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La passione di Calenda per le tute

Maurizio Milani

L’Innamorato fisso (di Irene Tinagli) si è iscritto ad Azione e ha esaminato con attenzione foto e profili social dell’ex ministro. E ha scoperto, oltre ai suoi progetti per la Puglia e per le radio private, la sua collezione di abiti da lavoro

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Carlo Calenda. Tocca a lui essere “esaminato” in base a quello che mette sui social. Allora, devo dire la verità. Mi sono iscritto al partito di Calenda “Azione” perché amo Irene Tinagli. E’ la donna dei miei sogni e farò tutto quel che lei vorrà. Anche convincere i 50 bar che frequento tra Piacenza e Milano ad avere minimo 400 iscritti (cad.) ad “Azione”. Oggi il partito di Calenda secondo miei sondaggi vale il 21 per cento (forbice di 10 punti, cioè può prendere l’11 per cento dei voti, oppure il 31 per cento. Sarà dura però).

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Carlo Calenda. Tocca a lui essere “esaminato” in base a quello che mette sui social. Allora, devo dire la verità. Mi sono iscritto al partito di Calenda “Azione” perché amo Irene Tinagli. E’ la donna dei miei sogni e farò tutto quel che lei vorrà. Anche convincere i 50 bar che frequento tra Piacenza e Milano ad avere minimo 400 iscritti (cad.) ad “Azione”. Oggi il partito di Calenda secondo miei sondaggi vale il 21 per cento (forbice di 10 punti, cioè può prendere l’11 per cento dei voti, oppure il 31 per cento. Sarà dura però).

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Prima foto: Calenda è alle Cortes spagnole. Parla in perfetto spagnolo con un commesso. Ecco cosa si dicono.

 

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Calenda: “In Italia i comunisti e gli scappati di casa vogliono tagliare i deputati per far vedere alla gente che risparmiano”.

Commesso della Corte: “Roba da matti! Scusi ma chi sono gli scappati di casa?”.

Calenda: “Quelli al governo che seguono tutto quello che dice un comico di Genova”.

Commesso Cortes: “Noi qui li chiamiamo vagabondi! Lei è contro?”.

Calenda: “Certo! Anzi, dovremmo aumentare sia i senatori che gli onorevoli”.

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Commesso Cortes: “In che numero?”.

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Calenda: “Direi 1.500 onorevoli e .1600 senatori”.

Commesso Cortes: “Sono d’accordo”.

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I due nell’altra foto vengono ritratti vestiti da dipendenti della Opel. Tuta grigia e berretto con scritto “Opel”. Non si capisce perché Calenda abbia postato questa foto. Alcuni sostengono che essendo la Opel l’industria dell’auto più reticente a convertire la sua gamma in elettrico… ma sono congetture.

 

Comunque la foto c’è. Anzi su Instagram c’è una foto dell’europarlamentare che veste una tuta della Toyota (quella standard da operaio). Allora diciamo tutto. Calenda è molto appassionato di questo capo di abbigliamento. Come Salvini per le felpe. Infatti ci sono sia su Facebook sia su Instagram altre foto con Calenda con indosso tute:

della General Electric

della Luxottica

della Beghelli

della Iveco

della Mondadori

della Barilla

della Federal Reserve

della Gazprom

della Fratelli Zangrossi

della Marcegaglia

 

Sono tute originali da lavoro che Calenda si fa regalare quando va in visita in qualche stabilimento (vedere elenco completo sul sito del Foglio). La sua collezione ne vanta ben 16.320. In pratica ogni azienda al mondo con fatturato sopra il miliardo di dollari, la sua tuta Calenda ce l’ha. Tante aziende anche ubicate in zona “Tigri asiatiche”. Sapendo di fare cosa gradita spediscono a Calenda una tuta di lavoro dei loro operai. Calenda ringrazia pubblicamente con dei tweet: “Oggi ho ricevuto la tuta che indossano nel turno di lavoro gli operai della Del Monte (frutta in California). Bellissima. E’ quella che indossano intanto che mettono in barattolo pere sciroppate, ananas e quant’altro. Stasera la indosserò per recarmi alla prima del ‘Barbiere di Siviglia’ all’Opera di Roma (non penso mi sbattono fuori). Se ciò avvenisse, sentirò l’opera del maestro fuori sul piazzale. Domani invece indosserò la tuta della Breda Ferroviaria (addetti al montaggio locomotori) per recarmi a Cremona”. Aggiunge: “La Breda Ferroviaria (Mi) è una delle poche aziende che in ogni reparto (gli operai) hanno una tuta diversa. Per un totale di 21. Io le ho tutte!”.

