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Il Figlio

Un uomo come me

Lisa Ginzburg

Nessuna virilità obbligata, Jablonka indaga i nuovi maschi partendo da sé

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Lo storico e scrittore francese Ivan Jablonka è noto in Italia come autore di Letizia o la fine degli uomini (Einaudi 2018), un romanzo/inchiesta che ricostruiva un femminicidio attraverso un lavoro meticoloso di intreccio tra storia e narrazione – un libro avvincente, doloroso, a tratti morboso. La domanda sulle possibili derive del maschile, e prima ancora quella su cosa sia essere “uomini”, è leitmotiv di tutti i lavori recenti di Jablonka: in Des hommes justes (2019), e ora, in Un garçon comme vous et moi (Seuil 2021) secondo una riflessione di memoria.

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Lo storico e scrittore francese Ivan Jablonka è noto in Italia come autore di Letizia o la fine degli uomini (Einaudi 2018), un romanzo/inchiesta che ricostruiva un femminicidio attraverso un lavoro meticoloso di intreccio tra storia e narrazione – un libro avvincente, doloroso, a tratti morboso. La domanda sulle possibili derive del maschile, e prima ancora quella su cosa sia essere “uomini”, è leitmotiv di tutti i lavori recenti di Jablonka: in Des hommes justes (2019), e ora, in Un garçon comme vous et moi (Seuil 2021) secondo una riflessione di memoria.

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La sua vuole essere un’“autobiografia di genere”: ricostruzione del formarsi della propria identità di maschio secondo il nesso tra vicenda individuale, storia sociale e questione generazionale. Il racconto di sé si erge a disamina generale, e viceversa. Se uomini “giusti” sono quelli risolti dal punto di vista della mascolinità, cioè capaci di pensare sé stessi come interscambiabili con le donne, paritari, liberi tanto da smarcarsi da ogni forma di “virilità obbligata”, Jablonka uomo “giusto” lo è diventato secondo un cammino autonomo. Ripercorre la sua traiettoria di primogenito maschio di genitori colti, “nipote” della Shoah (molti i familiari deportati nei campi di sterminio nazisti). Descrive la sua infanzia privilegiata e rallegrata da esperimenti di educazione libertaria, da insegnamenti “ampi”, intrisi di letture di pedagogia progressista. Ricorda quando ragazzino con la famiglia frequentava campi nudisti in Provenza, dove “la nudità perdeva di ogni valenza erotica”; si rammenta di vacanze a Palo Alto, ascoltando di ariose concezioni circa le differenze tra i sessi. Si convince che “i genitori non esistono per proteggere o educare i figli, ma per renderli felici”.

 

Il ricordo di quell’infanzia anomala lo aiuta così a elaborare una nozione di “maschile” tutta sua. Alla goliardia dei compagni di scuola (un liceo tra i più altoborghesi di Parigi), contrappone un proprio singolare modello di mascolinità, capace di smentire modelli educativi psico-rigidi e classisti anche dal punto di vista del genere sessuale. Ne emerge un modo di essere uomo intenzionalmente diverso dalla norma: più dolce, mite, non spaventato dai propri lati femminili e perciò amico delle donne e solidale con loro. Un ragazzo (poi uomo) dai comportamenti goffi e perennemente inesperti nel gioco della seduzione, eppure capace di vera vicinanza all’altro sesso, sempre complice per quanto in grado di accoglierne necessità, desideri, diritti.

 

Il libro trova il suo senso soprattutto nella domanda che l’autore vi formula e solo in parte risolve. Che cos’è un’identità sessuale? come e perché, secondo quali eventi, snodi, capovolgimenti personali e collettivi, ognuno di noi è diventato il maschio o la femmina che è? Quello del ragionare maschile sul maschile è ambito di pensiero ancora afasico, per molti versi. La mappatura suggerita da Jablonka risulta troppo auto-riferita perché rappresentativa di un’ élite (colta e borghese); lo stesso, però, questa sua “autobiografia di genere” – stimolata, scrive, dalla “bomba #metoo” – lancia un segnale. Non è un libro riuscito, manca di riferimenti vasti abbastanza da renderlo davvero importante; ma imposta una riflessione non scontata sull’importanza di un’apertura interiore che sempre più permetta di accogliere in noi entrambi gli archetipi e metterli in dialogo. Siamo non solo le femmine e i maschi che abbiamo scelto di essere, sembra dirci Jablonka; anche tutte le declinazioni di genere che la vita ci ha imposto e che non vogliamo più impersonare, smaniosi piuttosto di ibridare maschile e femminile lasciandoli comunicare in libertà. Balbettii di un intero ordine di discorso – quello di un nuovo maschile ancora tutto da raccontare.

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Lisa Ginzburg
il suo ultimo romanzo, Cara pace, è stato candidato al Premio Strega

 

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