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Un Foglio internazionale

I meriti della resistenza ucraina vista da Taiwan

La Cina invaderà? La caduta di Taipei, sostiene Ian Williams sullo Spectator, significherebbe di fatto la fine del secolo americano

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"Nessuno sta osservando il tentativo della Russia di schiacciare il suo vicino democratico con la stessa attenzione di Taiwan”. Così inizia la storia di copertina di Ian Williams per lo Spectator. Da tempo il governo di Taipei sta pensando a come reagire a un’invasione della Cina. La risposta dell’occidente gli ha fornito una parziale rassicurazione e la resistenza ucraina un esempio a cui ispirarsi.

  

Williams incontra il ministro degli Esteri di Taiwan Joseph Wu, che sostiene che il suo paese è “in prima linea contro l’autoritarismo” e che “il conflitto in Ucraina è lo specchio di quello che può succedere in futuro a Taiwan”. Il presidente americano Joe Biden è sulla stessa lunghezza d’onda. Di recente si è recato nel sud-est asiatico per ribadire che lo scontro in atto non è tra est e ovest ma tra democrazie e autocrazie. L’alleanza occidentale ha fornito all’Ucraina dei missili anti nave di alta tecnologia per dimostrare a Pechino che un’eventuale attacco anfibio comporta delle gravi conseguenze.

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La resistenza ucraina ha mostrato i meriti di quella che i taiwanesi chiamano la “strategia del porcospino”. La tesi di fondo è questa: è inutile competere con la potenza militare cinese, che è di molto superiore a quella di Taiwan. L’importante non è sconfiggere la Cina sul campo di battaglia, ma fare in modo che il regime di Pechino non raggiunga i suoi obiettivi. Ci sono dei paralleli tra le due situazioni. Lo stretto di Taiwan è come l’autostrada per Kyiv: il punto in cui l’esercito cinese è più vulnerabile. Solo quattordici spiagge a Taiwan sono adatte per un’operazione anfibia, rendendola piuttosto prevedibile. Secondo Williams, sulla carta le difficoltà strategiche per un invasore a Taiwan sono molto superiori rispetto a quelle affrontate dai russi.

 

Il fatto che Taiwan sia una democrazia è un altro elemento che complica i piani di Pechino. Taipei si trova dalla parte giusta nella divisione di Biden tra democrazie e autocrazie, e questo gli garantirà il sostegno dell’occidente in caso di un’invasione cinese. Biden vede il paese asiatico come l’ultima frontiera della libertà. La caduta di Taipei, sostiene Williams, significherebbe di fatto la fine del secolo americano e l’affermazione della Cina come potenza globale. Non è un caso che i media taiwanesi hanno un’ossessione con la guerra in Ucraina, e le gesta degli ucraini hanno ispirato molti giovani del paese asiatico. L’aggressione russa è stata un avvertimento per Taipei. “Dovremmo ringraziare l’Ucraina. E’ una buona notizia per Taiwan”, dice un vecchio tassista che riaccompagna Williams verso l’aeroporto. Poi chiede al giornalista se è convinto che, malgrado tutto, la Cina invaderà. “E’ una domanda che mi è stata posta tante volte a Taipei – conclude Williams. Grazie all’Ucraina, i taiwanesi si sono resi conto che non possono permettersi di aspettare una risposta”. 

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