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Un Foglio internazionale

Fine delle criptomonete?

La parabola di FTX, il crollo senza precedenti di  Bankman-Fried, i rapporti oscuri con la politica e le lezioni della storia. L’analisi di Niall Ferguson

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Sam Bankman-Fried non legge libri. Come ha spiegato in un ritratto sul sito di Sequoia Capital (che dovrà essere un testo obbligatorio nei corsi di giornalismo in futuro), "io non leggerei mai un libro". "Sono molto scettico verso i libri", ha aggiunto. "Non voglio dire che non vale la pena leggere alcun libro, ma in realtà credo qualcosa di molto simile".  Questo errore non è irrimediabile perché Bankman-Fried (anche noto come SBF, ndt), il fondatore di FTX, la piattaforma per scambiare criptovalute oggi defunta, probabilmente avrà molto tempo per leggere”. Così inizia l’articolo su Bloomberg di Niall Ferguson – da sempre scettico su Bankman-Fried – sull’ascesa e la caduta di FTX e del suo fondatore. Lo storico di Stanford ha osservato il giovane imprenditore tech a una conferenza ed è rimasto colpito da due elementi: un tic per cui agita costantemente il ginocchio, e la tendenza a usare una parolaccia in ogni frase. All’epoca SBF valeva svariati miliardi di dollari; questa cifra è scesa a “zero dollari e un probabile mandato di arresto” molto rapidamente. “Molte persone che hanno affidato i loro soldi a SBF non li vedranno mai più. Forse credevano che le loro criptovalute fossero in un forziere. Ma il cripto era in una cripta”. 

 

Qual è l’analogia giusta? si domanda Ferguson. “Molti hanno paragonato il crollo di SBF a quello della Long-Term Capital Management, o Lehman Brothers. No. La Federal Reserve è intervenuta nel 1998 e nel 2008 per evitare che questi collassi diventassero delle crisi finanziarie; nel caso di Lehman Bros, è toccato al Tesoro. Alcune cose sono davvero ‘too big to fail’. Questo non sta succedendo ora perché né FTX né il cripto sono così grandi”. Secondo lo storico di Stanford, per capire la caduta di SBF bisogna cercare le lezioni nella storia. Un secolo e mezzo fa, Anthony Trollope scrisse il  libro The Way We Live Now (1875): ispirato dal crollo di Overend, Gurney and Co., il romanzo descrive l’ascesa e caduta di Auguste Melmotte, considerato un genio finanziario della società vittoriana perché prometteva soldi facili all’élite dell’epoca. 

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Oggi in molti credono di potersi arricchire attraverso l’internet, ma in passato i soldi facili venivano da un altro tipo di rete: dalle ferrovie. La compagnia di Melmotte doveva costruire una nuova ferrovia – che poi risultò fittizia – da Salt Lake City in Utah a Veracruz in Mexico, e la promessa dei futuri profitti bastò ad attrarre capitali dei ricchi dell’epoca. Il finale è piuttosto prevedibile: viene svelata la truffa e Melmotte muore suicida. Stavolta, spiega Ferguson, il fenomeno FTX ha sedotto le celebrity americane – da Orlando Bloom, a Tom Brady, Bill Clinton, Katy Perry – così come le istituzioni rispettabili, dal piano pensioni degli insegnanti dell’Ontario, al fondo sovrano del Singapore. Hanno tutti investito con FTX e SBF veniva visto come un “genio”, un “sovrumano” dalla stampa e finanza internazionale. 

Ferguson racconta la parabola di FTX sostenendo che, per uno storico della finanza, questo è un film già visto e rivisto. Da quando le azioni sono state comprate e vendute per la prima volta, quattrocento anni fa, ci sono state una successione di bolle finanziarie, che hanno più o meno sempre seguito cinque fasi: (1) Apertura: Alcuni cambiamenti nelle circostanze economiche creano delle opportunità nuove e profittevoli per alcune aziende. (2) Euforia: Viene innescato un processo in virtù del quale una crescita nei profitti attesi genera un rapido incremento nel prezzo delle azioni. (3) Mania o bolla: La prospettiva di guadagni facili attrae investitori inesperti e truffatori desiderosi di privarli dei loro soldi. (4) Stress: Gli insider capiscono che i profitti attesi non possono giustificare il nuovo prezzo esorbitante delle azioni e iniziano a vendere. (5) Screditamento: Con il crollo dei prezzi delle azioni, si verifica un fuggi fuggi e la bolla scoppia.

 

Ferguson sostiene che il declino – ma non il crollo improvviso – di SBF era scontato a causa dell’irrigidimento della politica monetaria delle banche centrali.  “Dall’inizio della pandemia – aveva previsto Ferguson lo scorso gennaio – lo stimolo monetario e fiscale era stata una delle cause dell’incremento del prezzo di Bitcoin. Ma questo sta finendo”. Anche se, ammette Ferguson, lui aveva sottovalutato le proporzioni del crollo delle criptovalute. 

