Il Figlio

Vogliamo euphoria

Stefania Carini

Una ricerca di NextAtlas, mettendo in correlazione mondi diversi, ha trovato cinque parole “magiche”, cinque parole che fanno intravedere il possibile mondo che sarà

Abbiamo tutti peccato di scarsa immaginazione: la pandemia non l’avevamo contemplata. E di fronte alla seconda ondata, più che annunciata, alcuni sono rimasti comunque meravigliati. Gli unici che credono di saperla lunga sono i lockdownisti duri e puri, quelli del “chiudeteli dentro tutti e buttate la chiave”. Ma anche loro sono prigionieri di un unico scenario possibile: qualsiasi compromesso è sbagliato, manco ci si prova. Così la profezia si auto-avvera. Per frenare il virus in questi mesi qualcosa è stato fatto, di certo di poteva fare di più, ma non sarebbe bastato. Tutte e tre le frasi sono vere, come in certe maledizioni delle favole, ma la nostra mente non è capace di contemplarle tutte insieme e quindi cambiare scenari. Anche il dibattito gira attorno alle solite parole (guerra, collasso, virologo), quelle di marzo. Chiusi nel nostro mondo, poco empatico, dominato talvolta da quel Nulla che divora Fantàsia ne La storia infinita, siamo fregati. Non vediamo al di là di noi stessi, valeva prima e vale ancora di più in pandemia, e non sappiamo immaginare più niente.

 

Siamo quelli infatti che non capiscono come mai chiudere i ristoranti sia un problema di sopravvivenza economica per molti. Siamo però bravissimi a dar colpe, persino ai ragazzini che vogliono andare a scuola. In un altro fantasy, Il Trono di spade, lo stratega Ditocorto spiega a Sansa, principessa naif, come si sta al mondo: “Non combattere al Nord o al Sud. Combatti ogni battaglia ovunque, sempre, nella tua mente. Tutti sono tuoi nemici, tutti sono tuoi amici. Ogni possibile serie di eventi accade all’unisono. Vivi così e niente ti sorprenderà. Tutto ciò che accadrà sarà qualcosa che hai visto prima”. Ma viviamo nell’epoca del like/dislike, non immaginiamo la complessità: è già tanto se riusciamo a contemplare due eventi, e sempre ferocemente opposti. Sappiamo tantissimo quindi non sappiamo nulla: ogni giorno percentuali, notizie, commenti ci sommergono invece di spiegare. Eppure un modo per tentare di immaginare quel che sarà forse c’è. Basta analizzare i dati, ma non i numeri buttati in faccia come da mesi accade ogni sera, bensì le parole che usiamo per esprimere quel che desideriamo e proviamo.

 

E’ quello che ha provato a fare una ricerca di NextAtlas, piattaforma online che utilizza l’Intelligenza Artificiale per scoprire in anticipo le tendenze, analizzando qualitativamente le interazioni social. Mettendo in correlazione mondi diversi, ha trovato cinque parole “magiche”, cinque parole che fanno intravedere il possibile mondo che sarà. La prima parola è clean: pulizia, igiene e sicurezza per il nostro corpo e la nostra casa. Vogliamo essere incontaminati, forse siamo alla ricerca di una nuova purezza. Cambia la casa e cambia la moda, perché i vestiti si fanno tecnici per proteggerci non solo dall’inquinamento. Se in questi anni molto si è parlato di sostenibilità, spunta adesso un nuovo termine più ampio e meno abusato: regeneration. Rigenerare noi stessi e il mondo che ci circonda. Ripensare produzione e consumo per un’economia circolare. Lasciare in dono alle generazioni future un mondo migliore. Utopia? E perché no: immaginiamo. Intanto il mercato di seconda mano della moda supererà la fast fashion nel 2028. Intanto Ikea a fine anno aprirà un negozio dell’usato.

 

Non siamo sicuri di niente, soprattutto a livello economico, e allora sarà meglio pensare a un side hustle: terza parola che indica una seconda entrata, un altro lavoro capace di sfruttare le proprie passioni e competenze da diffondere anche online. In un mondo del lavoro sempre più parcellizzato e mutevole, conta l’aggiornamento continuo, conta ottimizzare se stessi: vogliamo allenare anche il cervello. Il self enhancement punta a aumentare le nostre capacità cognitive grazie a app e device. Cerchiamo di vincere la paura dell’intelligenza artificiale, mentre i transumanisti tornano alla carica. Ma in realtà siamo umani, molto umani, e il piacere non può mancare: l’ultima parola chiave accomuna tutti, generazione Z e boomer, è infatti euphoria. Le restrizioni fomentano la voglia di libertà, di andare fuori, fisicamente e mentalmente, per liberarsi della paura. Aumenta il consumo di cibo e alcool ora liberi da sensi di colpa. E prende piede il microdosing, l’assunzione di droghe sintetiche in minima quantità, quasi fossero vitamine, non per autodistruzione ma per godersi il presente. 5 parole 5, e abracadabra: saremo/siamo già così? Sta a noi immaginare tutto e il contrario di tutto. Possiamo risorgere dai nostri desideri e dalle parole che usiamo per esprimerli. Solo così il mondo tornerà a essere aperto al possibile, e dunque vivo.

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