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Mps, cronaca di una morte annunciata

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Les Echos, Handelsblatt, Financial Times,Times

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L'Italia tenta invano di uscire dal marasma economico
Parigi, 23 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Il quotidiano economico francese "Les Echos" esprime oggi veneredì 23 dicembre un giudizio impietoso sulla situazione dell'Italia, in un breve articolo in cui il suo corrispondente da Roma Olivier Tosseri riassume i principali dati economici del Belpaese. Dopo aver ricordato il leitmotiv che l'ex primo ministro italiano Matteo Renzi ha difeso senza sosta a Bruxelles e nelle sue leggi di bilancio definite "espansioniste", e cioè che le politiche di austerità sono state un fallimento quindi bisogna rilanciare la crescita e gli investimenti, il giornalista francese nota come il deficit pubblico dell'Italia si sia attestato al 2,3 per cento del Pil: pur mantenendosi al di sotto della barra del 3 per cento imposta dalle regole europee, il deficit statale italiano è perciò ben lontano dall'1,8 per cento raccomandato da Bruxelles, mentre il debito pubblico salirà nel 2017 al 133,1 per cento del Pil. Con l'ultima Legge di stabilità impostata da Renzi poco prima di lasciare il potere, le pensioni più basse saranno rivalutate, sarà sbloccato un aiuti alle famiglie meno agiate e l'imposta sulle società sarà ridotta dal 27,5 al 24 per cento. Nonostante questi dati, l'ottimismo spesso esagerato dell'ex presidente del Consiglio non è affatto condiviso da tutti: la crescita resta anemica (meno dell'1 per cento quest'anno), il consumo delle famiglie non è aumentato che dello 0,1 per cento ed invece si è accentuato il risparmio, una delle principali caratteristiche degli italiani. Morale: se il 57 per cento degli italiani pensa che la loro situazione economica non cambierà, in compenso solo il 28 per cento ritiene che quella del paese migliorerà nei prossimi mesi.
 
 
Mps, cronaca di una morte annunciata
Parigi, 23 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Cronaca di una morte annunciata: è questo il titolo, un giudizio senza appello, sotto il quale il quotidiano economico francese "Les Echos" riassume le vicende degli ultimi anni della banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) che hanno infine portato alla sostanziale nazionalizzazione del terzo istituto di credito italiano. Nell'articolo il corrispondente da Roma del giornale, Olivier Tosseri, ripercorre i passaggi che dal 2007 hanno portato all'attuale disastrosa situazione di Mps e conclude citando le parole di Stefano Caselli, specialista del settore bancario all'Università Bocconi di Milano: "Il caso Mps ci insegna che il modello tradizionale di banca sta morendo e che il settore è all'inizio di una profonda ristrutturazione come quelle già vissute dall'energia o dalla siderurgia".
 
 
Monte dei Paschi con le spalle al muro
Berlino, 23 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Quest’estate l'ax presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi e l'ad di Jp Morgan, Jamie Dimon, avevano discusso approfonditamente di un piano di salvataggio per Monte dei Paschi di Siena. La banca necessitava di un aumento di capitale da 5 miliardi di euro entro la fine dell'anno. Meno di sei mesi più tardi, il piano è fallito: un evento, scrive "Handelsblatt", che avrà conseguenze per l'intero sistema finanziario e la regolamentazione bancaria in Europa, dal momento che lo Stato italiano pare deciso a intraprendere un salvataggio pubblico, contrariamente a quanto previsto dalla normativa europea. Il successore di Renzi, Paolo Gentiloni, ha ottenuto dal parlamento l'autorizzazione ad aumentare il debito pubblico di 20 miliardi “come misura precauzionale” per proteggere i risparmi dei cittadini. Il fondo sovrano del Qatar ha rinunciato a investire in Mps a seguito del fallimento del referendum costituzionale che si è tenuto all’inizio di dicembre. Monte dei Paschi ha crediti inesigibili per 28 miliardi di euro. Secondo il quotidiano economico “IlSole24Ore”, il salvataggio della banca potrebbe richiedere fino a tre mesi. Gli aiuti di Stato sono ammessi dall’Unione solo se gli azionisti e i creditori sono chiamati per primi a sostenere le perdite.
 