Un altro classico elemento della storia di FTX che si riscontra altrove sono i rapporti oscuri con la politica. Come John Law, il finanziere scozzese che s’ingraziò il Duca d’Orléans e fece scoppiare la bolla del Mississippi nella Francia del Diciottesimo secolo, i truffatori di ogni epoca hanno fatto affidamento sui loro amici potenti per evadere dal controllo dei regolatori. Nel 2020, Bankman-Fried ha donato 10 milioni di dollari alla campagna di Joe Biden per le presidenziali e nelle elezioni di metà mandato del 2022 è stato il finanziatore più generoso per i Democratici dietro a George Soros. SBF aveva creato una filosofia – il cosiddetto “altruismo effettivo” –  che piaceva istintivamente ai dem americani. Di cosa si trattava? Queste sono le parole di SBF: “Quando un giovane genera miliardi di dollari molto rapidamente, c’è un sospetto diffuso che sia motivato dall’avarizia”. Ma essendo cresciuto con un dottrina utilitaria, il figlio dei professori Bankman and Fried aveva un alibi perfetto: faceva soldi solamente per praticare “l’altruismo effettivo”. Questa è l’idea di fondo: solo facendo più soldi possibile puoi praticare il bene più grande per il maggiore numero di persone. Quest’ideologia porta SBF a razionalizzare i rischi folli che si assume nei suoi investimenti. In un’altra intervista con Bloomberg, Bankman-Fried è arrivato vicino a concordare con il fatto che varrebbe la pena fare un gioco in cui c’è il 51 per cento di possibilità di “duplicare la Terra altrove” ma una probabilità del 49 per cento di vedere scomparire la Terra. “Musica per le orecchie dei milionari dem”, scrive Ferguson: “Ecco un giovane che si assume grandi rischi per risolvere tutti i problemi del mondo, e per fare eleggere i candidati democratici nei seggi più marginali. Accetteresti di incontrarti con un simile prodigio? Certo che lo farai. Se lui è fortunato, diventerà l’uomo più ricco al mondo! Lasciamo stare però che c’è un novanta per cento di probabilità che esploda”.

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Tuttavia, osserva Ferguson, restano alcune domande aperte, che rendono il caso di FTX diverso dalle altre bolle finanziarie della storia. Primo, dove diamine erano gli enti regolatori?, si domanda Ferguson: hanno iniziato a indagare su FTX quando era già troppo tardi. Secondo, qual è il futuro degli scambi di criptovalute? La caduta di SBF è stata la conseguenza di uno scontro tra FTX e una piattaforma di scambi più grande, Binance; Ferguson lo racconta nei minimi particolari e sostiene che gli ricorda le guerre, nel diciannovesimo secolo, tra le banche per azioni e le ferrovie per ottenere il controllo del mercato.

Ma perché esistono gli scambi di criptovalute? L’idea di fondo era che queste avrebbero consentito dei pagamenti senza alcun bisogno d’intermediazione di un partito terzo. In futuro è possibile che il mondo delle criptovalute segua la stessa traiettoria del web, centralizzando quella che doveva essere una rete decentralizzata, così come Amazon ha centralizzato l’e-commerce, Google ha centralizzato la ricerca, Facebook ha centralizzato i social network, e Twitter ha centralizzato l’indignazione. Ma credo che il tentativo di ribattezzare le criptovalute come il Web 3.0 è basato su un’analogia sbagliata: la posta in gioco è troppo alta quando i servizi finanziari – anziché i dati personali – vengono scambiati online.

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Ferguson conclude: “Il 2022 è stato un grande anno per gli scettici delle criptovalute, come l’economista Nouriel Roubini, che aveva previsto il collasso dei cosiddetti ‘shit coins’. Tuttavia, Ferguson non crede che questo esperimento sarà un fallimento totale. Se Roubini fosse stato vivo negli anni 1720, avrebbe sostenuto con lo stesso fervore la fine del mercato delle azioni. Ma lo scoppio della bolla del Mississippi e South Sea non ha segnato la fine del finanziamento azionario e del commercio di azioni, così come il panico finanziario del diciannovesimo secolo non ha segnato la fine della banca per azioni. Al contrario, il mercato delle azioni e le banche hanno avuto un ruolo cruciale nel finanziare la fase finale della rivoluzione industriale. Come ha scritto l’imprenditore tech Antonio Garcia Martinez, ‘l’innovazione inizia con folli genialità, truffe e bolle, e termina nelle istituzioni dell’establishment. Ogni titano del web – Square, Stripe, Twitter, Facebook, Airbnb, Uber – è caduto però… ciò che n’è seguito è stato il più grande boom del tech di un’intera generazione”. L’inverno delle criptovalute verrà seguito da un boom della finanza decentralizzata? O sarà come il clima nella Narnia di C.S. Lewis: sempre inverno, mai Natale? La storia finanziaria è più dalla parte di Martinez che di Roubini. E questa è un’altra ragione per cui consiglio a Sam Bankman-Fried di leggere libri. Comincerei suggerendogli The Ascent of Money (scritto da Ferguson, ndt)”. (Traduzione di Gregorio Sorgi)

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