 

Passiamo a un’altra foto di Calenda su Facebook, è sull’isola di Minorca in costume. Dietro di lui c’è il panfilo di Abramovich (del Chelsea). Calenda posta: “Ecco le storture del capitalismo a cosa possono portare! Noi siamo per una democrazia distributiva equa (più di adesso)”. Ad Abramovich segnalano il tweet. Si offende. Chiede a Calenda di restituire le tute industriali che a suo tempo gli aveva regalato e diffida Calenda a indossarle. Calenda è disperato. Non può privarsi di quelle tute. Telefona ad Abramovich. Ecco l’intercettazione. Calenda ha un trojan ormai da tempo. Non si è ancora accorto. Anzi sì! E quindi parla al contrario per sviare gli spioni.

 

“Roman! Sono Calenda! Come stai?”.

Abramovich: “Insomma, ci sono rimasto male del tuo tweet, proprio me dovevi citare con tutti gli oligarchi in giro?”.

Calenda: “Roman hai 100 per 100 ragione, il tweet non l’ho scritto io, ma la mia impiegata”.

Abramovich: “Se lo cancelli, ti lascio le tute e ti mando una tuta di quello che taglia l’erba sul campo del Chelsea!”.

Calenda: “Veramente faresti questo?”.

Abramovich: “Sì! Sicuro”.

Calenda: “Cancello subito il tweet”.

Abramovich: “Bene! Ti spedisco via elicottero ecosostenibile quanto promesso. Ciao Carlo”.

Calenda: “Ciao Roman, grazie mille. Se riesci a trovare la tuta da lavoro della Nestlé (stabilimento di Dublino) me la mandi?”.

Abramovich: “E’ già tua! Scusa per me è uguale ma vuoi proprio quella della Nestlé di Dublino?”.

Calenda: “Sì, l’hanno cambiata ieri, ho quella vecchia”.

Abramovich: “Certo, certo, non ci avevo pensato. E’ cosa fatta. Ciao!”.

Foto 214. Calenda ospite della più bella conduttrice italiana: Veronica Gentili. Capezzone lo attacca. Calenda gli dice: “Cosa sei diventato, leghista?”.

Capezzone: “Sì! Perché? Non si può?”.

 

La sequenza di foto ritrae questo scontro verbale. Sullo sfondo Veronica Gentili, sempre più bella. La prima volta che la vidi era alla “Gabbia”, su La 7. Già lì avevo in mente di lasciarle tutto il mio consistente patrimonio. Tanta era la sbandata amorosa presa per Veronica.

 

Foto di Calenda con Renzi e Scalfarotto. Posta: “La Puglia sarà nostra, Emiliano può tornare a fare l’assessore alla Sicurezza alle Isole Tremiti (il più bel luogo turistico d’Italia). Scalfarotto sarà il nuovo presidente delle Puglie. E in caso di elezioni anticipate (o normali) non escludiamo che Scalfarotto sia il candidato leader a Palazzo Chigi. La coalizione che lo sostiene sarà Pd + Italia viva + Azione + Sardine (che valgono il 25 per cento) + Partito di Conte. Batterà il candidato delle destre Luca Zaia. I grillini andranno da soli con un candidato di Green Peace e prenderanno lo 0,9 per cento. Peggior risultato nella storia per un partito al governo”.

 

Ieri ho partecipato alla prima riunione di Azione circolo di Milano. C’era Calenda (vedere foto sul suo profilo). Non c’era Irene Tinagli purtroppo. Però a quel punto non potevo andarmene. E’ stato interessante il discorso dell’on. Calenda. “Amici, mi raccomando con chi di voi sarà al seggio elettorale, fate ballare l’occhio. Gli scrutatori comunisti hanno una lunga tradizione sulle schede dubbie di farle passare per voti a loro”. Poi neanche a fare apposta si rivolge a me. “Lei!!”.