 
Il governo italiano approva il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena
Londra, 23 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Il governo italiano, riferisce la stampa britannica, ha approvato il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena, dopo il fallito tentativo di ricapitalizzazione privata. In una riunione di emergenza, il Consiglio dei ministri, presieduto da Paolo Gentiloni, ha dato il via libera a un decreto che permetterà a Mps di beneficiare di garanzie di liquidità e di un'iniezione di capitale. Secondo "Lex", la rubrica di analisi del "Financial Times", la banca toscana non è ancora morta: una volta adeguatamente capitalizzata, il valore dovrebbe brillare sotto le scorie. Certo, i problemi bancari non sono finiti; se l'esecutivo rendesse più agevoli le norme sulla bancarotta, le sofferenze potrebbe diminuire. Il salvataggio di Mps, commenta Tony Barber, è solo il primo passo verso la stabilizzazione dell'Italia; il secondo sarà il voto: le elezioni politiche nel 2017 con un nuovo sistema elettorale potrebbero scacciare la minaccia che un giorno il paese possa essere governato dal Movimento 5 stelle.
 
 
Attentato Berlino: il carcere ha trasformato Anis Amri in un pericoloso radicale, sostiene la famiglia
Londra, 23 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Parla la famiglia di Anis Amri, l'uomo più ricercato d'Europa, per la strage di Berlino, in evidenza sui quotidiani britannici "The Times" e "The Telegraph". "Beveva, ma moderatamente, seguiva corsi di cucina e recitazione quando era in Italia, amava la vita prima di essere detenuto", racconta la sorella Najoua. E ancora: "Amava la poesia (...) Amava anche il calcio"; non aveva mai espresso visioni islamiche tradizionaliste riguardo alle donne. Prima di lasciare la Tunisia, nel 2011, aveva già avuto problemi con la giustizia: era stato arrestato più volte per abuso di stupefacenti e condannato in contumacia per rapina a mano armata; era emigrato proprio per sfuggire alla prigione. Secondo la sorella, è stato, però, in un carcere italiano, che ha iniziato a imparare come diventare un jihadista.
 

 
PANORAMA INTERNAZIONALE
 
Berlino, barriere in cemento  intorno all mercatino di Natale (foto LaPresse)
  
Germania, polemiche dopo attentato Berlino: Fdp parla di 'fallimento del governo', Spd di 'demenza politica'
Berlino, 23 dic 09:46 - (Agenzia Nova) - Il ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas (Spd), ha espresso sconcerto per gli attacchi politici rivolti al governo dopo il grave attentato terroristico di lunedì. "Nessuno dovrebbe tentare politicizzare i fatti di Berlino" per i propri scopi, ha detto il ministro, commentando le polemiche divampate tra i partiti Cdu, Csu, Spd e Fdp in seguito alla fuga del sospetto terrorista tunisino Anis Amri, ben noto alle autorità per il suo profilo radicale prima dell'attentato. Le questioni aperte sono principalmente due: le accuse di fallimento dell'autorità e la richiesta di un giro di vite alla politica d’asilo per i rifugiati. Secondo la Procura federale e l'Ufficio federale di polizia criminale, il tunisino, incarcerato per anni in Italia, era noto da mesi per la sua pericolosità. I periodici “Focus” e “Der Spiegel” avevano denunciato già la scorsa estate il pericolo di attentati in Reno-Vestfalia del Nord, ma gli elementi a disposizione della polizia non erano bastati a far scattare l'arresto del tunisino. Il Presidente dell’Fdp, Christian Lindner ha parlato di “errore irreversibile” accusando il ministro dell'Interno della Regione Ralf Jaeger (Spd). “E' un fallimento dello Stato che non può essere tollerato”, ha dichiarato Lindner all’agenzia “Lpd”, chiedendo per il futuro un monitoraggio continuo dei soggetti pericolosi. Una dura critica alle autorità è stata avanzata anche dal presidente della Renania-Vestfalia, Armin Laschet che ha richiesto una maggiore collaborazione tra il governo federale e quelli statali. Il Presidente nazionale della polizia federale, Rainer Wendt Laschet, ha respinto le accuse con parole taglienti in una dichiarazione al “Rheinische Post”: “E' una vergogna parlare di fallimento nel caso di Anis Amri, soprattutto se a farlo sono politici come Armin Laschet, che non hanno alcuna idea di quali ostacoli la magistratura e la polizia debbano affrontare a causa delle norme disposte dal legislatore”. Il Capo della polizia ha proseguito: “Tutti coloro cui è stata respinta la domanda d’asilo dovrebbero rimanere in custodia fino al momento dell’espulsione. Tutto il resto è una farsa”, ha dichiarato. Amri nel 2015 era arrivato in Germania dall’Italia, dove aeva cambiato la sua identità. La sua domanda d’asilo era stata respinta, poi se ne erano perse le tracce, fino a lunedì sera. Thomas Strobl, ministro dell’Interno del Baden-Wuettemberg, nonché vicepresidente federale della Cdu, ha chiesto pene durissime per qualunque migrante nasconda la propria identità o fornisca generalità false. Inoltre ha richiesto opzioni aggiuntive per le agenzie di sicurezza, come dichiarato dalla “Faz.net”. Wolfgang Bosbach, esperto di politica interna della Cdu, ha accusato l'Spd di bloccare la realizzazione di centri di transito ai confini del paese che permetterebbero, come dichiarato alla “Zdf”, di identificare i rifugiati prima di consentire il loro ingresso nel paese. Tale richiesta è stata respinta da Uli Groetsch (Spd) che così si è espresso in proposito: “Mi chiedo se i politici nazionali e i sindacati soffrano di demenza politica”. Anche Ralf Stegner Bosbach, Vice capo dell’Spd, si è espresso contro la proposta dei centri di transito, perché non compatibili con il diritto d’asilo tedesco. Se condo Stagner, andrebbero invece stretti accordi con i paesi del Maghreb e intensificato lo scambio di informazioni con gli altri paesi europei. Cosa quest’ultima ancora non avvenuta, dal momento che le autorità tedesche sembravano ignorare il fatto che il tunisino fosse stato già condannato nel suo paese d'origine e poi in Italia. Nel frattempo nella notte si è appreso che la polizia ha arrestato due fratelli kosovari di 28 e 31 anni a Duisburg: sono sospettati di aver pianificato un attacco contro il centro commerciale di Oberhausen.
 
