Questo articolo è stato pubblicato su Un Foglio internazionale, l'inserto a cura di Giulio Meotti con le segnalazioni dalla stampa estera in edicola ogni lunedì

Questo articolo è stato pubblicato su Un Foglio internazionale, l'inserto a cura di Giulio Meotti con le segnalazioni dalla stampa estera in edicola ogni lunedì

Era un serata luminosa di fine agosto e stavamo cenando all’aperto con alcuni amici in un luogo incantevole nella campagna francese”, scrive Matthew Parris sullo Spectator: “Stavamo parlando di alcuni audiolibri da ascoltare in macchina e io ho consigliato l’autobiografia del mio collega del Times David Aaronovitch intitolata Party Animals: My Family and Other Communists”. I suoi genitori appartenevano al Partito comunista britannico, passavano la vita in sezione e speravano che la rivoluzione proletaria fosse dietro l’angolo. Col passare del tempo Aaronovitch ha contestato i dogmi con i quali era cresciuto ed è diventato un centrista. Presumibilmente il suo libro non ha avuto successo perché al giorno d’oggi in pochi sono interessati a una vecchia ideologia che è stata ridimensionata dalla Storia.

I nostalgici comunisti sono distanti anni luce dai conservatori liberali come Parris e i suoi amici che combattono contro la Brexit e il populismo volgare dell’inglese medio. “Noi siamo il mainstream, le nostre battaglie e idee sono ancora vive e vegete. Ma lo sono davvero?”, si domanda l’editorialista dello Spectator. Parris deride il mondo chiuso e ovattato in cui viveva la famiglia Aaronovitch, e pensa a quanto siano stati sfortunati ad avere dedicato tutta la loro vita a una causa sbagliata. “Ma questo stesso ragionamento potrebbe valere anche per me e per i miei amici?”, si domanda Parris: “Questo pensiero terribile non mi ha lasciato scampo. Quante idee politiche popolari, un tempo appartenenti al mainstream, si sono arenate mentre la marea del pensiero moderno si gira dall’altra parte e se ne va?”. Ogni marea lascia alcune tracce: pezzi di alghe, resti di un castello di sabbia, qualche medusa.

Ci sono stati vari momenti nel ventesimo secolo in cui i comunisti britannici sembravano avere qualche possibilità di tornare in auge - tuttavia anche nei tempi più bui e desolati c’era sempre qualche fedele spiaggiato. “Perché dovrei pensare che i conservatori liberali in Gran Bretagna si trovino di fronte a un futuro diverso? – si domanda Parris – Il centro sinistra probabilmente risorgerà, la sinistra radicale no. Ma il centro destra continuerà a essere dominato dai populisti per il resto della mia vita? Diciamolo: al momento il vento non soffia dalla nostra parte. Certo, Sir Ed Davey certo non è un personaggio intrigante e i ventuno deputati conservatori, quelle nobili anime espulse dal partito l’anno scorso, difficilmente formeranno un partito politico… Ma queste scintille potrebbero riaccendere la fiamme liberale. Un tempo pensavamo di essere quasi dei pionieri. Ma oggi mi sento invece un superstite. Quando è che un pioniere diventa un superstite, e come fa ad accorgersene? Forse i genitori di David ce lo avrebbero potuto dire, ma lo dubito”.