 

“Mi dica onorevole”.

“Cosa farebbe al seggio se vedesse dei traffici al limite della legalità sulle schede nulle o bianche?”.

Io: “Le bianche le faccio risultare che hanno votato Azione. Questo è certo! Le nulle dipende se c’è margine per farle passare a noi…”.

Calenda: “Io non ho sentito niente! Siate vigili ai seggi. I comunisti hanno una esperienza di decenni, noi siamo dei pivellini”. Tutti applaudono. Calenda regala a tutti una tuta della Kellogg’s corn flakes (cereali per colazione buonissimi), anche alle donne, e dice: “Ricordate, questa tuta è una delle più gloriose del pianeta. Mettetela solo in occasioni speciali”. Salta su un iscritto di viale Zara e fa: “Onorevole, mi sposo oggi pomeriggio. Posso avere l’onore di indossare come abito la tuta della Kellogg’s?”.

Calenda: “Adesso non esageriamo, anche perché avrà già acquistato l’abito da sposo! Usi quello! Al limite durante il volo per raggiungere Papeete in viaggio di nozze, indossi sia lei che la sua sposa la tuta Kellogg’s”.

Iscritto: “Onorevole la ringrazio; per curiosità come fa a sapere la nostra destinazione per la luna di miele?”.

Calenda: “Di voi so tutto! Non sono uno sprovveduto che si accompagna con sconosciuti. Es. lui (e segna me) è qui 95 per cento perché ama Irene Tinagli”. Tutti mi guardano. Io: “Sì è vero! Però sono anticomunista”. Tutti applaudono e mi eleggono segretario del Circolo. Subito vado a dire tutto al circolo Pd di via Lorenteggio. Loro non si fidano e mi scaraventano fuori. Fanno bene. Infatti il segretario del Pd di Milano dice: “Non dategli retta, è il più grande delatore e millantatore sulla piazza, prima diceva era innamorato di Maria Elena Boschi, poi della Carfagna…”.

 

Foto di Twitter. Calenda davanti a un televisore Nordmende spento fabbricato dalla Thompson Technology. Foto curiosa: un vecchio apparecchio e un tubo catodico. Ecco il post dell’onorevole:

“Amici, la Nordmende è un’azienda che si è riconvertita e oggi è la migliore al mondo nel suo settore, il sistema industriale italiano deve prendere esempio, basta puntare su turismo e gastronomia. Prima si poteva. Eravamo i primi per turismo, in quanto in Grecia c’erano i colonnelli, in Spagna Franco, la Jugoslavia era intera. Volare costava una cifra. Vincevamo facile. Oggi dobbiamo inventarci qualcosa che nessuno ha ancora pensato. Esempio: fissare le ghiande. Se prende piede questo vizio sai quanti dall’estero vengono in Italia per stare tutto il giorno a fissare le ghiande. Che potrebbero fissarle a casa loro. Ma vuoi mettere venire sui viali a Firenze solo per fissare le ghiande. C’è anche altro poi… ci mancherebbe. Firenze amore!”.

 

Altra foto di Calenda con un suo famoso sostenitore: Linus di Radio Deejay. Foto: Calenda ospite a “Deejay chiama Italia”. Il mitico Nicola Savino chiede: “On. a che età ha avuto la prima cotta d’amore?”.

Calenda: “Avevo 11 anni ed ero sul set di un film”.

Linus interviene: “‘Cuore’ con Johnny Dorelli?”.

Calenda: “Sì!”.

 

Calenda si alza e abbandona lo studio. Saluta ma neanche tanto. Pochi minuti dopo sul suo profilo Facebook arrivano decine di foto di Carlo Calenda da bambino vestito da primi del ‘900. E’ il fotobook delle riprese dello sceneggiato tv “Cuore”. Calenda era Enrico Bottini, uno scolaro (molto completo) con la maestra la donna più bella d’Italia, Giuliana De Sio. Strano che l’on. Calenda non abbia messo prima queste foto. Sono belle. Linus telefona a Calenda per sapere: “Carlo, tutto bene?”.

