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innamorato fisso

"Caro presidente Conte". Lettera di uno studente lavoratore cinquantenne

Maurizio Milani

Scusi se l’ho disturbata, ma le chiedo di lasciarmi ottenere la licenza media inferiore 

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Gentile presidente del Consiglio. Sono uno studente lavoratore di 51 anni. Frequento con discreto profitto il corso di 150 ore alla Camera del Lavoro di Milano. Per noi che abbiamo solo la licenza elementare, questa scuola (della Cgil) per diplomarsi in terza media è fondamentale. Purtroppo con suo decreto (del 4-11 c. a.) i corsi in questione sono stati aboliti. Capisco sospenderli, ma abolirli per sempre non è giusto.

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Gentile presidente del Consiglio. Sono uno studente lavoratore di 51 anni. Frequento con discreto profitto il corso di 150 ore alla Camera del Lavoro di Milano. Per noi che abbiamo solo la licenza elementare, questa scuola (della Cgil) per diplomarsi in terza media è fondamentale. Purtroppo con suo decreto (del 4-11 c. a.) i corsi in questione sono stati aboliti. Capisco sospenderli, ma abolirli per sempre non è giusto.

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Ci tengo tantissimo a conseguire la licenza media inferiore. Con quella posso iscrivermi all’Istituto nautico. Diventare ufficiale di sala macchine su una nave della Costa è quello che desidero di più. Potrebbe quindi, signor presidente, emendare il provvedimento? Al limite lo confermi, ma dica al Parlamento in seduta comune: “Tutti quelli che hanno iniziato una scuola e per motivi noti non possono più andarci sono diplomati d’ufficio”. Interviene Giorgetti: “Anche quelli che sono al primo anno di geometria?”. Conte: “Sì, sono geometri d’ufficio. E possono serenamente iscriversi all’albo dei geometri, che viene abolito oggi”. Tenga conto, signor presidente, che tanti operai come me non hanno potuto andare a scuola. Mica tutti hanno lo zio segretario comunale. Perché privarci adesso di una scolarità che a suo tempo non potevamo permetterci? I miei erano in cucina al manicomio e non avevano tempo di stare dietro a noi figli. Gli altri miei compagni di classe non so. Di solito sono figli di ubriaconi o anche di ciarlatani. Era per me il momento più bello della giornata, andare alla sede della Cgil e sentire le lezioni specialmente di Storia che se le sente Paolo Mieli dice: “Ma cosa gli state insegnando? La storia al contrario?”.

 

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Scusi presidente Conte se l’ho disturbata, ma mi sembrava giusto farmi portavoce dei 2,5 milioni di alunni over 40 che frequentano le Camere del lavoro. Anche i nostri professori sono a casa e spero siano licenziati. Sì, a questo punto dispiace dirlo. Attraverso di loro ho conosciuto il Libretto Rosso di Mao e altri scrittori marxisti. Per cui mi sono convinto. Di sera invece sto in casa a vedere la televisione, e mi convinco di quello che mi dice. Inutile ricordarle che l’istruzione di un popolo è un pilastro della democrazia. Se poi i professori ti fanno leggere solo autori comunisti siamo completi come cittadini. Nel rinnovare la fiducia al suo governo, le auguro di continuare a governare per tutta la legislatura. Al limite cambiare il ministro per la Coesione territoriale. Perché non mette la Camusso? Noi siamo entrati nella Cgil Fiom (ala dura) perché c’era la segretaria Susanna Camusso. Presidente Conte, se vuole l’appoggio di noi Fiom deve mettere nel suo esecutivo Susanna Camusso. Veda lei in quale dicastero. Direi al lavoro. Ma va bene tutto.

 

Nel terminare questa lettera mi scuserà se ho commesso qualche errore di sintassi, ma sa, a tirare la lima tutto il giorno si perde la capacità di coniugare tutto il resto. Un grande saluto da un suo sostenitore.

Maurizio Milani (tessera n. 21.051 di Azione Carlo Calenda leader Now).

 

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P. s.: Questo testo è stato visto e approvato dalla Casaleggio Associati. Qualche modifica è stata fatta, ma neanche. E’ comunque loro diritto farlo. Noi vecchi democristiani non ci saremmo mai permessi. Ma sa signor presidente, loro sono per uno vale uno. Ragazzi che ridere. Domani sera ci presentiamo a scuola lo stesso. Chi parla del Dottor Zivago verrà espulso dalla scuola. Il libro non è nel programma scolastico. Al limite leggilo a casa di nascosto.

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