 
Parlamento europeo, verso l'elezione del nuovo presidente
Berlino, 23 dic 09:46 - (Agenzia Nova) - Manfred Weber, capogruppo del Partito popolare europeo (Ppe), ha provato inutilmente a scongiurare uno scontro tra candidati per la carica di presidente del Parlamento europeo, in vista della fine del mandato del socialista Martin Schulz (Spd). Il 9 gennaio si terrà l'elezione del nuovo presidente, tra il rappresentante del Ppe, l’italiano Antonio Tajani, e il socialista Gianni Pittella. Il Ppe può contare su 216 deputati su 751. Al quarto scrutinio sarebbe sufficiente la maggioranza semplice. Occorrerebbe a Tajani l’aiuto del gruppo del deputato britannico Nigel Farage (44 membri) e anche quello dell’estrema destra di Marine Le Pen (39). Ma questa prospettiva appare problematica a tanti esponenti del Ppe, come sottolinea Elmar Brok (Cdu). Weber deve pertanto lottare per far passare il suo candidato Tajani, presentandolo come amico della Germania e del cancelliere tedesco Angela Merkel. Si spera anche nell’aiuto di altri gruppi dell’Europa meridionale. I liberali di Verhofstadt potrebbero svolgere un ruolo centrale.
 
 
Regno Unito: a sei mesi dal referendum la vera battaglia della Brexit deve ancora iniziare
Londra, 23 dic 09:46 - (Agenzia Nova) - Sei mesi fa il Regno Unito votava per l'uscita dall'Unione Europea. Il quotidiano "Independent" fa il punto della situazione; un editoriale non firmato, attribuibile alla direzione, sottolinea che la battaglia deve ancora cominciare e che ci vorranno anni per vedere gli effetti sulla crescita economica, probabilmente negativi sugli investimenti, i salari e gli standard di vita. Da un sondaggio di Icm per il gruppo pro Brexit Change Britain emerge che più della metà dei cittadini, il 54 per cento, vorrebbe che la premier, Theresa May, desse attuazione al risultato del referendum il più presto possibile; anche il 26 per cento di coloro che votarono "Remain" è di questo avviso. Uno studio del gruppo accademico Uk in a Changing Europe evidenzia l'enorme difficoltà dei negoziati che attendono il governo: il confronto con l'Ue potrebbe protrarsi per anni, molto oltre le previsioni dell'esecutivo, con aspre battaglie legali sui costi del divorzio. La City of London Corporation, l'autorità locale competente sul distretto finanziario, esorta Downing Street a negoziare un accordo di transizione. "The Times" rivela il disappunto della regina Elisabetta II per non essere stata informata sul piano per l'uscita dall'Ue dalla premier May, in occasione della sua visita nella residenza di Balmoral, a settembre.
 