Calenda: “Sì! Ho avuto un attacco di labirintite, ma che si è rivelato privo di fondamento”.

Linus: “Vieni adesso che rifacciamo la puntata”.

Calenda: “Sì, sono già lì”.

 

Infatti non si era mai allontanato dall’edifico che ospita Radio Deejay. L’intervista (che potete vedere su YouTube) è la più bella mai fatta a un politico. Inizia Linus: “Carlo, parlaci un po’ di Azione, a cui mi sono iscritto adesso”.

 

Calenda: “Ti ringrazio Linus, spero che anche Nicola e Fabio Volo e Albertino ti seguano. Sai, non vorrei dirtelo ma se andiamo a comandare noi potrebbe capitare, ma non penso, che facciamo chiudere i ripetitori ai network che non ci hanno appoggiato. Comunque il programma di Azione è semplice: più lavoro meno fisco, meno stato sociale più concerti di Beyoncé e Ariana Grande. Senza dover tribolare con migliaia di inutili permessi”.

Domanda di Nicola Savino: “Quando era vice ministro nel governo Gentiloni perché non ha fatto chiudere Rtl, Radio Kiss Kiss ecc?”.

Calenda: “Amici datemi tempo, ripeto! Lo farò se vinco le elezioni”.

Linus: “Potrebbe dire alla professoressa Tinagli che sarebbe gradita nostra ospite?”.

Calenda: “Le telefono subito”.

 

La Tinagli non risponde, è al telefono con Mario Monti. L’intervista a Radio Deejay finisce con Linus e Nicola che regalano a Calenda una margherita della radio, Calenda regala ai due conduttori un uovo di Fabergé (uno a testa). Nicola e Linus non possono accettare un regalo così importante. Calenda non insiste e fa: “Non volevo; ma a questo punto vi regalo due tute degli operai della Plasmon biscotti”.

Nicola e Linus: “Che belle, le mettiamo subito”.

Calenda: “Lavatele a secco”.

Nicola e Linus: “Certo, certo, quando puoi mandaci anche quelle della Buitoni”.

 

E siamo alle ultime due foto. Calenda insieme ai vecchi compagni di scuola (finti) che erano con lui sul set di “Cuore”. Alcuni giustamente avendo un amico importante gli chiedono delle “segnalazioni”. Carlo, “mio figlio vorrebbe fare quello che al Cern di Ginevra fa scontrare i protoni”.

Calenda: “Che titolo di studio avrebbe?”.

Amico: “Terza media serale conseguito alla Camera del lavoro serale”.

Calenda: “E’ buono, telefono adesso se lo prendono in mensa al Cern. I ricercatori mangiano come orsi; se vado al governo taglio il budget a metà! Quello della mensa, è chiaro”.

Un altro amico che era sul set: “Carlo, mio fratello è in carcere a Gioia Tauro, noi siamo di Urbino, puoi farlo trasferire al carcere di Lecce?”.

Calenda: “Telefono al Dap, l’ho messo io il direttore, non può dirmi di no”.

  

Ultima foto su Instagram. Calenda ospite da Barbara d’Urso si presenta con la tuta dell’azienda Ferrotranviaria di Berna. Barbara gli chiede:

“Onorevole, che eleganza, ne avrebbe una anche per me?”.

Calenda: “Certo; anzi l’ho portata”. Infatti nella seconda parte della puntata Barbara d’Urso sfoggia molto elegante la tuta regalata da Calenda. Parliamoci chiaro, a Barbara sta bene tutto quello che indossa. Motivo? E’ la più bella donna d’Italia. Calenda nel congedarsi da lei le promette: “Se Scalfarotto vince in Puglia, Telenorba (la tv privata più seguita d’Italia) sarà diretta a livello artistico da lei. Un bacio da parte mia a Barbara”.

 

Ultima foto, quella postata adesso. Quella a cui Calenda tiene di più. Lui e il segretario Maurizio Landini. Quest’ultimo regala a Calenda la tuta degli operai dei Fratelli Zampa. E’ la ditta tessile di Como leader del settore. Le aziende del settore si fanno fare le tute per i loro operai dalla Fratelli Zampa di Como. Avere la tuta di chi fa le tute è il sogno di ogni collezionista.

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