccia a faccia tra il presidente Usa Donald Trump e il suo omologo cinese, Xi Jinping. Lo ha dichiarato ieri il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, al termine di una visita ufficiale che lo ha portato in Giappone, Corea del Sud e da ultimo in Cina. Tillerson, che a Pechino ha incontrato tra gli altri anche il presidente Xi, ha dichiarato che la Casa Bianca attribuisce "un'enorme importanza" al dialogo con il capo di Stato cinese. I due paesi non hanno diffuso dettagli rilevanti in merito ai colloqui tenuti a Pechino, che hanno visto Tillerson confrontarsi anche con il suo omologo cinese, Wang Yi, e il consigliere di Stato Yang Jiechi. Xi ha definito "produttivo e costruttivo" il confronto tra il segretario Usa e gli esponenti del governo cinese, che giunge al culmine della tensione regionale per i test balistici nordcoreani e la decisione degli Usa di schierare batterie anti-missili Thaad in Corea del Sud, una mossa che ha innescato forti proteste da parte della Cina. "Sia Trump che il sottoscritto riteniamo che sia necessario uno sforzo congiunto per far avanzare la cooperazione bilaterale, e che sia possibile adattare costruttivamente le relazioni a una nuova era", ha detto il presidente cinese. La Cina, prima fonte di sostegno diplomatico ed economico per la Corea del Nord, ha acconsentito con riluttanza alle sanzioni del Consiglio di sicurezza Onu nei confronti di Pyongyang. Pechino non ha replicato alle dichiarazioni pronunciate sabato a Seul, quando non ha escluso lo scenario di un attacco militare preventivo contro la Corea del Nord, ma si oppone fermamente a un "cambio di regime" a Pyongyang, che potrebbe risultare in un'ondata di rifugiati nordcoreani nel nord della Cina e nello schieramento di forze di terra Usa e sudcoreane lungo i suoi confini terrestri.

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