 
Usa: Trump annuncia rafforzamento del deterrente nucleare
New York, 23 dic 09:46 - (Agenzia Nova) - Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato ieri un massiccio rafforzamento dell'arsenale atomico Usa, un giorno dopo aver incontrato i vertici delle Forze armate e dopo un analogo annuncio da parte del presidente russo, Vladimir Putin. In un tweet inviato dalla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, Trump ha affermato che "gli Stati Uniti devono rafforzare ed ampliare fortemente la loro capacità nucleare, sino a quando il mondo non avrà riacquistato il senno in merito alle armi atomiche". Poche ore prima, Putin aveva affermato: "Dobbiamo rinforzare il potenziale militare delle forze nucleari strategiche, a partire da missili in grado di superare i sistemi di difesa antimissilistici che si stanno per imporre, e neutralizzare ogni minaccia militare". La vaghezza della dichiarazione di Trump rende difficile prevederne gli effetti sulla politica estera statunitense, e in particolare sullo sforzo decennale di denuclearizzazione condotto dalla precedente amministrazione presidenziale Usa. Jason Miller, portavoce in pectore della Casa Bianca, ha commentato le parole di Trump senza però chiarirne le implicazioni: il presidente eletto, ha detto, "ha fatto riferimento alla minaccia della proliferazione nucleare e all'esigenza di prevenirla, specie tra le organizzazioni terroristiche e i regimi canaglia". Se con le sue parole Trump intendesse davvero preannunciare la fine del nuovo trattato Start sottoscritto con la Russia, le conseguenze potrebbero essere profonde, come spiega al "New York Times" Derek Johnson, ad del gruppo anti-proliferazione Global Zero, secondo cui quello di Trump è a tutti gli effetti il segnale d'inizio di una "nuova corsa alle armi nucleari". Russia e Stati Uniti sono già impegnati in frenetiche attività di modernizzazione dei rispettivi arsenali atomici: si tratta di misure consentite dai trattati in vigore tra i due paesi, ma che suscitano comunque il timore di un ritorno alle tensioni della Guerra fredda. Gli Usa, ricorda il quotidiano, hanno messo in chiaro per l'ultima volta la loro politica nucleare nel 2010, tramite un rapporto di 64 pagine varato dall'amministrazione Obama al termine di un anno di discussioni e deliberazioni. A Trump "è bastato un tweet di 140 caratteri per fare altrettanto", al prezzo però di gettare nel dubbio e nell'insicurezza analisti e governi stranieri. Il quotidiano sottolinea come le parole scelte da Trump pesino, a prescindere da quanto ne sia davvero consapevole il loro autore. Agli analisti, il tweet di Trump preannuncia quantomeno lo spostamento di testate nucleari dalle riserve al dislocamento attivo, fatte salve le misure di ammodernamento già autorizzate dall'amministrazione Obama: un messaggio pericoloso, secondo il quotidiano, perché rischierebbe di innescare una corsa alle armi con la Russia, ma anche con la Cina.
 
 
Congo, accordo in vista per uscire dalla crisi
Bruxelles, 23 dic 09:46 - (Agenzia Nova) - Sarebbe questione di ore nella Repubblica Democratica del Congo la firma dell’accordo negoziato sotto l'egida della Chiesa cattolica per permettere al grande paese africano di uscire dalla profonda crisi provocata dalla permanenza al potere del presidente Joseph Kabila: lo affermano fonti ecclesiastiche citate dal quotidiano belga "Le Soir". Nei giorni scorsi la Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco) aveva inviato alle forze politiche del paese una sorta di ultimatum, ingiungendo di raggiungere l'accordo "prima di Natale". Il testo dell'accordo prevede un processo di "transition politique" e la convocazione "entro la fine del 2017" delle elezioni presidenziali originariamente in programma per la fine di quest'anno.
 
 
Medio Oriente: Trump preme su Obama affinché blocchi la risoluzione Onu sugli insediamenti israeliani
New York, 23 dic 09:46 - (Agenzia Nova) - Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, si è fatto relatore delle richieste del governo israeliano, che preme affinché l'amministrazione uscente del presidente Usa Barack Obama opponga il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Trump, riferisce la stampa Usa, si è rivolto alla Casa Bianca dopo aver ricevuto una richiesta di aiuto da parte di funzionari del governo di Tel Aviv. Tel Aviv si era premunita esercitando pressioni anche sul promotore della risoluzione, l'Egitto, che ha ceduto ritirandola, almeno temporaneamente. Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, ha poi contattato a sua volta Trump, per discutere di come "stabilire una pace duratura in Medio Oriente". L'intercessione di Trump presso la Casa Bianca per conto di Israele, sottolineano il "New York Times" e il "Wall Street Journal", costituisce un intervento assai irrituale: raramente, infatti, i presidenti eletti degli Stati Uniti tentano di influenzare la politica estera del paese prima della formale assunzione dell'incarico.
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