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innamorato fisso

La mozione della Lega per inviare armi non letali, cioè gabinetti chimici

Maurizio Milani

L'arma segreta per fermare la guerra sta per essere svelata: i grandi obesi vestiti da Rigoletto. Anche il carrista più incallito non potrà resistere allo spasso. La versione di Milani per il cessate il fuoco

Cosa intende il segretario Salvini quando dice di mandare in Ucraina “armi non letali”: lastre di acciaio, di ferro, di tungsteno, di ghisa, di bauxite, tutte di varie dimensioni per blindare le fiancate (e anche il resto) di pullman, tram, taxi, locomotori ferroviari ecc. della città di Kyiv. Sul modello del mitico Tanko che servì ai Serenissimi per assaltare il campanile di San Marco nei gloriosi Novanta. Sempre dello stesso genere vanno inviate saldatrici e bombole di propano per mettere in atto la saldatura in modo completo, bello e onesto, per non infrangere le convenzioni di Tunisi, Rieti, Osaka, Urbino, Melbourne, Austin, Liegi ecc. (per non fare i cretini, vedere sul sito del Foglio l’elenco delle altre città dove si è firmato).

Per quanto riguarda le barricate, ecco l’ordine del giorno presentato dalla Lega al Parlamento europeo: “Per motivi di ordine pubblico vengono requisiti tutti i tavoloni da osteria presenti negli stati dell’Unione europea (tranne a Malta, dove esiste una sola osteria. Fino al 1980 erano 400). Tali manufatti verranno ritirati entro le prime luci dell’alba da individui espulsi da Greenpeace, in quanto scoperti a fare il doppio gioco. Essendo pagati dai petrolieri”. I tavoli (chiamiamoli dalle zampe larghe) saranno nel giro di poche ore in Bielorussia appena invasa da Putin con grande delusione di Lukashenka, che si lamenta a Radio Padania: “Pronto! Sono Lukashenka, amici leghisti! Mandate con urgenza n. 21 tavoli da osteria a Minsk. Non si capisce più niente! Siamo stati invasi dai georgiani che a loro volta erano stati invasi dagli arabi”.

Continuiamo nell’esposizione di armi non letali: le orecchie di toro. Questo tegumento è sempre stato considerato dai militari un amuleto. Se esponi un orecchio di toro davanti a una casa per “galanteria di guerra” quell’edificio è considerato magico. Ecco perché se ne stanno raccogliendo migliaia in tutto il pianeta. Purtroppo macellando prima del tempo torelli giovani che avrebbero visto il patibolo più avanti. E qui c’è il mio disappunto e di altri amanti del bestiame.

Sempre armi non convenzionali si considerano gli sciacalli, cioè individui noti alle prefetture che si recano in località colpite da calamità naturali per svolgere appunto il ruolo di sciacallo. Questi delinquenti in tempo di follia collettiva risultano molto utili. Infatti fanno distrarre sia le truppe che assediano che chi si difende. Parliamoci chiaro, chi va a rubare nelle case abbandonate dai profughi è inviso a entrambi gli eserciti che si combattono. Ecco dunque un punto di incontro tra gli alti comandi sia russi che ucraini: combattere insieme gli sciacalli. Che è il principio per un’unione di intenti e un riconoscersi come fratelli che abitano sullo stesso pianeta.

Altre armi non letali che però sono oggetto di discussione da parte della comunità scientifica (se riconoscerle coma tali o no) sono: le latrine chimiche poste sia nei cantieri edili che nei parchi pubblici. Le autobotti per lo spurgo delle fogne. I fanghi da tintoria che andrebbero smaltiti a parte, ma per comodità di solito finiscono nella darsena del Naviglio (Milano). Ecco un valido motivo per usarli come deterrente sui confini ecc. (qualcuno però ritiene la cosa non gradita alle Nazioni unite). I grandi obesi vestiti da Rigoletto da schierare davanti ai carri armati invasori. Un grande obeso, dispiace dirlo, fa sempre ridere. Se poi lo vesti da Rigoletto, non esiste carrista al mondo che non scoppi a ridere, fermi il cingolato, esca dalla torretta e urli: “Paola, ti amo! Del resto non mi interessa niente! Adesso ti mando una foto con il mio amico di 250 chili. Insieme andiamo a iscriverci all’agenzia matrimoniale, se non ti decidi a sposarmi troverò un altro che mi amerà”.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.